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-C-Cosa?!- chiesi con voce tremante.

-Hai capito bene, ragazzina.-

-Ma... Perchè proprio io? È ubriaco, se vuole la porto in un posto sicuro.-

-No, ora. Non voglio andare in nessun posto sicuro.-

-E spegnilo quel cellulare, ho visto che l'hai solo messo i stand-by.- continuò con sguardo di fuoco.

Quest'uomo non sembra affatto ubriaco, anzi!

-Conosco ottime persone, io... Non ci riesco.-

-Spegni quel cazzo di telefono!- urlò.

Obbedii. Era strano che mi lasciassi sottomettere, ma ero giudata dalla paura in quel momento.

-Chi conosci, eh? Qualcuno che magari chiama la polizia?!-

-No, no. Non chiamerebbero mai la polizia.-

-Mh, vediamo dove mi porti...- disse con uno strano sorriso.

-Mi sa dire che ore sono?-

-Le nove; ed ora muoviti.-

Avanzai dei passi, camminando vicino a lui.

-Avanti!-

-Ma... È tardi, devo tornare a casa! Passerò guai se non rientro ora!-

-Non me ne frega. Cammina, muoviti.-

Dopo qualche minuto di camminata, lo portai a destinazione.

-Cosa?! Mi hai portato da delle troie?! Insomma, ci tengo alla mia salute!-

-Io... Davvero, mi lasci stare.-

-Vai! Mi hai rotto le palle!- urlò, per poi squadrarmi un'ultima volta e lasciandomi allontanare. Dopo qualche passo, sospirai profondamente. 'Cazzo!' pensai. Sto iniziando a credere che in fondo la sfiga non mi ama così tanto come credevo. Corsi molto velocemente, fino ad arrivare in prossimità della mia abitazione. Accesi subito il telefono e venni invasa dalle notifiche. Mi sedetti su una panchina che dava sulla strada e cercai di tranquillizzarmi. Avevo ancora il cuore che batteva all'impazzata, un po' per la corsa e anche per lo spavento causatomi da quell'uomo. Sbloccai il mio dispositivo e lessi. Vidi che c'erano parecchi messaggi da parte di Valerio che, dopo il mio audio, si era preoccupato, visto il contenuto dei suoi messaggi; in più c'erano sue numerose chiamate. Gli risposi subito, per non farlo preoccupare, dicendogli che mi si era scaricato il telefono. Lui non ci credette e dovetti raccontargli la verità -raccontando che un uomo non voleva avere un rapporto con me, ma togliersi solamente qualche altro sfizio peverso-, dopo molti tentativi di convincerlo di una bugia. Si arrabbiò un pochino per il fatto che gli avessi mentito un'altra volta, e come potrei dargli torto! Tornai a casa e, dopo essermi sorbita qualche urlo di rimprovero -per essere tornata tardi- dai miei genitori, mi rifugiai nella mia camera. Indossai il pigiama e, con il telefono in mano, mi straiai a letto. Dopo qualche altro minuto in cui ricevevo messaggi da Valerio tra il preoccupato e l'arrabbiato, -in cui mi diceva che avrebbe picchiato con forza quell'uomo se mai l'avesse incontrato ed avermi fatto spuntare qualche sorriso- decisi di dargli la buonanotte. Quella sera non dormii affatto, e non per ciò che era successo. È vero, mi aveva parecchio scosso quell'episodio ed avevo provato molta paura, ma pensai a tutte le persone che avevo accanto ed a quelle sparite per vari motivi. Pensai molto alla mia vita. Mentre di giorno potevo sembrare molto superficiale, alla sera ero 'profonda'.

La mattina seguente trovai il 'buongiorno' da parte di Valerio a farmi iniziare bene la giornata e il resto lo passai tenendomi in contatto con lui, che era ancora preoccupato per l'esperienza che avevo avuto ieri. Sono sicura che fosse geloso, o che almeno tenesse a me un bel po', a vedere quanto era arrabbiato e le volte ed i modi in cui mi tranquillizzava. Mi faceva sentire bene, protetta. Anche se eravamo a chilometri di distanza, immaginavo di stare abbracciata a lui: era ciò che avrei voluto, ma non per tranquillizzarmi -perchè lui ci riusciva anche attraverso un semplice messaggio-, ma per ringraziarlo. Era la persona più presente in questo momento, e no, non lo sentivo per avere compania, ma perchè davvero volevo che restasse. Anche se conosco poco 'Valerio', era una delle poche persone di cui mi importava, una di quelle che non avrei voluto se ne andassero, e non perchè era il mio idolo.

Il cuore nelle tracce // Ser TravisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora