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Ritornai a casa l'ultima settimana d'agosto, nella mia fredda Verona. Scesi alla stazione di Porta Nuova, abitavo non molto distante da lì.
Volli fare un giro in centro, solo per vedere la possente Arena, quella stella cometa, i turisti estasiati e per percepire per l'ennesima volta l'atmosfera veronese. Vivendo in questa grande città, ho sempre sentito molto l'influenza della storia shakespeariana di Giulietta e Romeo e ne ho sempre desiderata una simile in cui l'amore avrebbe vinto contro ogni ostacolo.
Valerio non voleva che tornassi nella mia città perchè mi voleva fisicamente vicino a lui quanto lo desideravo io e se fosse per me sarei rimasta da lui.
Quelle settimane a Roma passarono intense, tra divertimento, passione, sentimento, musica, risate e molto altro.
Mi aveva proposto di fidanzarci il 6 agosto ed aveva organizzato l'uscita ed il luogo in cui me l'avrebbe chiesto. Non mi aveva portato in un gran ristorante perchè sa che ho sempre odiato le galanterie e quindi dopo aver mangiato qualcosa di semplice a casa, mi portò nel posto che aveva scelto.
Il tragitto in macchina fu silenzioso, ma anche piacevole perchè non era affatto teso.

Accostò, spense l'auto e si girò verso di me. Fissò i suoi occhioni nei miei e non potei non notare quanto fossero espressivi. Sorrisi come una bambina ed affondai ripetutamente il mio indice nella sua guancia destra per poi scoppiare a ridere.
«Sei la mia principessa.» mi sussurrò sporgendosi e baciandomi.
Sbuffai incrociando le braccia proprio per ricordargli quanto mi desse fastidio quel soprannome e poi scendemmo dall'auto.
Mi condusse fino ad una panchina isolata anche se a quell'ora non c'era nessuno in giro. Non credo, però, che la scelta fosse stata casuale perchè quella sera c'era una bellissima Luna e si vedeva molto bene da dove ci eravamo seduti noi.
«Ti amo.» mi disse mentre stavamo contemplando lo splendido satellite.
Mi girai stupita verso di lui con la bocca spalancata. Insomma, io ci ho sperato che saremmo arrivati a questo punto, ma effettivamente non ne avevo certezza fino ad ora.
Mentre metabolizzavo ciò che mi aveva detto, probabilmente preoccupato perchè non aveva ricevuto risposta, si girò verso di me con uno strano sguardo, come se mi stesse chiedendo se provassi lo stesso.
«Sì, ti amo anche io!» esclamai euforica gettando le braccia al suo collo e stringendolo a me. Sentii una forte stretta ai fianchi, mi spostai un po' da lui per vedere uno spettacolo più bello di quello che si vedeva in cielo: Valerio con un sorriso vero. Vederlo sorridere senza fingere è una ricompensa morale, fa stare bene anche me perchè so che lui è felice.
«Non posso essere più entusiata di così!» esclamai poi.
«Sicura?» mi chiese mantenendo quell'enorme sorriso.
«Sì! Mi ha fatto stra piacere ciò che mi hai detto!» risposi.
«E potrei renderti più felice?»
«No, questo è il massimo! Sono al settimo cielo!» esclamai ancora, baciandolo.
«Ma se ti chiedessi di provarci?» mi domandò un po' timoroso, ma allo stesso tempo sicuro con un sorriso smagliante e rassicurante.
«Provare, cioè, tu ed io...?» domandai ancora incredula.
«Sì, ti ho chiesto se vuoi essere la mia ragazza.» Me l'aveva chiesto molto semplicemente, quasi fosse un gioco anche se entrambi sapevamo che non lo era. Lui sembrava davvero un bambino ed io una bambina.
«Sei la mia regina.» disse mentre estraeva dalla tasca della giacca un anellino davvero molto bello e lo metteva al dito sorridendo e guardandomi negli occhi.
Ero davvero in balìa delle mie emozioni, non riuscivo a ragionare lucidamente. L'emozione e l'euforia avevano preso il controllo di me.
Lo baciai con amore e con tutto ciò che provavo per lui sentendo che corrispose allo stesso modo.
«Dio, Dio, Dio, non riesco ad... Non lo so, ad esprimere quanto sono felice!» esclamai abbracciandolo di nuovo.
Era diventato a tutti gli effetti il mio tutto.

