Capitolo 70

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Tutti noi componenti della squadra ci sedemmo davanti al televisore per leggere quelle che erano le assegnazioni della settimana, ma prima, c'era qualcosa di ugualmente importante. Eravamo tornati sull'argomento case discografiche e finalmente ci avrebbero detto quante e quali avevano chiesto di noi.

Il filmato partì con Biondo, quattro richieste da parte della Universal, la Warner, la Sony e la Def Jam Recordings. Lo abbracciai da dietro la schiena contentissima per lui, era conteso fra le tre principali italiane. Poi toccò a me, due avevano chiesto di me, la Republic Records e la Universal Republic, entrambe americane. A meno che la Universal Republic non fosse stata migliore, la mia scelta era puntata sulla Republic Records. Stavo puntando in alto.

«Vedi, le case discografiche italiane non hanno neanche chiesto di te perché si saranno diffusi i nomi di chi ha chiesto di te. È normale che credono di non avere speranze» mi rassicurò Simone.

Filippo se n'era aggiudicato due, come Carmen ed Einar della squadra blu, Zic invece solo una mentre Matteo nessuna.

«Sei quello più richiesto!» gli sorrisi a trentadue denti, per la prima volta in assoluto da quando faceva parte di Amici veniva preso seriamente il suo impegno e la sua arte. Lui aveva quel qualcosa che piaceva alla gente, non era il faccino, nemmeno lo stile, era qualcosa di suo.

«Cazzo, non ci credo» si alzò in piedi per bere dell'acqua.

«Hai visto, tutte queste critiche e poi fuori sei quello più richiesto» parlò Luca, il ballerino.

«L'importante è fuori, raga, anche per voi. Qui è tutto semplice, c'è chi fuori la vede come una competizione» continuò a dire Filippo.

«Ci sei rimasto male per la Warner? Che fai? Ci vai a parlare con il presidente?» gli chiesi, da quando lo aveva letto era rimasto scosso.

«Non lo so. Forse un po', ma me lo aspettavo»

«Capisco... comunque, Simo, se non sbaglio nella Def Jam c'è Rihanna e, aspetta, chi altro? ─ chiesi, rimanendo scioccata quando mi ricordai che anche il mio ex faceva parte di quella Casa Discografica ─ Oh, merda!»

«Vieni fuori, un attimo» scattai in piedi, ma il televisore si riaccese per le assegnazioni. Così tornai a sedermi e Simone pure.

Per la prima fase c'erano Rita Pavone e Loredana Bertè, la prima per la nostra squadra e la seconda, invece, per la squadra blu. Chi passava alla seconda fase poteva essere scelto da Francesco Gabbani per cantare due dei suoi pezzi, ma sicuramente avrebbe scelto qualcuno con la voce graffiata come Zic.

Cominciarono le assegnazioni, Simone doveva preparare P.E.S., Beverly, L'isola Che Non C'è e La Nuova Stella di Broadway. All'ultima canzone mi sorrise felicissimo.

Filippo invece doveva preparare Tornerai Da Me, il suo pezzo con più successo, La Musica Non C'è, Le Tasche Piene di Sassi e Che ne sai.

Toccò a me, l'unico inedito che mi era stato assegnato era Thinking 'Bout You, gli altri brani erano Work di Rihanna, Stone Cold che avevo già fatto durante il pomeridiano, infine Love Myself di Hailey Steinfeld.

In terza fase, nel caso ci fossi arrivata, avrei portato Look What You Make Me Do di Taylor Swift, mi incuriosiva tantissimo dato che sicuramente avrebbe avuto una coreografia esplosiva ed ero abbastanza soddisfatta nel complesso: potevo farcela.

«Fil, tutto bene? Che succede?» gli chiesi mettendo in secondo piano la questione di Simone e le case discografiche.

«Non voglio incontrareneswun presidente, ci ho già parlato con la Warner e.. non lo so, è che fuori è il vero problema» sbuffò sonoramente.

«Ma devi pensarla più come un dire quello che hai tenuto per te tutti questi mesi, devi cacciare fuori la grinta, la rabbia» intervenì Simone.

«Non lo so, è una cosa mia. Voglio stare da solo...» sussurrò fissando il vuoto.

«Accetto la tua decisione perché più che altro la capisco, ma se fra dieci minuti non sei in giardino da me e Simone vengo a romperti il cazzo» ammisi sorridendo per cercare di tirarlo su di morale.

