72.

419 25 6
                                    

Percepii dei baci delicati sul mio viso e sul mio collo, ma mi rigirai nel letto con un sospiro. Sentii, poi, delle braccia stringermi la vita, ma sognare che fossero quelle di Valerio faceva più male della cruda realtà, ovvero che erano settimane che non lo baciavo né lo abbracciavo.
Mugulai, cercando un aiuto divino per alzarmi dal comodo materasso e per smetterla di autolesionarmi mentalmente sognando certe cose.
Quando quell'aiuto arrivò e tentai di alzarmi, le braccia che nel sogno mi stringevano avevano aumentato la presa ed ora mi stavano trattenendo. Troppo assonnata, seguii il loro volere finendo adagiata ad un corpo caldo.
Aprii istintivamente gli occhi di scatto, realizzando che quel torace sembrava troppo reale per essere un sogno.
Bruttissima mossa, perchè la luce che si era impossessata della mia stanza colpì la pupilla, facendomi socchiudere gli occhi. Mi ci volle qualche secondo per riaprirli completamente e mettere a fuoco le immagini.
«Buongiorno principessa
A quell'affermazione calda e bassa, le mie braccia scattarono automaticamente ad avvolgere il corpo al mio fianco.
«Valerio!» esclamai con voce ancora impastata dal sonno.
Percepii il cuore galoppare nel petto, sentivo le pulsazioni che facevano eco nella testa.
Valerio mi strinse a lui in un abbraccio che parlava al posto nostro.
«Mi sei mancato tanto...» sussurrai sincera premendo il viso contro il suo petto muscoloso.
«Anche tu, Giulia.» rispose mantenendo un braccio ad avvolgermi la vita ed una mano ad accarezzare i miei lunghi capelli.
«Mi hai fatto una sorpresa bellissima.» dissi ancora, lasciandogli un bacio sul collo.
Non pretese altro, aspettò pazientemente che mi risvegliassi del tutto ed assimilassi il fatto, per poi aiutarmi ad alzarmi e condurmi in cucina sorreggendomi con un braccio attorno alla mia vita ed uno sotto le gambe, facendomi ridere per la troppa dolcezza di quel gesto e passando le mie mani attorno al suo collo.
Mi lasciò un bacio sulle labbra che prontamente ricambiai, per poi adagiarmi su una sedia vicino al tavolo.
«Ben svegliata.» mi salutò mia madre con un grande sorriso.
«Sai, quando ha suonato al citofono non volevo aprirgli, si spacciava per il fidanzato di mia figlia. Poi l'ho scrutato meglio ed effettivamente i lineamenti del viso corrispondevano ai suoi scatti che mi avevi fatto vedere.» disse ancora, rivolgendosi a me.
«Hai visto? Te l'avevo detto che avrei conosciuto i tuoi parenti!» esclamò Valerio.
«E papà l'hai conosciuto?» domandai zuccherando il caffè nella mia tazza preferita, che si trovava sul tavolo affiancato da un cartone di latte e due brioches.
«Sì sì, era sul divano intento a guardare i risultati delle gare di Formula Uno che nemmeno si era accorto che fossi entrato.» mi rispose ridendo ed accomodandosi sulla sedia vicino alla mia.
«Mi avete preparato la colazione, grazie.» dissi sorridente fissando il liquido chiaro nella mia tazza.
«Valerio è arrivato qui con un sacchetto di brioches, il più l'ha fatto lui.» mi comunicò sorridente mia madre, guardando il ragazzo al mio fianco. Poi spostò nuovamente lo sguardo su di me, ma il mio era intrecciato con quello di Valerio, che mi stava accarezzando con il pollice il ginocchio in un gesto distratto.
«Penso proprio che dovresti trasferirti qui, poche volte Giulia si sveglia euforica.» continuò lei, facendo ridere entrambi.
«Modestamente, essere svegliati da un figo come me non è occasione da lasciarsi sfuggire!» esclamò ironico Valerio con espressione fiera e portandosi una mano al petto in un gesto teatrale, facendoci nuovamente ridere.
«Ah, ti sei svegliata, eh!» ghignò furba una voce alle mie spalle.
«Papà! Non usare quel tono!» lo rimproverai con voce scherzosamente esausta.
«Tranquilla, domani mattina io e tua madre lavoreremo, lo sai...» disse alludendo.
«Ma papà!» esclamai imbarazzata.
«È normale, vero uomo?» domandò a Valerio, che rispose con un cenno del capo ed un sorriso compiaciuto sul volto.
«Insomma, non dargli retta anche tu!»
«Di cosa state parlando?» ci interruppe una vocina squillante proveniente dal corridoio.
«Scommetto che avrai conosciuto anche lei.» dissi rivolgendomi a Valerio.
«Sì, ed è una grande! Molto più bella della sorella, tra l'altro.» mi rispose però fissando il suo sguardo in quello di mia sorella, che sorrideva compiaciuta.
«Ed anche meno pigra!» concordò lei.

-

«Voglio farmi altri piercing...» sussurrò Valerio al mio orecchio, mentre stavamo salendo le scale del condominio di mia nonna.
«Allora sappi che questa è la prima e l'ultima volta che vedrai mia nonna.» risposi allo stesso modo, seguendo una risata.
«Oh, ma ciao!» esclamò mia nonna salutando mia madre, ma fissando lo sguardo dietro di lei e curiosa di conoscere il mio ragazzo.
«Ciao Valerio!» esclamò lei squadrandolo dal capo ai piedi, quando mia madre entrò in casa lasciando lo spazio a lui per avanzare.
«È un piacere conoscerla.» le rispose ricambiando il suo abbraccio.
«Salta tutte queste formalità, entra, entra!»

«Devo dire che sei proprio un bel ragazzo.» si complimentò mia nonna, la stessa donna di sessant'anni che esprimeva idee contro i piercing fino al giorno prima.
«Su di lui stanno davvero bene.» mi parlò lei, voltando il capo nella mia direzione e rispondendo al mio pensiero che, probabilmente, era trasparso dallo sguardo che le avevo lanciato.

«Uh, sono già le cinque! Devo portare Das al parco!» esclamò mia nonna portando una mano al polso avvicinando l'altro braccio al viso, per leggere l'orologio e ricordandosi di dover portare il suo chihuahua a passeggio.
«Lo portiamo noi, nonna. Tranquilla.» la rassicurai facendo un cenno a Valerio, il quale si alzò, sorridendo gentilmente in segno di saluto.
«Volete rimanere per cena?» domandò, poi mia nonna.
«No, non vogliamo disturbare!» rispose prontamente mia madre.
«Ma devo far assaggiare a Valerio la mia pizza!» esclamò sorridente.
«Ah, tornate fra un'oretta, sarà più che sufficiente per Das. Portatemi la mozzarella, va bene di qualsiasi marca.» disse poi, alzandosi e poggiandomi nel palmo una banconota da dieci euro.
«Nonna, con questi mi ci compro la latteria!» esclamai ironica ridacchiando.
«Non importa, poi il resto te lo tieni.» mi rispose aprendoci la porta di casa.

«Di qua.» indicai a Valerio una volta usciti dall'abitazione, mentre tenevo il guinzaglio di Das nella mano. Lui mi stampò un bacio veloce sulle labbra, per poi afferrare la mia mano libera, intrecciare le nostre dita e stringerla.



Spazio Autrice

Hey, come state?
Leggendo la mia storia da persona che la scrive, la vedo in un modo. Mi farebbe piacere sapere come appare da "lettore" e se c'è qualcosa che volete dirmi in merito.
Comunque vi ringrazio per tutto.
Alla prossima,

Giulia.

Il cuore nelle tracce // Ser TravisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora