Cercare di pensare a qualcos altro che non fosse ciò che mi aspettava fra poco era una missione impossibile, ero diventata talmente stupida da credere che farmi i capelli da sola sarebbe stato un buon metodo per non pensare al peggio come ero solita a fare. Finii di rendere ondulata l'ultima ciocca di capelli e mi alzai, mi ero truccata leggermente e da sola, usando strumenti come piegaciglia, il beauty blender e molti pennelli.
Aggiunsi dell'illuminante sulla parte superiore del labbro e sulla punta del naso, per poi mettermi le scarpe e correre nel camerino di Simone. Volevo abbracciarlo, riempirlo di baci finché non sarebbe arrivata l'ora, non potevo anche solo minimamente immaginare come sarebbe stato continuare il percorso senza di lui.
Tutto era cominciato con lui, mi aveva difesa da tutto e tutti, aveva rinunciato a delle amicizie più o meno importanti per starmi accanto quando ero la prima a scappare senza neanche avvertirlo, mi aveva amata, fatta sentire unica, mi aveva resa felice per quella quantità di tempo che ripagava ogni anno pieno di sofferenze e drammi, facendomi sentire grata ad un Dio a cui fino a poco tempo fa non credevo.
«Dai, non fare così, andrà tutto per il meglio... Se fai così io parto davvero in modo negativo e non penso sia un bene. Se finiremo in squadre diverse, cazzo, ci vedremo alle prove, faremo di tutto per stare in contatto, questo è poco ma sicuro» mi tranquillizzò.
«Mancano pochi minuti, fai il tifo per me e speraci, prega, basta che non pensi al peggio. Che poi, di tanto brutto non ha niente. Se non riesco ad entrare sarà un fallimento, e quindi? La vera vita è fuori da qui e io ti aspetterò per godermela, sarò ad ogni puntata fra quel pubblico che prima gridava per me, e ti penserò, giorno e notte, scriverò pensandoti» sussurrò mentre ero seduta sulle sue gambe.
«Ma ci pensi cosa eravamo e cosa siamo ora? Prima mi vergognavo anche solo ad ammettere che mi stavi simpatico e che il tuo assillarmi mi piaceva da morire. Ho sempre conosciuto Simone, dal primo secondo in cui l'ho visto, e mai Biondo» sorrisi fissando il vuoto e ricordando i momenti felici.
Insieme a lui c'era solo felicità, c'era anche quando litigavamo, anche quando mi deludeva o quando lo deludevo, la felicità fra noi c'era nei giorni sì, e pure nei giorni no. Simone per me era sinonimo di felicità e questo era uno dei tanti motivi per cui lo volevo accanto, sopratutto per quei due mesi pieni di stress e pressamenti dove la tua mente era obbligata a concentrarsi su un unico obbiettivo.
Stargli lontano avrebbe complicato ogni cosa, come potevo anche solo pensare di dedicarmi al centouno per cento alla musica se sentivo in continuazione bisogno di lui?
«Ti amo» cercò il mio sguardo con quel sorriso adorabile che quasi mi faceva scendere le lacrime.
«Ti amo» gli ripiti, dire quel fatidico 'Anch'io' era più semplice per chi mentiva. Doveva saperlo, glielo avrei anche urlato se ce ne fosse stato bisogno, lo amavo da impazzire e questo era quanto bastava.
Poi, mi avvicinai all'incavo del collo infilandoci la testa, e quando annusai il suo profumo, non quello che usava, bensì quello della sua pelle, sapeva di uomo, e in quel momento sentii gli occhi farsi sempre più lucidi. Non avrei mai creduto che si potesse mai amare così tanto.
«Ehi.. ehi, stai piangendo?» se ne accorse e me lo chiese nel più dolce dei modi.
«Andiamo fuori a fumarci una sigaretta insieme prima della puntata, dai» mi baciò la guancia più volte finché non mi alzai.
Davanti agli studi, dove intanto stavano entrando alcuni lavoratori ed ospiti. Passa una serie di minuti.
Simone sospirò forte, poi buttò via il mozzicone di sigaretta e lo calpestò più volte con la suola della scarpa. Prima che le inflilasse nuovamente in tasca notai che aveva le mani che tremavano.
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La Nuova Stella Di Broadway.
FanfictionSimone Baldasseroni, in arte Biondo, classe '98, è il classico rubacuori, difatti si è avvicinato alla musica grazie alla sua ex ragazza. È sensibile, genoroso, protettivo con chi ama e con chi vede debole, cerca sempre di prendere ogni cosa in modo...