Era appena iniziato un nuovo capitolo della mia vita, finalmente mi ero ripreso in mano tutto quello che mi apparteneva, con qualcosa di aggiunto, qualcosa di sicuro, e fottutamente protettivo. Insieme a tutte queste cose che sapevo, ce n'era una che le batteva assolutamente, il fatto che mi facesse stare bene.
Esatto, stavo parlando proprio di Bella Walmart, quella diciannovenne di Milano che avevo inizialmente ribattezzato la nuova stella di Broadway, poiché era nata lì, ma all'età di un anno si era trasferita in Italia, quella mora che adorava i cambiamenti, ma detestava quelli radicali.
Per questo avevo deciso di regalarle un anello, niente di che, avendone una vasta collezione le stavo per donare quello a cui tenevo maggiormente. Non era molto spesso e c'era una croce, era particolare perché sentivo che fosse una specie di buona fortuna, ogni volta che ero in ansia per qualcosa lo indossavo, e tutto finiva per il meglio. Effettivamente lo mettevo in ogni puntata, a partire dai Casting.
Secondo me piano piano stava perdendo la sua forza e ciò non andava a significare che era finita lì, no, bensì che dovesse aiutare qualcun altro ora e la persona più indirizzata era sicuramente lei.
Tornati nelle nostre stanze, con la numero 208 nel cuore, era più difficile stare insieme. Certo, gran parte dei nostri pomeriggi li passavamo in Sala Relax, ma lì avevi parecchie lezioni, dovevi studiare, ripassare, socializzare anche con gli altri, ricevere annunci e incontrare importanti autori, il tempo per fare quello che ritenevi interessante e bello tu non c'era.
Fuori pioveva, era sabato sera e eravamo tutti costretti a rimanere in Hotel, in una o più stanze, insieme, ma io non volevo. I ragazzi mi giudicavano, mi etichettavano come noioso, asociale; le ragazze dicevano che a causa di Bella non avevo più una vita, ed erano gravi come parole.
Nessuno aveva anche la semplice idea di quanto quella ragazza mi facesse stare bene. Se io ero tornato fra loro era solo grazie a lei, se io ero ancora un ragazzo sorridente che riusciva a reggersi in piedi era solo grazie a lei, e se finalmente mi sentivo completo, era solo ed esclusivamente grazie a lei.
Forse sentivano la mancanza di quel vecchio me un po' mattacchione con le ragazze, a primo impatto io non sembravo un ragazzo da relazione seria e dicendomelo da solo capivo che era una grande frazione di verità. Insomma, prima la Celentano, poi Annalisa e infine Bella, avevo fatto strage di cuori e ciò divertiva non solo il pubblico a casa, ma anche i miei amici. Loro passavano le giornate a riderci sopra e a prendermi in giro, non che mi dispiacesse, ma certe volte erano pesanti: non ero solo quello e con l'arrivo di Bella ci erano arrivati, e aggiungerei, ci erano anche rimasti male.
Sospirai rumorosamente alla porta della camera di Bella, sperando con tutto me stesso che non ci fosse nessuno. Era il momento perfetto per consegnarle dell'anello; o ora, o mai più. C'era felicità nell'aria e non sapevo quanto sarebbe stata breve, perciò preferivo affrettarmi.
«Ehi, eccoti. Stavo per venire nella tua stanza, lo sai che detesto stare insieme agli altri, con tutta quella confusione, ma quando si tratta di te arrivo pure a fare questi sforzi enormi» ridacchiò facendomi entrare.
«Non importa, volevo stare con te.. solo con te» mi sdraiai nel suo letto, togliendomi velocemente le scarpe per entrare sotto le coperte e non rischiare di morire congelato con il freddo che c'era.
«Ma tu hai realizzato? Io ancora no, sul serio, non ci credo. È pazzesco. Ci ha fatto bene questa sfida, sia perché ci siamo avvicinati, sia perché ora siamo più pronti artisticamente» mi sorrise entusiasta.
«L'importante è essere insieme. A me del resto sinceramente non importa più, abbandonerei tutto anche adesso se tu me lo chiedessi, non me lo farei ripetere due volte» dissi.
«Sei terribilmente dolce ma queste cose non mi fanno per niente felice. Te stesso prima di tutto, è una regola. E se non ci riesci, bene, te lo chiedo io, così non ci pensi due volte» fece ironia su quello che avevo detto.
«Vuoi fare una cosa bellissima con me?» le sorrisi.
«Se magari mi dici cosa riuscirei a risponderti chiaramente con un semplice sì o un no netto. Non so, poi fai tu. Se è una cosa stupida ti prego non dirmi nemmeno di cosa si tratta, sul serio» scherzò.
«Ti fidi di me, Bella?» domandai. Uh, fidarsi, un'azione talmente complicata da essere anche difficile da dire. Le mie ex hanno sempre avuto dei problemi di fiducia con me e quasi sempre è finita per questo motivo.
«Sì» rispose, mi levai la bandana nera ─ accessorio che avevamo in comune, dato che lo gliel'avevo comprato esattamente la prima volta che eravamo usciti assieme ─ che avevo al polso e le coprii gli occhi. Come mi aspettavo era stranita, non sapeva cosa aspettarsi.
La presi per la mano facendo avanzare il suo corpo meraviglioso verso la finestra, la aprii e la vidi fare un grande respiro profondo, forse era ansiosa. Se si fosse realmente fidata di me, non lo sarebbe stata e questa cosa mi portava comunque a riflettere.
Avvicinai le mie labbra alle sue tenendo la sua mano calda tra la mia, con l'altra cacciai fuori l'anello e lentamente glielo infilai al dito indice. Esitai qualche attimo prima di toglierle la bandana. Lo feci il silenzio, lei non tardò a spostare lo sguardo proprio lì.
«Tralasciando l'anello che è temporaneo, appena potrò ti comprerò il diamante più prezioso del mondo, vuoi essere la mia ragazza?» la guardai negli occhi.
Annuì e con la voce spezzata mi regalò un «Sì» da brividi, mi abbracciò, stava piangendo e non c'era risposta più bella che potessi ottenere, sperare o richiedere.
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La Nuova Stella Di Broadway.
FanfictionSimone Baldasseroni, in arte Biondo, classe '98, è il classico rubacuori, difatti si è avvicinato alla musica grazie alla sua ex ragazza. È sensibile, genoroso, protettivo con chi ama e con chi vede debole, cerca sempre di prendere ogni cosa in modo...