Capitolo 61

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La voce di Valentina mi tirò fuori dal tremendo sogno che stavo facendo, mi riparai gli occhi con il dorso della mano mentre tentavo di mettermi seduta, per capire dove accidenti ero finita. Aprii gli occhi in una frazione di secondi e mi resi conto di essere in casetta, intanto i ricordi del giorno precedente mi riaffiorarono nella mente. La testa era ancora dolorante e sentivo gli occhi pesanti a causa del pianto che non ero riuscita a trattenere.

Imposi a me stessa di alzarmi e, con lentezza, mi diressi verso la valigia che a malapena ero stata capace di svuotare. Presi tutto il necessario per cambiarmi e mi coricai in uno dei due bagni lì presenti per farmi una doccia.

«Buongiorno» mi disse Filippo per poi sbadigliare. Era l'unico con cui avevo legato lì dentro e anche l'unico che aveva cercato di consolarmi e tirarmi su il morale. La cosa più bella era il fatto che io fossi sicura che non lo stava facendo sotto richiesta di Simone, ma perché ci teneva a me.

Ricambiai il buongiorno ed entrai in bagno, ci impiegai una buona mezz'ora a causa del mio cattivo umore, ma quando mi ricordai che non altre due persone dovevano entrare dopo di me velocizzai tutto. Asciugai i capelli usando i cristalli liquidi rendendoli liscissimi con l'aiuto di un pettine termico, mi vestii e finalmente uscii per fare colazione.

Andai in cucina trovandoci Zic e Luca intenti a tostare del pane, chiesi loro di mettere due fette anche per me. Tirai fuori la crema alle nocciole e cacao, spalmandone una generosa dose sulla due fette. Verso le nove ci sarebbero state consegnate le assegnazioni con un filmato, la produzione aveva anche detto che ogni professore avrebbe espresso il proprio parere su ognuno degli allievi sempre in altri filmati e questo mi preuccupava.

«Ehi, come va?» mi chiese quest'ultimo, che apparentemente sembrava avere un'aria felice e rigorosamente fiera.

«Non se vede abbastanza?» quasi sbottai, non aveva senso chiedere se stavo bene quando si poteva facilmente intuire e capire guardando il mio aspetto.

«Dai, non fare così. Questa settimana dobbiamo spaccare tutti per vincere, forza Bianchi!» grido Zic pieno di entusiasmo.

«Ma che cazzo ti urli, saranno le nove di mattina!» continuai a comportarmi come se mi stesse andando tutto storto, invece qualcosa di positivo c'era, sotto sotto.

«Raga, calmi» intervenì Valentina prima che scoppiasse una lite.

Sbuffai e decisi di non fare colazione, uscendo fuori per fumarmi una sigaretta in pace. Era caldo, molto caldo, mi sarebbe piaciuto passare i primi giorni di vero caldo con Simone, ma in realtà mi sarebbe piaciuto fare tutto con lui. Avevo già cominciato a farmi delle paranoie, lui, con delle ragazze, senza di me, chissà cosa stava combinando.

«Dov'è Bella?» sentii la voce di Filippo provenire dall'interno, e in men che non si dica me lo ritrovai seduto sull'altro divano, dato che essendo sdraiata avevo occupato tutto il posto.

«Allora.. come va?» mi domandò mentre si scrocchiava le dita.

«Oh, questa domanda..» sussurrai a bassa voce ma lui riuscì a sentirmi ugualmente.

«Siamo solo preuccupati per te, hai solo due mesi o anche di meno qui, Simone ce l'hai per tutto il tempo che vuoi. Goditi questa esperienza, e inizia a farlo da oggi. Sei già partita male, puoi pur sempre rimediare» mi fece un sorriso che sperava ricambiassi.

«Se solo fosse facile, ti prego, voglio stare da sola. È un mio momento, rispettalo, magari fra cinque minuti rientro che sono un'altra persona. Sono fatta così, lasciame perde, so' un caso perso ormai» gli chiesi di rientrare nel più carino dei modi.

Lui sospirò e si alzò a malinquore, ma prima di rientrare mi disse che mi avrebbe richiamata quando ci sarebbe stato il filmato. Annuii e da quel momento in poi mi fumai all'incirca cinque sigarette, finché non venni chiamata.

