Grazie alle ultime serate magiche che avevo passato la mia grinta per l'esame di riammissione era alle stelle, mancavano pochi minuti e ci avrebbero fatti entrare. Non sapevo chi avrebbe iniziato e non sapevo nemmeno chi volevo che iniziasse; sicuramente, la cosa che più mi spaventata era vederla entrare senza di me o addirittura entrare senza di lei.
Stavo considerando anch'io l'idea di abbandonare tutto quello per cui avevo lottato, pensai alle notti insonni che passavo a causa della contrarietà della mia famiglia per la mia scelta di venire qui, eppure ero pronto, pronto a prendermi tutte le incazzature del mondo, a costo di stare con lei.
Questo programma mi aveva dato abbastanza, forse più di quanto mi aspettavo, fra pochi mesi sarebbe cominciata una fase più impegnativa e io mi sentivo di aver già dato la mia parte. Come facevo a presentarmi lì per riprendermi il mio posto, se neanche io ero sicuro di volerlo davvero? Fallo per lei, pensai.
Lei si avvicinò a me sorridendo, indossava una felpa tagliata che le lasciava giusto qualche centimetro di pancia fuori, e un paio di pantaloni dello stesso colore e marchio. Aveva buon gusto nel vestire, ed effettivamente prendeva in prestito continuamente indumenti dal mio guardaroba.
«Sei ansioso, eh?» si sedette accanto a me, appoggiando la testa sulla mia spalla. Lo faceva quando voleva che la riempissi di baci, e di coccole, e di tutte quelle cose che facevano gli innamorati.
«No, più che altro lo sono per te. Non voglio perdere tutto»
«Non succederà, confida nella buona sorte. L'ho fatto molte volte, e in gran parte non ha funzionato. Tentar non nuoce, però se le cose le facciamo insieme, lo sai che succede» mi guardò compiaciuta.
«Vinciamo sempre, siamo invincibili esatto, siamo fuori da ogni schema metrico, ci sappiamo contraddistinguere anche nella vita reale» sorrisi.
«Ragazzi, è ora di entrare. In bocca al lupo!» esclamò Carlo, preso dalla velocità con cui svolgeva quotidianamente il suo lavoro. «Crepi» rispondemmo insieme, e quando ce ne accorgemmo, iniziammo a ridere.
«Ehi, Bella, lo sai che quando saremo lì non sarà facile parlare. Indipendemente da come andrà, tu non devi mai e poi mai pensare di non rientrare. Nel caso non dovessi rientrare, io ti guarderò e supporterò al massimo. Ora devi solo far vedere chi sei» le presi il viso con le mani.
Guardandomi dolcemente, sul suo volto si fece spazio ad un grande sorriso, Carlo insistette per farci salire. Non volevo infrangere ancora il regolamento e per farlo dovevamo ricominciare bene.
Quando entrammo le urla dei nostri supportatori ci assillarono, ma non ci azzardammo a mostrarci felici nemmeno per sbaglio. Ci sedemmo davanti ai banchi dei nostri amici, dove erano posizionate due sedie con le rotelle.
«Ciao ragazzi, come avete passato questa settimana inanzitutto?» ci chiese Maria accennando un senso di colpa nei nostri confronti, lei era non era mai predisposta verso il dare pesi ai giovani, ma lì era stata praticamente obbligata. Lo capivo, sarebbe stato da stupido non farlo.
«È stata dura ma ce l'abbiamo fatta, serve a crescere sia artisticamente che mentalmente e io spero di essere riuscita in entrambe le cose» rispose Bella.
«Biondo?» chiese il mio intervento.
«Eh.. impegnativa. C'era un lavoro di interpretazione del testo dietro ad ogni pezzo che ci hanno assegnato, in uno in particolare» dissi un po' preuccupato.
«Beh, direi che iniziamo. Biondo, iniziamo da te. Tu canterai i quattro brani che mi sembra siano due inediti e due cover, la commissione deciderà e il tuo lavoro non sarà sufficente il tuo sfidante prenderà il tuo posto. Facciamo entrare i due sfidanti» annunciò.
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La Nuova Stella Di Broadway.
FanfictionSimone Baldasseroni, in arte Biondo, classe '98, è il classico rubacuori, difatti si è avvicinato alla musica grazie alla sua ex ragazza. È sensibile, genoroso, protettivo con chi ama e con chi vede debole, cerca sempre di prendere ogni cosa in modo...