Qualche giorno dopo piovve, una di quelle serate incredibili in cui le gocce d'acqua scrosciavano come una furia. Lui stava guardando la televisione mentre si lamentava per il troppo caldo facendomi sorridere.
Poi mi soffermai sulla soglia del balcone da cui entrava aria fresca e l'odore della pioggia che proveniva dai campi e dall'asfalto.
Canticchiai la strofa di Sercho in Le Solite Canzoni proprio perchè il video mi ricordava un po' ciò che stavo facendo io ora.
Poi tornai con la mente a due giorni prima ed a quando pensavo che avrei fatto di tutto per far cambiare la mia vita.
«Se la vita non cambia, la cambierò io: riuscirò a cambiarla a modo mio...» sussurrai ancora ripensando ad una rima del mio fidanzato che si era alzato dal divano e mi aveva abbracciato da dietro facendomi sorridere.
«Guarda!- esclamai come una bimba- Quando mi hai abbracciato è sceso un fulmine!»
«Letali insieme.» sussurrò per poi lasciarmi un bacio sull'orecchio e portarmi sul divano con lui. Fu un'altra notte intensa, fare l'amore con lui era ancora più estasiante di scopare senza sapere se effettivamente ci sarebbe stato qualcosa di più fra di noi.

Facemmo l'amore anche la notte prima che io partissi, era come darsi un addio.
Non sapevo se mi avrebbe tradito, ma io riponevo in lui tutta la mia fiducia.
Lo amavo davvero tanto e faceva strano pensare che ora Valerio voleva solamente me e che potevo definirlo il mio fidanzato.
Eravamo immersi nel silenzio, con solo i nostri cuori sincronizzati a parlare. A volte erano più bravi i nostri occhi ad ammettere quanto avessimo bisogno dell'altro.
Era questo il bello di noi: eravamo felici insieme. In questa relazione nessuno stava con l'altro per dimostrarsi superiore, egoista e rinfacciare che senza di esso sarebbe fottuto. Era questo il nostro principio: io e te formiamo la felicità, un po' come una reazione chimica creata da due elementi in cui, se ne mancasse uno, essa non avverrebbe.

«Ciao Marco, cosa ci fai qui?» chiesi infastidita.
«Non mi è bastato ieri.» rispose con un sorrisetto non molto rassicurante.
«Senti, stammi alla larga. Avevi detto che non ti interessavo, non volermi ora che sono fidanzata.»
E come sempre, la sventura venne a farmi gli auguri prima di morire.

†Spazio Autrice†

Hey, ciao a tutti!
Scusatemi se è da due settimane che non aggiorno ma: a. non ho molto tempo per scrivere; b. ho avuto tantissima ispirazione per alcune delle storie che sto scrivendo e poca per questa; c. dovevo aggiornare ieri, ma ero convinta che ieri fosse venerdì e non sabato...
Ah, a riguardo, sto pensando a cercare di farla finire dato che si sta dilungando troppo, però non prima che si risolvano le questioni.
Allora Giulia è rimpatriata, che succederà con Valerio?
Poi è arrivato Marco, che intenzioni avrà con lei?
Poi qualche frase un po' così, troppo smielate, infatti alcune sono uscite proprio delle cazzate.😂😂
Ditemi che ne pensate del capitolo e secondo voi cosa succederà nei prossimi, mi farebbe molto piacere.
Segnalatemi eventuali errori e credo di aver finito qua.
Spero di riuscire ad aggiornare con più frequenza e poi vi ringrazio un cifro perchè leggete ancora questa ff.
Grazie davvero, mi fa molto piacere il vostro supporto.

Alla prossima,
Giulia.

Il cuore nelle tracce // Ser TravisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora