Capitolo 53

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Finalmente marzo, con la primavera e tantissime novità che avrebbero fatto ribrezzo sul mio sogno musicale, quel pomeriggio sarebbero state assegnate le prime maglie del serale per certo. Aprile si avvicinava sempre di più e l'ansia cresceva, ognuno pregava per quella piccolissima percentuale di speranza. Mancavano pochi minuti e la diretta del pomeridiano sarebbe cominciata, indossavo una salopette di cotone con il mio nome e il logo del programma ed una t-shirt semplice sotto, insieme alle scarpe uguali che tutti dovevamo mettere.

Uno dopo l'altro entrammo salutando il pubblico, a seguirci furono i professori e poi toccò alla conduttrice che governava tutto, nonché Maria De Filippi. Salutò il pubblico, i professori e poi noi alunni, fissandoci come al solito con un sorriso stampato sul viso.

«Allora, come va? Ansia? ─ chiese continuando a sorridere ─ Fate bene, oggi consegneremo le prime maglie del Serale in partenza sabato sette aprile. Ma prima di parlare di questo vediamo la sigla con i professionisti.. la coreografia è di..? Ah, Veronica!».

Con quelle parole spiazzò tutti noi, probabilmente nessuno diede una sola occhiata alla sigla, eravamo tutti impauriti, troppo poco preparati ad una notizia del genere. Lo immaginavamo, ma un fattore importante era il meccanismo.

«Grazie a tutti i professionisti, ora partiamo subito con ciò che vi ho anticipato prima. Stamattina, quando avete consegnato i cellulari, sulla pagine Vodafone Unlimited è stato chiesto un nome che si sarebbe presentato davanti alla commissione. Uno fra i metodi per entrare al Serale è avere tre sì su quattro, i posti sono dieci ma possono prolungarsi. Dovete rientrare fra i primi due nomi dei professori, o almeno tre di loro. Capito?» spiegò brevemente. Noi annuimmo.

«Vediamo chi è stato scelto sulle pagine Vodafone Unlimited... Bella!» annunciò guardando insieme a tutti noi il breve filmato. «Devo scendere?» domandai nervosamente, lei mi rispose di sì.

«Quindi, ora la commissione di canto esprime il suo voto che varia dal sì o dal no con, molto probabilmente, una motivazione. Al terzo sì tu ottieni ufficialmente la prima felpa del Serale di Amici17. Con chi vuoi partire?» mise in chiaro il meccanismo.

«Mh, è indifferente. Se proprio devo dare un nome dico Carlo Di Francesco» feci spallucce fingendo di non star per avere un infarto.

«Per me è sì e ti dico di più, sei il mio primo nome. Bella ha tecnica, ha estensione vocale, è carismatica, piace al pubblico, sa essere sia contemporanea che antica, si trova bene con qualsiasi genere di pezzo e in qualsiasi lingua. Lei è l'esempio della gente che dovrebbe stare qui dentro» disse apertamente. Lo ringraziai sorridendo.

«Per me è sì, a me Bella piace e non l'ho mai negato. Una cosa su cui la farei lavorare è lo scrivere i pezzi e saper interpretare sempre, anche quando si è giù di corda. Io voglio che tu anche quando sei triste sai cantare un brano carichissimo e che quando sei felice sei in grado di farmi una canzone di un mood grigio e penso che lo scenario giusto per dimostrarmi che ce la puoi fare è quello del Serale» continuò Paola Turci. Ringraziai anche lei e sentii le lacrime arrivare agli occhi, credevo che le mie possibilità fossero limitate, sopratutto se ero la prima a ricevere la felpa.

«Anche il mio è un sì ─ si sentirono delle urla fortissime da parte da delle ragazze con un cartellone in mano, io smisi di respirare per un attimo ─ Tu mi regali tantissime sensazioni positive ed ogni esibizione te la porti a casa. Non potrei dire altro».

«Bella si contende quindi la prima felpa del Serale, congratulazioni» disse Maria con un tono di voce più alto viste le urla.

Cominciai a piangere per l'emozione irrefrenabile, ringraziai i professori e poi mi buttai a capofitto fra le braccia della persona che più mi aveva spronata a non abbandonare mai, a dare tutta me stessa, nel bene o nel male. Simone. Quando ci staccammo, ovvero dopo una serie estesa di secondi, lui mi diede un bacio pieno di felicità sulla guancia per poi sorridermi.

«Sono così fiero di te» sussurrò, riuscii fortunatamente a sentirlo. Abbracciai i ragazzi uno ad uno e poi tornai finalmente a posto, con un qualcosa di diverso, non una felpa, si trattava proprio di una voglia complessa di dare il meglio d'ora in poi e di non lasciarmi abbattere da niente.

«Com'è lì? Tutto okay?» chiese Maria ridendo, dopo essere tornata a posto pronta per dare inizio alla sfida a squadre.

«Così e così, giuro non riesco a crederci. È inspiegabile. Non penso di riuscire a riprendermi entro la settimana prossima, o anche entro al Serale. Non ci credo, veramente» mi lasciai andare alla verità.

«Biondo, tu che dici?» lo fece intervenire.

«Se lo merita tantissimo, più di chiunque qui dentro e sono molto felice per lei anche se non avevo dubbi sulla sua entrata al Serale» rispose dolcemente.

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