Capitolo 14

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Bella era fortunatamente uscita dall'ospedale in ottima salute, ma ora l'aspettava un percorso molto più complicato, dove mi ero offerto di accompagnarla, seguendola passo dopo passo. Il Dottor Rossi aveva detto e ridetto più volte che si trattava di un incarico importante e per niente facile, però non sarei riuscito a farla aiutare da delle braccia che non fossero le mie.

Eravamo diretti verso il centro specializzato dove si trovava lo psicologo che ci avevano maggiormente consigliato, un certo Edoardo Mazzoni, per dare inizio a quella che sarebbe stata la risposta che mi sarei dovuto dare ogni volta che avevo paura che lei ricompiesse quel gesto.

"Eccoci, sembra questo il posto giusto" affermò lei, guardando attentamente verso la mia direzione. I suoi occhi brillavano, era curiosa e allo stesso tempo ansiosa, così innocente, ma molto probabilmente non lo era veramente, lo sembrava solo perché era all'oscuro di tutto quello che avrebbe dovuto affrontare.

Parcchiaggiai l'auto e contemporaneamente uscimmo, la sentii sospirare per l'esasperata stanchezza, aveva avuto solo qualche ventina di minuti per farsi una doccia, ma almeno non si era dovuta subire le lamentele dei genitori, di cui non avevo ancora sentito parlare nel minore dei modi.

Credevo che non entrare nell'argomento l'avrebbe fatta stare bene, poichè lei sapeva che quei pensieri erano giunti nella mia testa, e non aspettava altro, si stava preparando a quando mi sarei arrabbiato perché non aveva fatto altro che nascondermi tutto il suo passato.

Una cosa in particolare mi era rimasta impressa, il primo giorno che la vidi, quando eravamo diretti verso il Centro Commerciale, avevo detto di aver dedicato gran parte delle mie canzoni alla mia ex ragazza, e lei aveva letteralmente dichiarato di aver dato tutto al suo di ex, andando anche contro alla famiglia. Stavo valutando l'ipotesi che non fossero in buoni rapporti, che suo fratello, per non farsi beccare, avesse appoggiato la decisione dei genitori, buttandola fra le braccia di chi le stava attualmente facendo del male.

"Buongiorno, siamo qui per un appuntamento con il Sr. Mazzoni, è qui o siamo in anticipo?" cercai di porgermi nel modo più educato possibile, non essendo abituato e perciò alle prime armi con l'utilizzo di un linguaggio più appropriato.

"Il Signor Mazzoni è nel suo ufficio di consulenza in vostra attesa, mi segua" rispose rigidamente la Segretaria sui trent'anni dall'abbigliamento elegante e raffinato.

"Buongiorno, vi stavo aspettando ragazzi. Entrare. Grazie Stefania" sorrise, alzandosi in piedi per salutarci. "Salve, io sono Simone" gli porsi la mano, che lui strinse immediatamente.

"Siete fidanzati? So i vostri nomi, il Dottor Rossi ed io siamo amici e mi ha parlato di voi, proponendomi di occuparmi del vostro caso. Mi ha detto che sei strano per avere solo diciannove anni e che ti sei preso un incarico pesante" ci mise direttamente in imbarazzo.

"Siamo solo buoni amici" presi posto insieme a Bella, apparentemente in soggezione, visto che eravamo lì solo ed esclusivamente per parlare di un argomento che lei non voleva trattare affatto.

"Ah, vi conoscete da tanto quindi, si vede che fra voi c'è una bella sintonia e molta confidenza" tornò a sedersi pure lui, continuando a sbagliarsi sul nostro conto.

"In realtà ci conosciamo da poche settimane, ma non è per questo che siamo qui. Potrebbe riassumermi brevemente il percorso che Bella deve affrontare?" arrivai al punto.

"Ho pensato a qualcosa di semplice. Vista la motivazione credo che lei, Signorina Bella, sia molto fragile, per questo ho programmato una raccolta ampia di cose che la farebbero ragionare" rispose.

"Preferisco autodefinirmi con aggettivi diversi. Sono una ragazza che non si è mai abbattuta, ma in quel momento non ho saputo arrivare ad altra conclusione. Ho sofferto abbastanza nella mia vita" lo corresse.

"Allora mi correggo, ma non cambierà quello che ho in mente per lei. So che fa parte di un programma televisivo per inseguire il suo sogno, fare musica, se non sbaglio, questo è un suo punto a favore. Fare quello che le piace l'aiuterà parecchio" disse.

"Quindi non deve abbandonare il programma?" chiesi colpito, mi ero ormai auto-convinto del fatto che lei, e probabilmente anche io se la cosa si sarebbe complicata nel tempo, avrebbe dovuto salutare la breve avventura che aveva vissuto.

"No, assolutamente no. Quante ore alla settimana è impegnata in quelle attività?" domandò curiosamente.

"Dipende anche da me e dalle lezioni che faccio, dall'assegnazione dei brani, ma in media quattro pomeriggi su cinque. Andiamo negli studi ogni giorno però, passiamo del tempo in Sala Relax per degli incontri e alcune comunicazioni"

"Ho capito cosa fare con lei. Ogni giorno verrà accompagnata dal Signorino qui presente, dovrà lasciare a lui il cellulare per qualche settimana, visto che il problema proviene da lì, e concentrarsi sulla musica, finché non starà finalmente bene al cento per cento. Un'altra cosa importante che le consiglio di fare è sporgere denuncia a chi le ha mandato il famoso messaggio di cui sta parlando tutta l'Italia" ci informò.

"Tutto qui?"

"Dipende anche dai problemi che verranno fuori, se ci saranno, questo è il numero. Chiamatemi se qualcosa si complica, e mi raccomando, dovete stare sempre insieme. Ogni sera tu, ragazzo, dovrai dirmi come procede la situazione, voglio ogni dettaglio. Mi aspetto tanti progressi" ci alzammo in piedi per salutarlo nuovamente.

Non restava altro che far uscire la parte più vera di lei: non era affatto una cosa semplice.

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