La tranquillità nello stare in macchina da solo era un qualcosa che nel tempo avevo dimenticato, Bella sarebbe dovuta partire il venti dicembre, e continuavo a lamentarmi con lei, eppure ero io quello che per il suo compleanno doveva tornare inaspettatamente a casa. Mia sorella Sara me l'aveva detto quando la festa stava per terminare, precisamente nel bel mezzo di un momento passionale fra me e Bella.
Salutarci fu terribile, uno dei momenti più tristi della mia vita. Avrei voluto passare almeno l'ultimo giorno dell'anno con lei, perché il nuovo anno volevo passarlo sopratutto con lei. Mi rendeva felice e da troppi anni non me la spazzavo bene, volevo pensare a me stesso, per un anno intero, e vedere quali fra i due metodi utilizzare in futuro: pensare a quello che rendeva felice me o pensare a quello che rendeva felice gli altri?
Decisi di cambiare stazione radiofonica, la musica deprimente mi portava sempre a pensare all'amore, e di conseguenza, in quel caso, mi portava a sfogliare un album di momenti condivisi con lei. Improvvisamente sentii Be The One, il suo inedito, che per le vacanze natalizie era contro quello di Carmen, chiamato Scelgo Te.
Aprofittando del semaforo rosso, decisi di mandarle un video dove ascoltavo la sua canzone, in tempo per tornare a guidare. Ricevetti una telefonata da parte di mia madre, ma riattaccai, essendo a pochi metri dal nostro palazzo.
Parcheggiai attentamente l'auto davanti al viale e, una volta arrivato, suonai il campanello. "Simone!" urlò mia mamma [1], seguita da mio padre che mi accolse in un caloroso abbraccio che sapeva di casa.
"Ciao belli, come siete ringiovaniti nella mia assenza! Allora, com'è?" sorrisi, parlando come se non li vedessi da pochi giorni. La strada che avevo intrapreso comprendeva anche allontanarsi dalle persone a cui tieni maggiormente, e se dovevo farlo per riuscire in quello che volevo diventare, lo facevo.
"Bene tesoro, buon compleanno! Sei cresciuto o sono io che dò segni di vecchiaia? Sei sempre più bello ma questo non lo penso solo io, tutte quelle ragazzine che ti scrivono eh? Scrivono pure a Sara, il telefono non smette mai di vibrare" ridacchiò mia madre Sandra.
"A proposito di Sara, lei dov'è?" cambiai immediatamente discorso per non ritrovarmi a sentirmi a disagio come nella maggior parte delle volte in cui parlavo con i miei di argomenti simili. Ricordo ancora la volta in cui mi chiesero se ero vergine e io stetti zitto, cosa che non avrei mai dovuto fare.
"A proposito di ragazze, chi è questa Bella? State sempre insieme, c'è tanta complicità, non è così? Quel coglione di tuo padre dice che è una delle tante, ma io ci vedo qualcosa in più!" esclamò.
"Siamo solo amici, poi.. si vedrà" feci spallucce.
"Se son rose, fioriranno ─ citò uno fra i proverbi più utilizzati dagli italiani ─ Tua sorella è andata a comprare il pane qui sotto. Tu va in camera e preparati per pranzare"
Feci come mi aveva detto e, senza nemmeno pensare a come sarebbe stato, rimasi estremamente colpito quando mi ritrovai nelle quattro mura dove avevo passato tanti dei momenti importanti della mia vita. Le polaroid attaccate al muro con delle lucine bianche, fra quelle erano racchiusi i miei diciannove anni. Dovevo aggiungerne parecchie, quella fu la prima cosa che pensai.
Attaccai il cellulare al mio vecchio caricabatterie che avevo dimenticato prima di partire e che avevo sostituito con qualcosa di identico. Mi sbrigai a vedere se Bella aveva risposto al mio messaggio precedente.
Da: Beverly
guidi e la tua Beverly canta
già ti manco ?
A: Beverly
mi manchi sempre 💔
Da: Beverly
povero
io ti ho già rimpiazzato
A: Beverly
con chi? sono scioccato
Da: Beverly
[ Materiale Fotografico ]
Sorrisi a trentadue denti quando vidi la fotografia, Bella insieme ad un pupazzo, evidentemente era già tornata a casa. Abitava da sola, almeno da qualche mese, poiché il suo ex gli aveva lasciato l'appartamento per sé. Appena saremmo diventati qualcosa di ufficiale avrei fatto di tutto per farle cambiare casa e, magari, anche città.
"Simone! Dove sei finito?!" urlò mio padre. Con lui potevi fare di tutto, prendere insufficenze a scuola, venire arrestato, addirittura drogarti, ma se non ti sedevi a tavola prima che lo facesse lui, era decisamente giunto il momento della tua morte.
All'improvviso mia sorella Sara sbucò dalla porta in legno, scattai in piedi per abbracciarla ancora, durante la festa avevamo scambiato giusto due parole, ma doveva ancora arrivare il momento in cui mi sarei confidato faccia a faccia. A causa degli SMS tante cose belle per me erano finite, comunicare con essi non era per nulla facile e non volevo commettere lo stesso sbaglio con Bella.
Con lei volevo aspettare, volevo che quel tredici gennaio, il giorno in cui ci saremo rivisti, potesse essere magico, pieno di rivelazioni, di novità bellissime e di scoperte. Volevo che quei giorni fossero talmente vuoti da riempire i successivi in una maniera impossibile, per me era importante che rivederci potesse essere la dimostrazione che fra noi c'era qualcosa di magnifico.
[...]
Mentre portavo alle labbra la mia sigaretta per fumarla quasi di nascosto, sentii bussare alla porta. Di corsa la nascosi sotto al cuscino ed andai ad aprire, trovandomi davanti la figura di mia sorella Sara.
"Ehi, ti va di parlare un po'? Avevo delle domande da farti come puoi ben immaginare, sono successe molte cose ed è ora di parlarne faccia a faccia" mi disse.
Io annuii facendola entrare, poi mi sdraiai sul letto. "Allora, qualche domanda da fare? Sono pronto a tutto, contaci" ridacchiai.
"Potrei ad esempio chiederti se tu e Bella siete qualcosa di ufficiale"
"No, non ancora"
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La Nuova Stella Di Broadway.
FanfictionSimone Baldasseroni, in arte Biondo, classe '98, è il classico rubacuori, difatti si è avvicinato alla musica grazie alla sua ex ragazza. È sensibile, genoroso, protettivo con chi ama e con chi vede debole, cerca sempre di prendere ogni cosa in modo...