Amanita

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Tre giorni. Erano trascorsi tre giorni e ancora non aveva notizie di Luke. Amanita aveva fatto del proprio meglio per non dare di matto, ma stava diventando difficile trattenersi. Si sentiva frustrata e disperata, come era già successo in passato quando credeva di averlo perso. Doveva fare qualcosa.

- Essere una mortale a volte può essere una seccatura, lo so-

Voltandosi, Amanita vide un uomo vestito da fattorino appoggiato ad un albero, che la guardava con un sorriso comprensivo.

- Ermes- fece- sei qui per farmi la predica sui pregi della mortalità o cose simili?-

- Assolutamente no- rispose il dio- a dire il vero, sono qui per aiutarti. So che Percy Jackson e la sua squadra stanno cercando di salvare Luke, ma... io penso che serva anche la tua presenza-

- Che vuoi dire?-

- Luke sta affrontando una situazione difficile. Purtroppo io non posso intervenire, ma tu... tu sì. A modo tuo, puoi aiutarlo-

Malgrado quelle parole la riempissero di orgoglio, Amanita esitò. Cosa avrebbe mai potuto fare lei, semplice mortale, che tre potenti semidei non potevano? Ermes parve leggerle nel pensiero e sorrise.

- Puoi fare moltissimo, Amanita, credimi. Come è sempre stato, del resto, dato che tu sei l'altra metà di Luke-

- Ok, allora che devo fare?-

Ermes si staccò dal tronco dell'albero e le lanciò tra le mani una sorta di fazzoletto. Era bianco, ricamato con alcune lettere sopra. C'era il logo della ditta di spedizioni divine di Ermes e una lettera stampata in grande, una B.

- B?- fece la ragazza, aggrottando le sopracciglia.

- Oh, un piccolo passaggio per il nord- rispose il dio, muovendo una mano- apri il fazzoletto e arriverai da Luke in un baleno-

Scettica, Amanita svolse il piccolo quadrato di stoffa e un vento freddo, gelido, simile alla bora, la investì. L'aria si piegò e PUFF, Amanita venne ingoiata dal fazzoletto bianco come se un aspirapolvere la stesse risucchiando. Venne poi sputata letteralmente fuori con un suono simile ad un rutto e capitombolò su un terreno bagnato e umido.

- Borea- gemette, alzandosi lentamente- grazie del passaggio scomodo, eh-

Il fazzoletto era scomparso. Si guardò attorno e, in lontananza, vide la parte posteriore di una macchina blu che conosceva. Si mise a correre, massaggiandosi il ginocchio che poco prima aveva picchiato a terra e raggiunse l'auto. Sembrava incastrata in una nebbia fittissima che avvolgeva una cittadina dimenticata. Si accostò ai finestrini, ma l'auto era vuota. Appesa allo specchietto retrovisore c'era una fotografia della famiglia Jackson.

- Bingo- mormorò.

Rumori di una battaglia vicina le fecero drizzare le orecchie. Prese un bel respiro e attraversò la nebbia, che era così spessa che le parve di entrare e uscire da una gelatina di frutta. Le si inumidirono i jeans e la maglietta e i capelli divennero ingestibili.

- Oh bene, ma che bello- brontolò.

Quando finalmente uscì da quella gelatina biancastra, non capì assolutamente cosa stava succedendo. C'erano Percy, Jordan e Alabaster che combattevano contro Luke, mentre una donna fissava la scena poco distante. Amanita capì che qualcosa non andava non appena incrociò lo sguardo di Luke e trasalì: i suoi occhi erano d'oro. La ragazza ferma immobile voltò la testa e per poco ad Amanita non venne un colpo, perché anche lei aveva gli occhi dorati, anche se la sfumatura era diversa, meno fredda e crudele. Aveva i capelli biondi striati di rosso, come se si fosse fatta quelle meches che andavano di moda negli anni 90, era alta e slanciata, con un fisico atletico. Aveva tutta l'aria di essere una semidea.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo 2 [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora