Quando finalmente Amanita aveva creduto di essere fuori da ogni problema, ecco che il problema si ripresentava da lei. La cosa quasi ironica, era che sta volta credeva davvero di esserne fuori, di poter dire "ok, sono solo una noiosa donna mortale come le altre". E invece no.
Il sonno la riportò ancora una volta in un altro luogo, sta volta sotto al portico di una casa di quelle di una volta, in legno, con la vernice scrostata e la doppia porta sgangherata. C'era parecchia campagna attorno, anche se non vedeva bene per via dell'oscurità, sentiva forte l'odore di erba e alberi. Il vento fece tintinnare qualcosa, degli scaccia spiriti probabilmente e cigolare la porta esterna, mezza aperta. Amanita si rese subito conto che il luogo era abbandonato.
- Ti piace la mia casa, tesoro?-
Lanciando un grido di spavento, Amanita balzò indietro come un gatto. Accanto a lei era apparsa la figura tremolante di May Castellan.
- Oh, porco Crono!- imprecò- May, vuole farmi morire di paura?-
- Perdonami, cara, pensavo sapessi che ero qui. Sono sempre qui- rispose il fantasma, calmo.
Sospirando, Amanita ricordò di averla incontrata durante la battaglia contro Caos, ma di non aver saputo più niente. Non era tornata negli Inferi, questo era sicuro.
- Dunque questa è casa sua?- chiese.
May annuì, fluttuando attorno al portico. Toccò con le dita trasparenti una delle campanelle, che trillò. Amanita si guardò attorno e vide figurette di mostri ovunque.
- Quindi è lei che mi fa vedere queste cose?- incalzò.
- Non so di cosa parli, cara, è la prima volta che ti vedo!- esclamò May, innocente- Sei così bella, bambina! Come ti chiami?-
Scuotendo il capo, Amanita pensò di aver decisamente sbagliato. May era suonata come sempre, impossibile per lei mandare visioni. Non era lei, non era Egle, probabilmente nemmeno Gea... ma allora, perché più volte era stata rispedita indietro? Stava giusto cercando di capire, quando si accorse che il fantasma della donna era scomparso.
- May?- chiamò.
- E' andata via. Non ci sta con la testa nemmeno da morta-
Voltandosi, Amanita vide una ragazza avvicinarsi a lei. Non era trasparente, dunque non era un fantasma, pareva fatta di carne e ossa. Era talmente bella da togliere il fiato, con lunghi capelli castani tutti un boccolo, labbra voluttuose e fisico morbido e generoso. La sola cosa che contrastava con il suo bell'aspetto, era l'espressione serissima; Amanita pensò ad una specie di suora nel corpo di una prostituta.
- Che May sia un po' matta lo so- rispose con calma- ma quello che non so, è perché sono qui e chi sei tu-
Accennando un sorriso, la ragazza andò a sedersi sui gradini del portico. Amanita la imitò.
- Ti stai chiedendo chi è che ti fa avere queste visioni, giusto?-
- Direi di sì-
- Oh, ma nessuno te le procura, Amanita. Sei tu-
Quasi boccheggiando, Amanita la fissò sbigottita. La bellissima ragazza la fermò prima che potesse protestare e o sparare domande a raffica.
- Lasciami spiegare, prima- disse velocemente- e lascia che ti chieda perdono. In un certo senso, è colpa mia se tu hai queste visioni. Vedi, quando sono morta, ho pregato gli dei che mi concedessero un ultimo desiderio... nessuno volle starmi a sentire, tranne Afrodite. Ebbe pietà di me, forse in virtù della mia bellezza, questo non lo so, ma esaudì il mio desiderio: sarebbe morto il mio corpo, ma non il mio dono-
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Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo 2 [CONCLUSA]
Fanfic#1 in AVVENTURA Seguito della lunghissima, infinita fanfiction "Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo", dovevo snellirla prima mi sa, troppi capitoli. Continuate a seguirmi per favore! [CONCLUSA]