68.

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«Giulia! Da quanto non ci vediamo!» esclamò Marco sorridendo ed avvicinandosi per abbracciarmi.
«Hey, come è andata?» chiesi con un sorriso smagliante.
«Beh, alcuni giorni mi sono un po' annoiato, ma tutto sommato mi sono divertito.»
«Ah, scusa, ora devo tornare a casa con urgenza, ci vediamo uno di questi giorni: è stato un piacere rivederti!» esclamai rispondendo alla telefonata di mia madre.

Ora Marco era di fronte a me e mi fissava con un sorrisetto. Dovrei essere nuovamente felice dato che ho rivisto un mio buon amico, ma vedere la sua faccia non mi trasmette più tutta questa gioia da quando sono ritornata a casa mia ieri pomeriggio dopo averlo incontrato ed anzi, sono un po' sospettosa.
Mia madre mi ha raccontato che quando lei e mio padre tornavano dal lavoro, trovavano Marco ad aspettarli al cancelletto d'ingresso di casa mia per avere informazioni su di me e chiedere come stessi e se fossi tornata. Lei è al corrente che io sono fidanzata con Valerio e che Marco nemmeno qualche mese fa aveva l'intenzione di fidanzarsi con me. Anche a mia madre la cosa non convince e crede che non sia un comportamento adeguato per una persona che prova solo amicizia nei confronti di un'altra.
«Non dovevi stare a Roma solo qualche settimana?» domandò con il suo sorrisetto provocante.
«Sì, ma se la cosa non ha infastidito i miei genitori, non vedo che problema devi avere tu nei riguardi di questo fatto.»
«Nessuno. Come ti ho detto ieri, la tua compagnia in alcuni giorni sarebbe stata ottima.»
«Ah, a proposito, cosa mi volevi dire quel giorno che mi avevi chiamato?» domandai curiosa facendo piombare il suo sguardo a terra.
«Marco...» lo rimproverai.
«È che mi sei mancata!» esclamò abbracciandomi facendomi sorridere.
«Sai che sarei tornata...» gli ricordai.
«Ci speravo. Credevo che rimanessi con quel Valerio per sempre.» pronunciò con una punta di acidità sciogliendo il contatto.
«Beh, sarebbe stato bello, ma sono dovuta tornare.» risposi già malinconica sentendo vicino a me una mancanza, come se solo il suo corpo vicino al mio potessero riempire quello spazio vuoto.
«Alla fine ti sei fidanzata...» sussurrò spostando lo sguardo su qualcosa di lontano.
«Sì, da tempo cercavo una persona che mi amasse.»
«Ce l'avevi sotto il naso...» sussurrò quasi impercettibilmente per poi avviarsi in una stradina a passi svelti.
Io? Sotto il naso chi avevo? Forse... No, impossibile. Forse intendeva che era lui quella persona? Non è possibile... Mi aveva detto che non gli interessavo!
«Marco, Marco!» esclamai, ma non accennava a fermarsi. Lo raggiunsi con una breve corsa veloce per poi farlo voltare verso di me. Vedevo nei suoi occhi la delusione, eppure io non avevo deluso nessuno anche perchè non me l'aveva detto che gli piacevo.
«Ma... Io non lo sapevo...» sussurrai piano, cosciente di averlo ferito, facendo scivolare la mia mano dal suo braccio muscoloso.
«Io... Non volevo farti del male...» sussurrai ancora.
«Avevi comunque la scelta di non fidanzarti con lui, nonostante non sapessi che io ti amassi. Se fossi stata davvero interessata a me, ci avresti provato e non saresti corsa tra le braccia di un altro!» urlò contro di me avvicinandosi troppo e gesticolando.
«Ma lui è il ragazzo che inseguo da una vita!» urlai spontanea. Mi riversò il suo disprezzo in uno sguardo, per poi vedere quegli occhioni grandi e verdi correre via dai miei per posarsi nel vuoto, mentre lui avanzava con passi pesanti e decisi, determinato ad uscire dalla mia vita.
«Marco, io ti voglio bene!» gli urlai.
«Ed io ti amavo.» rispose freddo senza voltarsi, sottolineando ciò che provava per me. Poi svoltò l'angolo e notai che stava percorrendo la strada verso il mio amato parchetto. Non sapevo se inseguirlo e tentare di risolvere qualcosa od ascoltare la ragione di Marco che non mi avrebbe mai voluta vicino sapendo che fossi fidanzata perchè gli avrebbe fatto più male di perdermi completamente.
