Capitolo 63

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Le truccatrice e le parrucchiere avevano già fatto ingresso nella nostra casetta, per la puntata volevo fare una piega ai capelli abbastanza leggera e usare un make-up naturale sui toni del nude. In attesa che la truccatrice terminasse con Valentina, mi occupai io stessa della base facciale, cominciando da una crema idratante. Passai poi al fondotinta, al correttore, feci un leggero counturing utilizzando dei cosmetici in polvere che mi ero portata da casa. Terminai il tutto con illuminante che non poteva mai mancare nel mio make-up. Per mettere l'ombretto applicai prima del correttore e successivamente della cipria, finché non arrivò la truccatrice e mi creò una sfumatura [1] su toni rosei e scuri, infine mi attaccò le ciglia finte e completò con un lip gloss nude.

La ringraziai e poi andai in giardino perché erano già arrivate le telecamere a documentare ciò che accadeva prima della puntata, mancava un'oretta circa. I testi li sapevo tutti a memoria, le metriche pure, non avevo ansia per il palco perché quando cantavo era il mio unico momento di svago, dove mi sentivo me stessa al cento per cento. Per questo speravo di andare in terza fase, io e il direttore artistico, Luca Tommassini, avevamo preparato una bomba di esibizione sulle note di Hands To Myself insieme alle ballerine professioniste.

«Per questa prima puntata sono molto energica, pronta a tutto, voglio prendere ogni cosa in positivo e sono così carica che vorrei andare ora. Certo, essendo in prima serata ho un po' di ansia ma so regolarmi sotto questo punto di vista in certi contesti. Auguro comunque ad entrambe le squadre di passare una bella serata e spero che non esca nessuno dato che è la prima puntata!» raccontai.

Tornai in casetta per scambiare due parole con il resto della Squadra Bianca, mi cambiai, mi sistemai nuovamente, respirai, espirai, fumai, pensai, poi si fecero le nove.

«Merda, merda, merda!» urlammo insieme tenendo una mano sopra l'altra.

Quella sera le stelle erano numerose ma una in particolare aveva raccolto la mia attenzione, l'astronomia mi aveva sempre affascinata, ma da quando avevo qualcuno a cui pensare mentre mi meravigliavo di quanto un cielo potesse essere bello, aveva acquisito tutto un significato più profondo.

«Tranquilla, ora lo vedrai e capirai che ti sei fatta delle paranoie inutilmente» fui risvegliata dalla voce di Zic. Gli sorrisi e lo ringraziai, nonostante il mio comportamento tutti i componenti della squadra avevano cercato di essermi d'aiuto per superare quel problema, ciò mi aveva portato a pensare che forse avrei dovuto passare del tempo anche con loro e non solo con Simone. Nel caso l'avessi fatto sarebbe stato anche meno doloroso una volta divisi.

Entrammo nello studio e Michele Bravi, che poco fa era stato da noi, stava facendo una diretta con la squadra avversaria.

«Eccoli! Ecco la Squadra Bianca» sentii la sua voce, eppure la mia mente era altrove.

Il mio sguardo stava cercando Simone insistentemente, sembrava nascosto tra quelle orrende tute blu, che, come le nostre, sembravano dei Baci. Perugina.

«È lì! È lì!» gridò Filippo con un sorriso stampato sul viso e in un attimo mi ritrovai a incrociare lo sguardo di Simone.

Poi, il panico, un uomo della sicurezza ci fece entrare in una stanza abbastanza piccola e qualche secondo dopo Michele entrò con un cellulare in mano. Stava facendo una diretta su Instagram, ma questo poco mi importava.

«Come sta la nostra Bella?» domandò di me dopo aver parlato con gli altri, io non avevo ascoltato praticamente nulla.

«Ansiosa, voglio vedere Simone, era a un passo da me prima» mi lasciai andare senza paura di venire insultata perché troppo immatura.

«Mi dispiace ma dovrai aspettare di entrare in studio prima di vederlo, da lontano intendo» mi rispose mantenendo sempre quella positività che al momento mi dava sui nervi.

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