Lyanna

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Il fuoco crepitava dolcemente, illuminando l'accampamento. Lupi bianchi passeggiavano lungo il perimetro. Le tende d'argento delle Cacciatrici erano silenziose, non perché le fanciulle dormissero, ma perché quella era una notte di caccia.

Lyanna era rimasta sulla riva del ruscello, più indietro rispetto alle compagne, due dei fedeli lupi al fianco. Era stata scelta lei per rimanere a protezione dell'accampamento assieme ad un'altra Cacciatrice, con la quale si era data il cambio.

Nel silenzio della notte, il solo rumore udibile era il lieve gorgoglio del basso ruscello ai suoi piedi. I lupi bianchi sonnecchiavano placidamente accanto a lei, mentre la ragazza stava con l'arco teso, pronta nel caso all'azione. Un rumore tra i cespugli fece drizzare le orecchie sia e lei che ai due animali dal manto bianco. Lyanna tese l'arco e i lupi ringhiarono.

- Fermi- disse di colpo.

I lupi arretrarono, obbedendo docilmente. La ragazza abbassò la sua arma e fece un passo avanti. Non aveva sognato, era odore di sangue quello che aveva percepito, c'era qualcuno o qualcosa ferito, tra quei cespugli. Con una mano spostò le foglie e sussultò: c'era qualcuno a terra, in una pozza di sangue. Sembrava un essere umano, un uomo per la precisione, con i vestiti laceri e sporchi e diverse ferite sulle braccia.

La giovane si chinò per assicurarsi che fosse vivo, respirava a fatica. Con l'aiuto dei due lupi, trascinò il malcapitato all'accampamento, le compagne ancora non erano tornate. Non si aspettava un ritorno molto presto, quando Artemide cacciava, solitamente lo faceva per tutta la notte.

Si occupò delle sue ferite e cercò alla bene e meglio di rimetterlo in sesto, ma non sapendo se era mortale o mezzosangue, non poté usare il nettare e l'ambrosia.

I lupi erano stranamente agitati, ma Lyanna non ci fece caso. Avrebbe dovuto, invece, perché era proprio l'uomo che aveva appena salvato a metterli in agitazione.

- Che vi prende, eh? Non è certo un nemico, è solo un essere umano ferito-

I lupi continuarono a ringhiare piano e tenere la guardia alta, con la coda che spazzava nervosamente l'aria. Un tuono squarciò la notte e la Cacciatrice alzò la testa. Sicuramente stava per piovere, Artemide e le altre sarebbero tornate a momenti. Sapendo bene che la dea non avrebbe gradito un mortale, per di più maschio, nel loro accampamento, Lyanna lo trascinò nuovamente oltre il ruscello, adagiandolo il più delicatamente possibile sul ciglio di un sentiero molto battuto dai turisti amanti della montagna e abbastanza vicino ad una strada. Sicuramente, alle prime luci dell'alba qualche coraggioso scalatore mattutino lo avrebbe notato e gli avrebbe prestato soccorso.

Con quella speranza, la fanciulla immortale lasciò un po' a malincuore l'uomo ferito. Era da poco entrata nelle fila delle Cacciatrici e non aveva ancora sviluppato del tutto l'allergia agli uomini. Inoltre, non voleva certo essere responsabile della morte di un essere umano. Pregò gli dei di occuparsi di lui e di farlo sopravvivere, qualunque cosa gli fosse capitata, di certo non meriava di morire in quel mondo.

In lontananza rimbombò il suono di un corno da caccia. Artemide e le sue ancelle immortali stavano tornando al campo. La Cacciatrice si mosse, quando qualcosa l'afferrò alle spalle. Tentò di divincolarsi, ma la stretta era molto salda. Un braccio le avvolse il collo, stringendo fin quasi a strangolarla. Gli occhi di Lyanna si dilatarono per la paura e la sorpresa. Cercò con le mani di raggiungere il proprio coltello da caccia, legato alla cintura, ma il suo assalitore fu più svelto di lei e glielo sfilò con la mano libera, accoltellandola. Un colpo, due, tre e altri ancora all'addome, senza tregua. Le Cacciatrici di Artemide potevano purtroppo essere uccise, anche se non invecchiavano.