Valerio saprebbe cosa fare, anche se mi consiglierebbe di non consolare Marco perchè lui non rischierebbe mai di mettermi in situazioni in cui potrebbe perdermi.
E come dice il detto 'parli del diavolo e spuntano le corna', il mio telefono squillò illuminandosi mostrando il nome di Valerio.
«Hey, amore, come stai?» esclamò e scommetterei su di me che in quel momento abbia sorriso.
«Ciao. Tutto bene.» risposi con un tono basso.
«Che succede?» domandò preoccupato.
«Niente.»
«Amò, dài, dimmi che ti prende.» mi incoraggiò.
«Non ti piace il soggetto, figurati il discorso. Non voglio dirtelo.»
«Dài, non fare così o vengo lì e te meno.»
«Vieni pure, però ti tengo qui.» dissi rallegrandomi un po', immaginando un vero incontro con lui.
«Magari Giulia...» sussurrò.
«Ti manco?» domandai.
«Sì, da morire. So' passati solo du' giorni, ma ti vorrei qui. Voglio fare l'amore con te e ti verrò a trovare prima perchè i miei poveri amici non ce la fanno a stare troppo tempo senza...» mi comunicò con un tono felice, interrompendo la frase per alludere a ciò che precedentemente aveva detto.
«Dài, che scemo!» esclamai ridendo.
«Non sei uomo, se no vedresti a quale difficoltà sono sottoposti...» ripetè alludendo.
«Ahh, va bene. Allora ti credo, uomo!» risposi sottolineando l'ultima parola per prenderlo volutamente in giro.
«Almeno so' riuscito a sollevarti il morale.» concluse tranquillo.
«Sì, grazie mille Vale.»
«Ora me lo dici che ti succedeva?» domandò curioso ed impaziente.
«Si tratta di Marco, per questo non volevo parlarne. So che non ti fa piacere.»
«No no, eccome! Qualsiasi cosa vi riguardi, io la voglio sapere.» rispose ed immaginai che in quel momento avesse corrugato le sopracciglia e nei suoi occhi si fosse accesa una scintilla di gelosia.
«Beh, l'ho incontrato ieri ed oggi e qualche minuto fa mi ha rinfacciato di non essermi accorta che, mentre io pensavo solamente a te, lui mi stava amando. Ora è andato al parchetto, credo, e non so cosa fare.»
«Ma che te ne frega di lui? Lascialo stare!» esclamò.
«Vale, non fare l'egoista. Mi spiace per lui, fa davvero male ciò che è successo e lo capisco.» spiegai in cerca di risposta.
«Tu vorresti consolarlo?» domandò, scandendo ogni parola, quasi incredulo ed avrei potuto mettere la mano sul fuoco che, mentre pronunciava quella frase, avesse ridotto gli occhi a due fessure.
«Sì, credo di sì...» risposi incerta.
«Così ti bacia e vaffanculo a tutto quanto!» esclamò arrabbiandosi.
«Hey, gelosone, starò attenta. Poi ti chiamo e se vuoi ti racconto cosa è successo. Va bene?» domandai tranquilla, cercando di trasmettere nel tono della mia voce l'amore che provavo per lui.
«È tanto che permetto che tu faccia ciò, stai attenta. Ti amo Giulia.» concluse.
«Ti amo anche io, Valerio.» risposi sorridendo e chiudendo la telefonata.
Ora sta a me rimanere nel fragile equilibrio fra Valerio e Marco, sempre se il secondo vorrà riappacificarsi.




†Spazio Autrice†

Ciao!
Trovo che in questo capitolo io abbia finalmente fatto qualche passo avanti nelle descrizioni, no? Sono soddisfatta!
Spero si sia capito che nel precedente capitolo era presente un'anticipazione, mentre all'inizio di questo un flashback che riportava al giorno in cui Giulia era ritornata a Verona, per poi riprendere la narrazione a ciò che sta avvenendo ed allineare il racconto con il tempo.
Vi piace se ogni tanto forse introduco cose simili o sono troppo complicate da capire?
Quanta dolcezza? Decisamente troppa!😂
Cosa ne pensate del capitolo? Se esprimerete un parere ne sarei entusiasta, mi piace sapere cosa ne pensate del contenuto e di come scrivo.
Se vedete errori di vario tipo, segnalatemeli pure senza problemi!
Grazie mille davvero, grazie a voi. Sono davvero felice che questa storia venga letta da così tante persone!

Giulia.

Il cuore nelle tracce // Ser TravisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora