Emeraude era crollata malgrado la paura e la tensione. Non poteva sempre tenere la guardia alta tutto il tempo e poi c'era Sam con lei.
Durante quel sonno pesante ma agitato, sognò cose assurde. Vide se stessa che sfuggiva a ladri, assassini, malintenzionati e molto altro, qualcosa di abbastanza ricorrente. Poi comparve l'uomo che aveva incontrato settimane prima: la stava aiutando, o forse era lei ad aiutare lui? Il sogno era molto confuso e le parve più un ricordo. C'erano altre persone, cercavano di attirarla, convincerla a fare qualcosa. Di colpo, un'esplosione le rimbombò nelle orecchie e si svegliò di soprassalto.
- Ah, stavo per svegliarti io- le disse Sam, mangiucchiando una lattina di soda vuota- siamo quasi arrivati!-
Mettendosi seduta, Emeraude osservò fuori dal finestrino dell'autobus. Non riconosceva assolutamente il paesaggio.
- New York?- domandò.
- New York- confermò Sam, facendo un rutto- Ops, scusami!-
La ragazza rise e aprì il proprio zaino, prendendo una bottiglietta di acqua e bevendo un sorso o due. Era calda e simile a pipì di gatto, ma aveva solo quella ed era assetata.
- Non pensavo che sarei mai venuta in America- ammise, sorridendo- è tutto dannatamente enorme, qui!-
- Ti piacerà, ne sono sicuro. Anche il campo, è tutto molto bello!- replicò con entusiasmo Sam.
Scesero alla stazione degli autobus e Sam la condusse fuori, verso un furgoncino bianco con stampigliata una cassa di fragole e una scritta che, da semidea dislessica, Emeraude non riuscì a leggere bene. Appoggiato al furgone, intento a leggere un giornale, c'era un tizio biondo e alto, abbronzato come un surfista. Quando gli fu vicina, Emeraude notò la sua miriade di occhi.
- Argo- fece, senza fiato.
Argo alzò un sopracciglio e la squadrò, annuendo. Non disse nulla, limitandosi ad aprire la portiera per far salire lei e Sam. Se fino a poche ore prima, la giovane era solo stanca, ora si sentiva quasi emozionata. Mentre raggiungevano il campo, fissò fuori dal finestrino. Sam tentò di suonare una sorta di motivetto con un piccolo flauto di canne che pareva vecchio quanto lo stesso Argo, ma ogni buca lo faceva stonare e sbuffare. Quando furono a ridosso del Campo Mezzosangue, Emeraude vide scintillare il Vello d'Oro. Lasciò uscire un verso di sorpresa e stritolò la mano di Sam.
- E' quello che penso?- fece.
- Certo, è esattamente tutto come ti ho raccontato. Non uccidermi, però!- protestò il satiro.
Argo li lasciò ai piedi della Collina Mezzosangue. Sam fece strada, conducendo Emeraude oltre il pino sorvegliato da Peleo. Nel vedere il drago, la semidea sussultò, ma Sam spiegò che con i semidei era innocuo. Quasi a voler confermare, il drago non li degnò di uno sguardo, continuando a russare beato.
- Benvenuta al Campo Mezzosangue- le disse Sam, sorridendo.
Con un gesto ampio della mano le indicò oltre la collina. Emeraude osservò le capanne, i luoghi di allentamento, il padiglione della mensa, la foresta, la baia di Long Island, la Casa Grande... fermò lo sguardo proprio su quest'ultima.
- Ha un bel colore- commentò soltanto.
- Oh, lo so! Bianca e azzurra, da un senso di calma-
- Mh-mh. Dove sono i tuoi genitori? Li vedrò?-
Sam belò leggermente e si sistemò i pantaloni. Sembrava un po' triste.
- Dubito vedrai mio padre, lui è sempre via, come quasi tutti i satiri anziani- rispose, avvilito- ma forse vedrai mia madre! Lei è una driade molto carina!-
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Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo 2 [CONCLUSA]
Fiksi Penggemar#1 in AVVENTURA Seguito della lunghissima, infinita fanfiction "Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo", dovevo snellirla prima mi sa, troppi capitoli. Continuate a seguirmi per favore! [CONCLUSA]