Capitolo 83

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I sensi di colpa mi stavano uccidendo interiormente da giorni ormai e io non sapevo più che fare, mi odiavo e non sapevo come avrei agito, se le avrei rivelato tutto sull'orlo della disperazione o se sarei rimasto impassibile, a dire bugie su bugie per difenderne solo una che ne valeva un miliardo. Quella sera ci sarebbe stata la finale e speravo con tutto me stesso di vederla vincere, doveva splendere senza di me perché io non me la meritavo affatto.

Probabilmente lei non doveva più andare dietro a delle persone della stessa età, meritava qualcuno con le spalle più larghe delle sue, qualcuno di maturo che non sprecava il tempo a fare certe cose. Meritava qualcuno che l'apprezzasse in tutto ciò che faceva, e la cosa che mi faceva più rabbia era che io lo facevo, ma determinati errori mi portavano a pensare che forse dovevo solo lasciarla andare.

Dirglielo, vederla soffrire soffrendo il doppio, aspettare che le passasse e vederla anche esaudire quel sogno di trasferirsi e fare musica. Avrebbe potuto insultarmi e dirmi che ero un merda e sì, mi avrebbe fatto male, ma sarei riuscito ad accettarlo perché me lo meritavo.

La produzione mi aveva invitato ad andare nello studio per essere con lei nel caso vincesse, eppure io non sapevo se andare o meno. Preferivo scomparire dalla sua vita, senza guardarla negli occhi e volermi ammazzare per ciò che avevo combinato. Avevo preso in considerazione l'idea di scriverle una lettera, o un semplice bigliettino con su scritto 'Ti ho tradita'. Qualcosa non d'effetto, ma dopo tutto quello che c'era stato fra di noi, non c'era un modo per non farla stare male.

La domanda principale era se sarei andato, se così fosse stato le avrei dovuto dire tutto e le avrei rovinato un momento per cui aveva lottato per mesi e avrebbe raddoppiato il dolore di entrambi. Se invece non glielo avessi detto una volta con lei, me lo avrebbe rinfacciato quando qualcun altro sarebbe stato informato.

Sul web le persone erano convinte di un tradimento da parte mia, la mia assenza dai social aveva fatto intuire il quanto, le nostre fanpage stavano smettendo di seguirmi e anche le persone a cui lei non stava simpatica mi avevano insultato. Il nostro amore, per quanto volessimo tenere riservata la nostra vita privata, era chiaro a tutti quanto fosse stato intenso e profondo, tanto da diventare un punto di riferimento per alcune ragazze sognanti.

Come avrebbe reagito il pubblico se fossi andato ad abbracciarla?

Dovevo dirglielo prima che lo venisse a scoprire tramite un sito di gossip, o tramite una nostra vecchia fan, vecchia perché era come se avessi fatto di tutto per farmi odiare e, ora come ora, non potevo nemmeno lamentarmi perché stavo pienamente dalla parte del torto.

Vai, pensai. Vai, e dille tutto. Falla finita lì. Vattene e non guardarla neanche. Le passerà. Come passerà a te. Forse qualche notte in bianco la passerai, forse saranno anche più di quanto ti immagini, ma te le meriti. Hai fatto un errore impagabile, e lo hai fatto con una persona che tutto potevi fare tranne che quello.

Quante promesse ci eravamo fatti, poche ne stavo mantenendo, forse nemmeno una. Ci eravamo promessi il paradiso, ed ecco che le stavo dando l'inferno. Prima gliel'avrei detto, prima mi avrebbe dimenticato.

Presi una giacca a caso e mi diressi verso gli studi, sarei stato dietro le quinte fino al suo arrivo, e poi avrei provato a far uscire tutto lo schifo che avevo fatto quella notte.

Fissai davanti a me per tutto il tragitto, non avevo chiesto a nessuno di venire con me, ma ne sentivo il bisogno di qualcuno che potesse darmi conforto. Lo sapevo, me lo sentivo che non era la fine di un amore, non da parte mia. Sarebbe stata la fine di noi due come coppia, della fiducia che lei nutriva nei miei riguardi, eppure l'amore nonostante la distanza e l'odio non finiva.

Nell'amore c'è l'odio.

Qualche minuto alla puntata, sentivo le urla del pubblico rivolte a chi ancora era rimasto in gara; Bella, Filippo, Einar e Lauren. Sicuramente Lauren non sarebbe stata altro che la vincitrice del circuito ballo, e se ne sarebbe andata per prima. Bene o male la finalissima sarebbe stata fra Bella e Filippo, le due persone con cui avevo legato di più all'interno del programma.

Sguardo assente, mi fidavo della forza di un ricordo a caso, non avevo nulla con me, se non la sfaccettaggine di essere venuto, di osare congratularmi per il suo percorso indipendemente dal finale. Frasi a metà, stupide frasi a metà, paure, nove di sera, mani che tremavano ma che non sudavano, depressione di primavera.

E poi, quel forte boato quando Maria diede inizio alla puntata.

I quattro finalisti entrarono vestiti eleganti, Bella era mozzafiato, a vederla mi veniva da inventarmi un vocabolario, ma in quel caso dovevo solo starmene zitto, in silenzio.

La prima sfida decisa dal televoto fu fra Lauren e Bella, quest'ultima poteva scegliere cosa cantare. Thinking 'Bout You, quella nostra stupida canzone d'amore. E al solo pensiero che me la stesse dedicando, che non vedesse l'ora di stringermi fra le sue braccia, volevo uccidermi. In me c'era solo il desiderio di amare, in maniera pura e senz'alcun tipo di interesse.

Avevo perso la fiducia in me stesso, qualsiasi cosa potesse capitarmi in passato era una buona scusa per continuare ad avere un'autostima alta, sopratutto umanamente. Avevo rovinato sei mesi di amore, perché dal primo attimo in cui l'avevo vista me n'ero innamorato follemente.

Fra una delle fasi nella fine di un amore, c'era infine, l'accettazione. Dubitavo che per me ci sarebbe stata, non sarei mai riuscito ad implicarmi il consenso, l'approvazione e la comprensione della rottura definitiva. Un'altra delle fasi, fra le iniziali, era la colpa, si manifestava quando si cercava il responsabile di quanto accaduto. Non avevo nessun motivo per lamentarmi, la colpa era mia, al cento per cento, era tutta colpa mia e non c'era giustificazione plausibile.

Più la vedevo, più mi mancava l'aria e più mi si bloccava il cuore.

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