Presi posto nel divano centrale, l'unico tra l'altro, in attesa di ricevere le assegnazioni per la prima puntata. Vari minuti di filmato vennero dedicati al meccanismo del Serale, e quando arrivammo alle assegnazioni, si cominciò con la prima fase. L'ospite della serata era Laura Pausini, quindi sia i bianchi che i blu avrebbero cantanto la corale iniziale con lei.

Si passò poi alla seconda fase, la prima ero proprio io, mi avevano assegnato Be The One, il mio inedito, New Americana di Halsey, Starving di Hailee Steinfeld e Summertime Sadness di Lana Del Rey. Oltre alle singole assegnazioni dovevo preparare un duetto con Filippo su Up di Olly Murs e Demi Lovato. Invece, in terza fase, se ci fossi arrivata, avrei fatto un pezzo di Selena Gomez proposto da Zerbi, Hands To Myself.

Si trattava di una settimana abbastanza complicata da farmi pensare solo alla musica, anche se, la notte, una volta nel mio letto, avrei cominciato a farmi i problemi e a pensarci anche troppo.

[...]

Non avevo mangiato quasi niente per cena, non ero dell'umore giusto. Avevo fumato un altro po' e poi ero andata a letto, ero solita a dormire con poche cose addosso, perciò lo staff mi aveva fornito dei top da ballerina in realtà scomodi.

Condividevo la stanza con Filippo e Daniele, mentre nell'altra camera c'erano quattro letti. Si stavano tutti divertendo nel giardino, ma io non mi sentivo in me, mi mancava una parte, mi mancava Simone. Da quando avevo messo piede nel programma lui era stato accanto a me, dal primissimo giorno, le uniche volte in cui non ci eravamo visti erano a causa mia o a causa delle vacanze.

Presi dal cassetto le bandane che mi aveva dato quando ci eravamo salutati, le annusai entrambe e poi capii qual'era quella di Simone. Avrei dovuto dargli anche io la mia, ma non ci avevo pensato, ero sicura che l'unico problema fosse l'entrata.

«Smettila di piangere, non ha senso e neanche un motivo ─ disse Filippo sedendosi sul suo letto ─ E no, non vado dagli altri, ti ho lasciata da sola prima e non lo rifarò ora. Perché stai piangendo? Lo sai che non devi dubitare dei suoi sentimenti, ha sempre pensato a te, ha litigato con tutti per stare con te. Di cosa hai paura?»

«Che ne so... ho paura che magari stando senza di me si accorga che non sono poi così importante, che può facilmente stare senza di me quando per me è il contrario» gli risposi piangendo e singhiozzando come un'idiota.

«Ho paura che ieri era il nostro ultimo giorno da fidanzati, che i suoi sentimenti per me cambino dall'oggi al domani, mi sento una cogliona e so perfettamente cosa diranno sui social: è passato un giorno e questa già piange. Ma avendolo conosciuto qui è difficile farne a meno, mi è sempre stato accanto, capisci?» continuai.

«Capisco, e mi dispiace vederti così. Lui non vorrebbe, in ogni caso. Vorrei dirti che ci sta che stai messa così ma non ci sta per un cazzo» commentò.

«Ma non c'è un modo per vedere dal nostro giardino la casetta dei blu? Chissà quanto casino stanno a fa', capirai se Simone si ricorda della mia esistenza» mi alzai dal letto.

«Ma dai, tu stai impazzendo. Comunque, sì cazzo, possiamo provare a trovare un modo per vedere la casetta dei blu. Andiamo, almeno non facciamo la figura dei depressi» mi chiese di seguirlo.

Uscimmo così in giardino, io mi accesi un'ulteriore cicca.

«Ma quante ne hai fumate oggi?» mi domandò Valentina. Filippo la bloccò e le disse che non era giornata, io mi limitai a sorridergli dato che non aveva fatto altro che cercare di farmi stare bene da quando eravamo entrati in casetta.

«Vieni qui, sali sulle mie spalle così magari riesci a vedere qualcosa» propose. Andai verso di lui e feci come mi aveva chiesto, lì c'era un muro bianco che impediva l'ascolto fra le due casette, ma non era poi così alto.

A stento riuscii a vedere la testa di Lauren, così cominciai ad urlare il nome di Simone a ripetizione, finché Mauro, un facente parte dello staff, mi bloccò perché rischiavo la squalifica.

«Grazie lo stesso, Fili. Magari la prossima volta sarà lui a cercarmi»

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