Capitolo 58

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L'idea della serata era un po' preuccupante per me, non mi piaceva far entrare Bella tra le mie vecchie abitudini. Tutto ciò rappresentava per me la quotidianità prima che arrivasse a lei a stravolgermi completamente ed era per questo che ero un po' incerto.

Lei si stava sistemando in bagno, aveva optato per una maglietta trasparente con sotto un top in pizzo di colore nero, insieme ad una gonna in jeans del medesimo colore, con dei lacci ai fianchi che la lasciavano un po' scoperta. Tacco dodici ai piedi, un rossetto rosso fuoco a differenziare la sua esteriorità ed eravamo pronti.

Insieme ai miei amici di vecchia data avevo deciso di trascorrere la serata insieme a Filippo ed Einar, le persone con cui più avevo legato durante il programma. Mancava davvero poco alla fine e io mi sentivo completo, avevo fatto più di quello che mi aspettavo ed ero finalmente realizzato a fare di quella passione un lavoro ad ogni effetto. Non restava, perciò, che festeggiare, e non c'erano feste migliori che quelle organizzate da Brian, uno dei miei migliori amici di sempre.

«Sei veramente una meraviglia, non solo stasera, ma sempre, oggi in particolare» ammiccai. Lei mi sorrise a trentadue denti spostando i capelli leggermente mossi dell'altro lato.

«Andiamo?» chiese con il suo tono di voce sbrigativo, ora che era finalmente pronta. Feci di sì con la testa e mi alzai dal suo letto, cercando goffamente di sistemarlo nel più veloce dei modi. Uscimmo dalla stanza e incrociammo i due nel corridoio.

«Raga, pronti per stasera?» domandò Filippo mentre infilava il cellulare nella tasca destra, per poi indietreggiare il ciuffo.

«Sì, Einar dov'è finito?» chiese Bella mentre si guardava attorno cercandolo con gli occhi, ma sicuramente si stava ancora preparando. Ci metteva sempre molto tempo, anche troppo.

«Non lo so, venite qui. Vi faccio una foto» ridacchiò divertito dalla mia faccia, cacciò nuovamente fuori il telefono e ci scattò una foto. Non la guardai, ma sapevo che aveva scattato

«A proposito di foto, domani sera ho uno shooting. Ti va di venire? Facciamo qualche fotina insieme e poi sai che non mi va di andare senza di te» mi disse Bella.

«Certo, non ti farei mai andare da sola con quel maniaco del tuo fotografo» sorrisi compiaciuto per la sua proposta.

«Quante volte te lo devo dire che non gli piacciono le donne?» alzò un sopracciglio. Filippo rise guardandoci come se fossimo in un programma tv di coppie che si scannavano.

«Siete stupendi» continuò a sorridere, mentre Einar ci raggiungeva chiudendo la porta della stanza.

«Tra l'altro siamo anche divertenti, prendi nota! Andiamo, quindi? Con quale macchina?» chiese Bella fargugliando.

«La tua, cazzo. Se andiamo lì con una Lamborghini chissà quante ragazze ci vengono dietro» spiegò Filippo, avevo paura che quella frase l'avesse fatta rimanere male. Faceva tutto riferimento a quel coglione del suo ex e io mi stavo rendendo conto che non sarebbe mai stato un capitolo chiuso al cento per cento.

«L'ho ridata al mio ex, mi faceva schifo tenere una cosa che mi aveva regalato lui. Inoltre sei l'unico single tra noi»

«Ma che single e single, sta sempre attaccato a Nicole questo qui» lo prese in giro Einar quando eravamo nell'ascensore.

«Siamo solo amici, lo sapete. È inutile dire cazzate per niente, scusa per prima, Bella. Non intendevo fartici pensare o addirittura farti stare male, questa deve essere la nostra serata» si scusò Filippo.

«Oh, ma figurati! Sono passati un po' di mesi eh, ormai è un capitolo chiuso» lo rassicurò.

[...]

«Vaffanculo, figlio di puttana ─ sbroccai completamente, prendendo il ragazzo per il colletto della camicia aggressivamente, ma lui scappò via e riconoscerlo fra la folla mi risultava impossibile ─ Stai bene?»

«Sì, tranquillo» mi mise una mano sul braccio, con i capelli bagnati era ancora più sexy e le frangette che le cascavano sul viso le davano decisamente un'aria selvaggia. Quasi sentivo il bisogno di tornare a casa, conoscevo alla perfezione le menti perverse di ognuno dei miei amici e da un solo sguardo potevo riconoscere ogni intenzione.

Cercammo di camminare per la pista, trovandoci davanti ad un tavolo. Uno dei ragazzi lì seduti si rivolse a lei con un nomignolo poco sopportabile secondo il mio parere, Bella lo notò e si voltò. I ragazzi le sorrisero maliziosamente, immaginando che io non fossi il suo fidanzato, bensì un amico di letto e speravano di occupare il mio stesso posto un giorno non troppo lontano.

Lei si girò e tirò uno schiaffo fortissimo ad uno dei ragazzi, probabilmente il colpevole del gesto. Lui si mise automaticamente la mano sulla guancia per il dolore e Bella sorrise soddisfatta.

«Fai un favore all'umanità, tesoro ─ prese uno spinello dal portacenere con il pollice e l'indice portandolo tra le labbra ─ Ammazzate cor gas»

E a quel punto ce ne andammo, senza proferire ulteriore parola, ero troppo ubriaco per proibirle di fumare quella roba, non ero in me, e sentivo che non sarebbe stato difficile compiere un'altra cazzata.

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