Mentre facevo una delle tante ore di lezione come ogni giorno, vidi una figura sbucare dalla porta. Sorrisi alla vista di Emma, vecchia coach della mia squadra, che personalmente adoravo per la grinta e la simpatia. La abbracciai, dovevamo preparare un duetto su Mi Parli Piano.
«Allora... come va? Tutto ok? Sei pronta?» mi chiese mettendosi una mano sul fianco, era evidentemente stanca, ma come potevo non capirla dato che stavo facendo avanti e indietro per le sale di canto dalle nove di mattina.
«Sì sì, va tutto a meraviglia e questo è un buon periodo per la mia concentrazione. Diciamo che stanno uscendo buone cose da questo Serale e che ogni canzone me la porto comunque nel mio bagaglio» le risposi usando qualche metafora.
«Sono contenta, tu puoi fare molto di più e ti assicuro che uscirà tutto fuori quando meno te lo aspetti. Non devi provarci, le cose vengono da sole, devi solo pensare a te stessa mentre canti» mi consigliò.
«Io lo faccio, è da quasi un anno che penso sempre e solo a me. Non potrei fare altrimenti. Non ci riuscirei neanche» continuai.
«È una bella cosa, beata te che ci riesci! Cominciamo a vedere la metrica del mio singolo, che dici? Inanzitutto dimmi se ti piace e se pensi di essere in grado di farlo, così ci leviamo il problema e lo cambiamo subito» tirò fuori un foglio dalla sua borsa. Si trattava del testo della canzone diviso in parti.
«No, assolutamente, a me piace tantissimo. È perfetto e io spero di farcela, non ho una grinta come la tua e non credo la avrò mai ma ce la metterò tutta per essere anche solo un decimo di quello che sei tu» sorrisi.
«Se parti prevenuta lasciamo proprio perdere, eh. Non hai modo di dire queste cose dato che qui dentro sei sicuramente fra i più talentuosi e oso dire l'unica internazionale fra i cantanti, ti aspetta una lunga strada e questo atteggiamento non ti aiuta affatto. Devi essere umile ma allo stesso tempo sentirti all'altezza o anche superiore in certe cose» disse.
Cominciammo così a lavorare sul pezzo, provandolo circa una decina di volte fino all'arrangiamento finale che mi piaceva davvero tanto. Lei se ne andò e io proseguii con le prove, fra i nuovi brani da preparare c'era La Notte di Arisa. Raramente dovevo cantare pezzi in italiano, non perché non ne fossi in grado, bensì i pezzi americani avevano meno significato e più divertimento: mi era più semplice interpretarli e alla gente piacevano di più.
Ad un certo punto Filippo e Simone fecero irruzione mentre cantavo e io nemmeno me ne accorsi, così, una volta vicini a me, mi urlarono dentro le orecchie. Sobbalzai dallo spavento e appena mi accorsi della loro presenza tentai di fare loro del male con dei ridicoli schiaffi sulle braccia.
«Dobbiamo provare i duetti e la corale giusto?» domandai incerta visto che non sapevo che sarebbero arrivati.
«Probabilmente la corale salta anche questa settimana per la tua sfida con Carmen che occuperà molto tempo, quindi passa in secondo piano. Facciamo i duetti» rispose Filippo.
«Okay, dove siete stati tutto questo tempo? Non pensavo che sareste arrivati più visto che è tardi ormai, fra mezz'ora dobbiamo tornare in casetta» parlai.
«Abbiamo incontrato altri produttori e abbiamo preparato le esibizioni per la terza fase, tu la tua l'hai già preparata ieri no?» mi parlò Simone dandomi un bacio sulla guancia come saluto.
«L'altro ieri, faccio IDGAF, contenti? Non riuscirete mai ad immaginare quanta roba è, solo donne come sempre sul palco e una coreografia fantastica» sorrisi entusiasta.
«Bomba! Che swag, questa la spacchi di brutto proprio» scosse la testa immaginando direttamente come sarebbe stata. Ci tenevo parecchio a quel singolo sopratutto per il significato e volevo farlo adorare a tutte le persone che l'avrebbero ascoltata.
«Ragazzi, mi dispiace ma è proprio ora di tornare in casetta. Domani mattina venite e iniziamo subito con i duetti, dobbiamo sbrigarci perché poi venerdì pomeriggio ci sono le prove e non hai neanche il tempo di aggiustare due cosette. Voi intanto stasera ripassate per bene così questo problema ve lo levate» ci disse Francesco.
«Ah, okay. Allora a domani, grazie Francè» lasciai tutti i fogli lì ed uscii insieme agli altri due salutandolo ancora con la mano. Marika, una dello staff, ci accompagnò fino alla casetta per poi darci la buonanotte nonostante fosse ancora presto.
Trovammo degli scatoloni di pizza sopra al tavolo e Brayn seduto sul divano solo soletto.
«Come va B? Ti stavi annoiando? Tranquillo che è arrivato l'uragano Walmart» gli sorrisi occupando il posto alla sua destra.
«Bene bene, sono solo stanco. Meno siamo più coreografie ci danno, è dura qui dentro» raccontò facendo intravedere la sua fatica e la sua debolezza.
«Che te posso dì, sono rimasti i più meritevoli e tu rientri fra questi, dovrebbe essere uno stimolo per mettercela tutta. Avrai tempo per riposare fuori da qui. Sono difficili le coreografie e per questo stai in para?» gli chiesi, cercando di aiutarlo a sfogarsi.
«Certo, questo è certo. Ma ci sta no, essere stanchi. Ora voglio solo dormire, se vuoi possiamo parlare domani. Grazie» si alzò in piedi.
«Non ti fumi una sigarettina con me e gli altri?» lo guardai accovacciata sul divano come se fossi una bambina, lui fece di no con la testa sorridendomi come per ringraziarmi per averlo ascoltato e io ricambiai.
Raggiunsi poi gli altri e iniziammo a discutere delle nostre difficoltà. Simone ripite un sacco di volte di avere difficoltà dell'intonazione con Il Pescatore, brano che aveva già eseguito durante l'esame di riammissione. Al Serale voleva dimostrare di essere migliorato e fare una canzone già cantata in precedenza sarebbe stata una prova fondamentale.
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La Nuova Stella Di Broadway.
FanfictionSimone Baldasseroni, in arte Biondo, classe '98, è il classico rubacuori, difatti si è avvicinato alla musica grazie alla sua ex ragazza. È sensibile, genoroso, protettivo con chi ama e con chi vede debole, cerca sempre di prendere ogni cosa in modo...