Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo 2 [CONCLUSA]

Alabaster

La strigliata di Jemima fu più terribile del previsto. La figlia di Apollo fece una vera sfuriata (e aveva ragione), inveendo contro Alabaster e un po' anche contro Riley, Adam e Billy, che lo avevano aiutato a sgattaiolare via dall'infermeria. La sola cosa che la trattenne dal non ammazzare tutti piantandogli una freccia in testa, fu Niemh. Malgrado fisicamente stesse bene, la bambina necessitava di attenzioni, andava calmata e rifocillata. Il doversi occupare di lei salvò tutti dalla furia della semidea. E dire che Donovan li aveva avvisati.

Dopo essersi un po' addolcita grazie a Niemh, Jemima confinò Alabaster in infermeria e chiese, anzi, ordinò a Iris di restare con lui e non farlo uscire almeno fino al giorno seguente, altrimenti avrebbe preso a pugni entrambi. Nessuno obiettò, era comunque tardi ed era meglio dormire.

- Come sei arrivata al campo da sola?-

Iris giocherellò con una boccetta dal contenuto indefinito.

- Un satiro- rispose- ricordi che, quando abbiamo incontrato Sam la prima volta, ci disse che c'era un amico di suo padre nei paraggi? Gleeson Hedge mi ha trovata e, insieme, siamo tornati in America. La fortuna di essere una figlia di Afrodite è che sei considerata insignificante, quindi mostri e dei ti lasciano abbastanza in pace-

- Almeno uno di noi due non è continuamente braccato- commentò Alabaster, sedendosi sulla sua branda.

Iris fece spallucce, se le fosse importato di vivere nel pericolo, probabilmente non l'avrebbe mai seguito. Il figlio di Ecate la studiò un momento.

- Dimmi perché-

Prima di rispondere, Iris mise sullo scaffale la boccetta che stava guardando. Questo fece capire ad Alabaster una cosa: o era furiosa, o stava per scoppiare a piangere, in ogni caso era meglio non rompere niente. Iris non era il tipo di donna che, quando si disperava, se ne stava in un angolo a piangere penosamente, dimostrava un certo carattere anche nella tristezza. E, soprattutto, lanciava cose.

- Pensi di dirmelo entro la fine dell'anno?- la incalzò Alabaster, vedendo che temporeggiava restando in silenzio.

- Oh, per tutte le colombe di Afrodite!- esclamò Iris- Sto cercando di raccogliere le idee per restare calma, ok?-

- Non importa, urlami contro se vuoi. Ho l'impressione che sia colpa mia, probabilmente è sempre colpa mia... ma almeno mi darai una spiegazione-

La semidea si voltò di scatto. Come Alabaster aveva supposto, aveva gli occhi lucidi ma uno sguardo pericoloso, quindi probabilmente avrebbe fatto tutte e due le cose: piangere e urlare. Sapeva di averla fatta morire di paura e preoccupazione, ma avrebbe volentieri evitato un viaggetto nel Tartaro.

- Tu... non fai mai caso a cosa dici- iniziò Iris, abbastanza calma- è per via di quella conversazione che abbiamo avuto a Londra, poco prima di scontrarci con Emeraude. Volevo dirtelo quel giorno, ma... tu hai detto delle cose che mi hanno frenata. Lo so che stavamo riferendoci ad Emeraude e non ad un potenziale figlio, però...-

Alabaster si alzò in piedi, fermandola quasi senza volerlo. Era abbastanza stupito.

- Non mi hai detto di essere incinta perché quella sera ho detto che dei e semidei farebbero meglio a pensarci due volte prima di avere figli?-

- Sì-

- Ma... dannazione, Iris, io stavo parlando proprio di Emeraude! Anzi, mi riferivo in generale a tutti i nostri genitori divini! Ho generalizzato perché se avessi detto che Ade doveva pensarci due volte, forse mi avrebbe incenerito-

Un tuono in lontananza fece capire subito che Alabaster aveva ragione. Iris abbassò lo sguardo.

- Sentito? Qualcuno non gradisce le critiche- fece Alabaster, sospirando- Non ho mai pensato di rifermi a me e te. E con quel "devono pensarci", intendevo che spesso gli dei non si rendono conto che generare mezzosangue, cioè eroi, vuol dire esporli a pericoli. Purtroppo è lo stesso per i pochi semidei che hanno figli. Non lo vedi tu stessa? Riley, Adam e Billy sono continuamente nei guai. È questa la vita che aspetta un semidio o un mortale con poteri semidivini-