«Ci sarò» si alzò in piedi buttandosi a peso morto sul suo letto. Feci a Simone un cenno come per dirgli di andare in giardino a parlare, si trattava di una cosa piuttosto importante.

«Volevi dirti, la Def Jam no, nel caso tu la scegliessi sappi che lì c'è... il mio ex. Non voglio che questo ti impedisca di crescere artisticamente e di fare le scelte che vuoi fare però» parlai.

«Ah, non è un problema, non per me. Ormai è una roba passata, no?» mi domandò, dalla mia parte non c'era alcun problema, se non un po' di preoccupazione.

«Ohw, ma quando ce le fanno vedere le opinioni dei prof riguardo le nostre esibizioni?» chiese Luca raggiungendoci fuori.

«Probabilmente stasera, è domenica e non dobbiamo provare niente» feci spallucce.

[...]

La produzione ci aveva avvertiti che verso le nove ci sarebbe stato un altro filmato riguardante i pareri dei professori, così a quell'ora ci sedemmo davanti al monitor in attesa di vedere.

«Eccolo!» urlò Zic carichissimo.

Il primo RVM era dedicato a delle assegnazioni non singole, per la seconda volta dovevo fare un duetto con Filippo. Gli diedi il pugno sorridendo, mi sarebbe piaciuto farne uno con Simone almeno quella volta, ma andava bene lo stesso. Il pezzo su cui avremmo duettato era 7 years, avremmo iniziato a lavorarci fin da lunedì.

«Ora che hai pure tu? Oggi non lo so, sembrano tutti un branco di depressi» sbuffai rumorosamente.

«Capisco la prima ma poi alla seconda inizia a darmi un po' fastidio, basta che non fate niente di simile a due settimane fa eh. Le mani, gli sguardi, niente del genere o mi incazzo veramente» mi vietò.

«Brò, fa parte dell'interpretazione, di che cazzo ti stai lamentando? Ci sta, tranquillo che non te la frego la tipa» gli disse Filippo.

«Ma io che cazzo dovrei dire delle ballerine che ci sono durante le tue esibizioni? Non le guardi e tocchi abbastanza? Se ci sono problemi di fedeltà e fiducia sono nei tuoi confronti, non devi azzardarti proprio a dire niente di me perché ti ho dato anche troppe dimostrazioni» mi scatenai.

«Ma di cosa ti scandalizzi? Lo sai che per il genere che faccio ci sta» ribattè come se fosse lui ad avere ragione.

«Ma ce la fai? Ora il tuo stile è diventata la scusa di tutto, se c'è una cosa che esigo nella nostra storia è la parità. Questa proprio la necessito o finisce qui, non so come sei al di fuori di questo contesto e l'idea mi spaventa»

«Siamo fidanzati, è diverso da come sono di solito. Non c'entrano un cazzo tutte le cose che facevo prima di qui, ma proprio niente»

«Sono più nella posizione io di potermi lamentare che tu, sia chiaro questo. Cioè.. ma guarda, è incredibile il fatto che tu ti sia lamentato di un duetto e due carezze quando ci hai provato con tutte qui dentro prima che arrivassi io»

«E quindi? Che cazzo c'entra quello che è successo prima che arrivassi tu?»

«Certe volte penso che il provarci con me sia stato qualcosa che avresti fatto con qualsiasi essere umano con due tette, potresti averlo fatto perché sapevi che al pubblico piacevo. È stata tutta una farsa e immagino che alla fine del programma all'improvviso sarà finito l'amore, no?»

«Bella, ma che cazzo stai a dì? Stai a cagà proprio fori dal vasetto ─ me ne andai ─ No, mo' aspetti e parli con me da persona civile. Non fa la bambina che hai diciannove anni, non serve fa i capricci e sparà a zero per una stronzata»

«Lasciami stare, è un momento mio, rispettalo. Veramente dico, magari fra dieci minuti me passa, ora voglio 'sta da sola quindi non me fracassà i coglioni» mi liberai dalla sua presa.

Sentii dietro di me la voce di Filippo che sussurrava a Simone che era meglio lasciarmi da sola. Andai quindi nella nostra stanza sbattendo la porta e buttandomi sul letto, ero incredula.

Ecco come il niente poteva trasformarsi in delle buone motivazioni per litigare.

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