Dopo aver inferto almeno una decina di colpi alla ragazza, l'assalitore la lasciò andare. Il corpo cadde pesantemente a terra, un lago di sangue. Accanto a lei lasciò cadere anche il coltello imbrattato di sangue.

- Avresti dovuto lasciarmi morire, saresti ancora viva... stupida Cacciatrice-

Fu Talia ad informare la dea del ritrovamento del corpo di Lyanna. Il gruppo era rientrato all'accampamento e subito aveva iniziato a cercare la compagna. I lupi parevano nervosi e mogi, alquanto strano.

Poi, Talia e altre Cacciatrici l'avevano trovata. Lyanna giaceva a terra vicino ad un sentiero, il corpo martoriato da violente coltellate. Non avevano potuto fare altro che avvisare Artemide e mostrarle quanto accaduto. La dea s'inginocchiò accanto alla ragazza, lo sguardo addolorato e furioso al tempo stesso.

- Ha dato le spalle a chi l'ha aggredita, significa che si fidava o credeva non fosse un pericolo- disse tra i denti Talia, trattenendo a stento la rabbia.

- C'era qualcuno, con lei, sicuramente fino a poco fa- suggerì Mary, un'altra Cacciatrice- abbiamo trovato delle impronte che vanno dall'accampamento a qui e poi da qui alla strada asfaltata sottostante-

Artemide carezzò gentilmente il viso di Lyanna e si voltò verso le ancelle.

- Impronte?- ripeté.

Talia annuì.

- Di due tipi, oltre a quelle di lupi- specificò- c'erano i segni lasciati da Lyanna e come dei solchi, stava trascinando qualcosa-

- O qualcuno- fece Artemide, gli occhi d'argento che scintillarono- le altre impronte sconosciute scendono alla strada?-

Le Cacciatrici annuirono. La dea si alzò in piedi.

- Forse ha aiutato qualcuno e poi è stata uccisa dalla stessa persona che ha soccorso- realizzò, alzando gli occhi al cielo- è quasi l'alba, smontiamo il campo e andiamo. Daremo gli estremi saluti alla nostra coraggiosa Lyanna a modo nostro-

- Abbiamo trovato anche tracce di sangue, non di Lyanna. Lo hanno fiutato i lupi- aggiunse Talia- probabilmente hai ragione, mia signora, c'era qualcuno di ferito. Lyanna lo ha aiutato ed è stata ringraziata così-

Artemide annuì con fare grave. Fece scorrere lo sguardo sui boschi e sulle montagne, poi tornò a guardare la strada e infine la radura dove si trovavano loro. Le sue ancelle portarono via il corpo di Lyanna. Riflettendo sulle stranezze di quella notte, la dea della caccia e della luna non poté fare a meno di chiedersi se quell'omicidio a sangue freddo non fosse solo il preludio a qualcosa di molto peggio. Talia le si affiancò.

- Siamo pronte ad andare, mia signora- le disse, studiandola- qualcosa non va?-

- Sì, mia prode- rispose la dea, accennando un debole sorriso- abbiamo perso una sorella, questa notte e in maniera brutale. È un affronto che non sono disposta a tollerare, tuttavia... sto pensando proprio a quanto accaduto. Le tracce portano dritte alla strada asfaltata sotto di noi e questo può voler dire una cosa soltanto-

Talia posò gli occhi proprio su quella strada. Iniziava a venire chiaro, il cielo si striava di rosso e rosa. Le prime automobili si fecero vedere, passando rumorosamente. La figlia di Zeus annuì cupamente, intuendo i pensiero della dea.

- Sì, mia signora- concordò- se l'assassino è sceso in strada... può essere solo un mortale o un semidio-

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo 2 [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora