17.

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I miei genitori erano rientrati una ventina di minuti dopo che Valerio era andato via ed avevamo cenato.

Tornai in casa per controllare se non avessimo dimenticato qualcosa e mi persi nei miei pensieri. Mi dispiaceva lasciare quella casa in cui poco prima c'era lui.
Salii in macchina e continuai a guardare fuori dal finestrino: una parte di me sperava che Valerio uscisse da un non so dove e mi costringesse a rimanere a Roma. Ma forse stavo solamente sopravvalutando il significato di quegli incontri.
Così infilai gli auricolari, azionai 'Unhappy EP' e poco dopo crollai nel sonno.
Mi risvegliai di soprassalto a causa di un incubo in cui sognavo la fine della mia vita. Non mi succedeva spesso, per fortuna.
In ambito di pensieri negativi, quelli che mi tormentavano poco prima, riaffiorarono nella mente.
Era notte, mia sorella dormiva e mia madre era in dormi-veglia. Giocai con il cellulare su qualche applicazione insensata e poco dopo riaffondai tra le braccia di Morfeo.

Sbloccai il cellulare: 11.09.
Non avevo voglia di alzarmi dal letto. Ero felice di essere tornata nella mia casa che conoscevo come le mie tasche. Dall'altra parte, però, era presente il pensiero delle braccia di Valerio che mi cingevano.
Non ero mai stata una ragazza a cui piacciono gli atti sdolcinati e i contatti fisici vari, quindi faceva quasi strano pensare a certe cose.
Mi vibrò il telefono. Un nuovo messaggio.
Aprii WhatsApp: Marco mi aveva scritto.
"Hey, come stai? Ti andrebbe di uscire oggi?"
"Ei, va tutto bene. Scusami, ma sono tornata questa notte e sono stanca, grazie comunque dell'invito." risposi cercando di non essere sgarbata. Sinceramente non avevo voglia di vederlo. Poi rimasi ancora a letto a pensare a qualsiasi cosa mi venisse in mente, mi piaceva farlo.

Valerio
Ero nel mio letto a pensare a Giulia. Chissà se anche lei stava facendo lo stesso. Mi preoccupavo di non illuderla, ma forse ero io quello che stava esagerando.
Decisi di non pensarci troppo, altrimenti i miei pensieri non mi avrebbero più dato tregua. Uscii con i miei amici, poi mi recai in studio dove riuscii a registrare una traccia soltanto a causa della mancata concentrazione.

Erano passati ormai due giorni dalla partenza di Giulia. Ne avevo parlato con i miei amici, ma l'avevo solo accennata senza aggiungere le mie povere riflessioni personali. Mostrai loro anche alcune foto, trovandosi d'accordo nel dire che fosse davvero una bella ragazza.

-

Mi ritrovavo di nuovo in studio: un giorno in più era trascorso. Considerai varie volte l'idea di scriverle, ma mi pareva assurdo e talvolta senza senso ciò che pensavo.
Lo stesso giorno, salutai il mio amico Sac1, che si sarebbe allontanato da Roma per qualche giorno, mentre io tornai a casa concludendo la giornata fra i miei pensieri.


Giulia
Sinceramente dopo quattro giorni pensavo -e speravo- che Valerio mi scrivesse. Io non lo cercai per paura di disturbare, considerando anche il fatto che ha le notifiche delle direct piene e non noterebbe nemmeno la mia chat.
Volli trascorrere qualche ora alle Corti Venete, per avere del tempo per me stessa anche se andare a fare shopping era una cosa che odiavo, specialmente quando bisognava provarseli i capi d'abbigliamento.
Inevitabilmente, ogni volta che entravo in quel centro commerciale, speravo di incontrare Luca.
Erano le cinque e venti e decisi di fare un ultimo giretto a vuoto, solamente per passare un altro po' di tempo.
Mi abbassai per sistemare i lacci delle mie Vans che erano usciti dalla scarpa slacciandosi.
Ad un tratto sentii qualcuno picchiettarmi due volte la spalla con le dita.
«Hey, scusa...» disse la voce.
Mi voltai e mi ritrovai davanti proprio lui. Non ci potevo credere.

Il cuore nelle tracce // Ser TravisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora