47.

550 38 25
                                    

Federico ed Elias si girarono nella mia direzione -dato che non ero molto distante da loro- e mi guardarono interrogativi. Poi si alzarono e vennero verso di me e capii che mi volessero dire qualcosa. Valerio, dopo il mio 'urlo' scoppiò a ridere, ma lo bloccai io.

-Ehm, Vale, aspetta due secondi in linea. Arrivo, eh.-

-Va bene, tranquilla.-

-Ditemi.- dissi rivolgendomi ai due ragazzi, scostando il telefono dal mio orecchio ed automaticamente portandolo all'altezza della mia spalla.

-Chi era?- chiese Elias.

-Nulla, era Valerio.-

-Ah, pensavo fosse Marco. Comunque noi andiamo a casa, sono già meno un quarto alle sette.- rispose Federico controllando il suo orologio da polso prima di riferirmi l'orario.

-Ah, cazzo, è tardissimo. Devo tornare anche io a casa.-

-Vuoi che ti accompagnamo?- chiese il ragazzo.

-No, grazie comunque.-

-Va bene, ci vediamo.-

-Sì, ovvio ragazzi. Ah, scusatemi se in questi minuti non sono stata con voi, ma dovevo risolvere una questione.-

-Tranquilla, poi ci sentiamo pure con gli altri. Ciao.- disse Federico e mi salutarono entrambi con un bacio sulla guancia. Appena si girarono, riportai il dispositivo all'orecchio.

-Allora? Ci sei?- chiesi a Valerio.

-Ma questo Marco sarebbe? Quello dell'altra volta? E le due voci maschili differenti? Ti volevano accompagnare a casa? Quegli schiocchi che sembravano baci? Sto 'ci sentiamo'? Che è?- rispose un po' alterato parlando a raffica.

-Ah, quindi stavi origliando.-

-No, cioè sì. Vabbe, tu potevi mettere il muto.-

-Ah, ora è colpa mia.-

-Rispondimi.-

-Ma sei geloso, per caso?-

-Cazzo dici, ho solo chiesto.- Sì, era arrabbiato.

-Oh, ma ti sei incazzato?-

-No, ho solamente chiesto.-

-Sicuro non ti interessi?- domandai trattenendo una risatina.

-Certo.-

-Dài, non mentire.-

-No, qui sei tu che mi menti.- Seriamente?

-Come puoi affermare una cosa del genere, Valerio? Ma senti quello che dici? Su che fondamenti dici questo?- risposi alzando la voce.

-Chi cazzo erano quelli?!- domandò anche lui nel mio stesso modo.

-Senti, se oggi c'hai la luna, fatti sentire quando t'è passata, okay? Mi sono rotta le palle di litigare con chiunque, chiaro?- risposi urlando.

-Se litighi con chiunque ci sarà un motivo, no?- domandò pacato. Un pugnalata al cuore. Scommetto che in questo momento abbia un'espressione facciale da prendere a schiaffi.

-Non farmi mandare anche te a quel paese.- risposi trattenendo il nervosismo.

-Perchè? Cosa ti cambierebbe?-

-Ma Cristo, tutti uguali siete: non capite una minchia!- risposi alterandomi: non ne potevo davvero più delle discussioni con chiunque.

-Ah, non capiamo una minchia... Eppure mi risulta che prima stavi parlando di un ragazzo con due ragazzi!-

Il cuore nelle tracce // Ser TravisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora