23.

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Si stava comodi in quella posizione, da sottofondo ai miei pensieri c'erano i nostri respiri tranquilli e il lieve venticello che faceva muovere le foglie. Ora che ci penso, eravamo davvero vicini e non so da quanto tempo eravamo appiccicati in quel modo. Volevo staccarmi, ma davvero stavo bene.
-Marco...- sussurrai.
-Mh...- mugulò piano girando la testa nella mia direzione, probabilmente cercando un contatto visivo. Così le mie labbra si scontrarono con il suo collo caldo. Rabbrividimmo insieme e lui riportò la nuca nella posizione precedente, guardando alla sua destra. Io arrossii leggermente e calò nuovamente il silenzio, era troppo imbarazzante ciò che era appena successo. Avevo paura che si illudesse, perchè io non ero innamorata di lui. Valerio ieri ti ha parlato di Marco, ti ha detto che lui sarebbe il tuo Romeo, ricordi? E tu hai negato. Oh, insomma, è ovvio che non sono innamorata di lui, lo conosco da poco, che cazzo gli era saltato in mente? Dopo questo è logico pensarlo. Ma lui non l'ha visto. Ecco, nascondiglielo. Certo, gli scrivo e dico:'Hey Valerio, lo sai che ho baciato un mio amico sul collo?' E poi a lui cosa potrebbe interessare? Ha la sua vita, punto. Proprio ieri te l'ha ricordato...
-È...- mi morì la voce in gola, non so per quale motivo.
-È meglio che mi stacchi.- continuai.
Con sguardo annoiato e contrariato slacciò le sue braccia dal mio corpo, io le mie dal suo collo, scesi dalle sue gambe e ritornai a sedermi vicino a lui. Credo fossero state circa le cinque del pomeriggio ed io avevo un po' di sonno. Così, dopo qualche altro minuto di silenzio, appoggiai la mia testa sulla sua spalla: questa volta non osò toccarmi. Era pensieroso da un bel po', precisamente da quando involontariamente lo baciai sul collo. No, non posso averlo illuso. So quando si sta male. Ma perchè queste paranoie? Non so se effettivamente fosse innamorato di me. Ad un tratto sorrise. A che stava pensando? Mi piacerebbe saperlo, sono curiosa. Così glie lo chiesi, senza farmi film mentali vari.
-A che pensi?-
-Mh.- mugulò contrariato.
-Sono curiosa. Dai, andrò a studiare psicologia, mi è utile riconoscere i vari comportamenti umani.- Rise.
-Hai sempre una scusa, eh.-
Poi si girò e mi guardò negli occhi, si avvicinò leggermente.
-Stavo pensando a prima.- continuò.
-A-a prima quando?- balbettai.
-Oh, Giulia, non fare la finta tonta.- disse riappoggiandosi allo schienale completamente -come prima- e spostando lo sguardo davanti a sè.
-A prima quando... Per sbaglio... I-insomma...- dissi io. Ero rossa in volto.
Rise nuovamente. -Sì, hai capito.-
-E perchè sorridevi?-
-Boh, perchè m'è piaciuto.- arrossì lui, ora. Stavo per dire qualcosa, ma venni interrotta.
-Anche se so che non era volontario.- continuò, appunto.
-Sì, beh, ecco... Sì, non era volontario, ecco...- mi grattai il collo imbarazzata: ero ancora più rossa.
Mi guardò e scoppiò nuovamente a ridere.
-Vieni qui, dai. Sta volta nessun bacio.- disse, e spalancò le braccia. Io, esitando, mi avvicinai e ritornammo nella posizione di quando successe una delle cose più imbarazzanti. Però non mi appoggiai precisamente come prima: misi le braccia intorno al suo busto e posizionai la nuca sul suo petto. Sentivo il suo cuore battere veloce. Davvero, non voglio illuderlo. Oh Santo Cielo, basta!
Restammo per molto tempo così. Ad un certo punto mi vibrò il telefono che tenevo nella tasca della mia felpa. Lo estrassi e accesi lo schermo. Lanciai uno sguardo a Marco che capì che non avrebbe dovuto guardare. Quando spostò lo sguardo, inserii la password e controllai la notifica. Avevo ricevuto un nuovo messaggio da mia mamma. Che volevo ora?
'Dove sei? Torna a casa per cena'
'Sì, per le 6.30/7 sarò a casa, sono al parco'
Non volevo dirle che ero con Marco, avrebbe iniziato a fare domande a cui non avevo voglia di rispondere. Volevo solo godermi questo momento, poi casomai a casa avrei spiegato tutto. Oh, ma sono già le diciotto e un quarto, perfetto. Ma chi se ne frega. Rimasi ancora abbracciata a lui. Alla faccia che non volevi illuderlo, eh. Ma si sta bene così. Egoista. Forse.
Restammo in quella posizione per altri venti minuti, circa, immersi entrambi in un silenzio.
Controllai il mio orologio da polso: 18.35. Forse è meglio avviarsi, non ho voglia di correre perchè non arriverei puntuale.
-Marco io devo andare.-
Mi guardò. -Sì, è meglio che vada anche io.-
Lentamente ci alzammo e ci ritrovammo uno di fronte all'altra, in piedi, in silenzio. Ci abbracciammo nuovamente. Gli lasciai un bacio sulla guancia.
-Ciao.- dissi. Mi baciò quasi all'angolo della bocca. Marco, che cazzo fai?!
-Ciao, ci si vede.- mi sorrise ed io ricambiai. Poi ci incamminammo ognuno per la propria strada.


*Spazio autrice*
Grazieee, le visualizzazioni crescono a dismisura e ciò mi fa mooolto piacere, come i commenti. Anche le stelline sono molto cresciute. Quindi grazie.
Come avrete visto questi capitoli sono abbastanza importanti, perchè si conoscono meglio Giulia e Marco. Del prossimo non svelo nulla. Ho in mente tante cosucce per il corso di questa storia e spero vi piacciano e continuerete a leggere questa fanfiction.
Grazie ancora e saluti!

Il cuore nelle tracce // Ser TravisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora