In ogni situazione c'è sempre la notizia buona e quella cattiva. La buona? Amanita era riuscita a svegliare Luke prima che Crono lo facesse bollire come un polpo in pentola a pressione. La cattiva? Gea era inviperita come non mai e stava letteralmente rovesciando loro addosso il mondo.
Il problema di quando hai la Madre Terra alle costole è che non puoi seminarla. Mai.
Il terreno era diventato una enorme lingua di fango e sabbia e si alzava più del livello del mare, tentando di seppellirli vivi. Forse la magia di Alabaster avrebbe dato loro un po' di tempo, ma il semidio non poteva scappare e combattere al tempo stesso e la priorità era darsela a gambe.
Mentre correvano, cercando di restare in piedi malgrado gli scossoni, Percy ebbe un'idea. Un'idea folle, ma forse la loro sola speranza.
- La macchina!- gridò.
Nessuno comprese, lo guardarono tutti come se fosse completamente fuori di testa. Malgrado stesse arrancando, Luke sembrò essere il solo a comprendere il piano.
- Facciamo come dice- disse, stringendo i denti.
Jordan fece uno scarto, ingannando per qualche istante Gea. Percy volò quasi dentro la propria auto, prendendo le chiavi e imprecando in greco antico, perché quando sei di fretta non trovi mai quello che ti serve. Alabaster aiutò Amanita e Luke ad entrare in auto.
- Jordan, muoviti!- gridò al figlio di Ares.
Il semidio virò bruscamente e corse alla macchina, gettandosi sul sedile del passeggero.
- Percy, dobbiamo partire!-
- Lo so, ma non trovo le... trovate!-
Velocemente, il figlio di Poseidone inserì le chiavi nel quadro dell'auto e partì a tavoletta, cercando di non farsi raggiungere dalla lingua di terra, cosa difficile quando hai il terreno che ti insegue nel vero senso della parola.
- Oh, dei, spero che tu sappia quello che fai!- esclamò Amanita, stringendosi a Luke.
- Purtroppo no, ma pregate gli dei che funzioni-
Gea li aveva quasi raggiunti e ormai aveva raso al suolo tutto. Chiudendo gli occhi, Percy pregò suo padre di dare loro una mano e aumentò ancora la velocità, superando i cento chilometri orari. In circostanze normali, oltre ad una multa salata, minimo si sarebbero ammazzati a quella velocità. Jordan azzardò a guardare indietro e imprecò qualcosa di intraducibile.
- Oh- fece Alabaster, allungando il collo in avanti- Percy, amico, che vuoi fare? Dico, sei matto? Non vorrai mica...-
- Invece sì, amico- rispose Percy, riaprendo gli occhi.
La strada sterrata si ricollegava ad un vecchio ponte non terminato, che andava a strapiombo su un gigantesco bacino d'acqua. Gea era più debole in acqua, mentre Percy era più forte, ma il salto era di almeno trenta metri. Senza nemmeno pensarci, il figlio di Poseidone lanciò l'auto a tutta velocità sul ponte. Tutti chiusero gli occhi, aspettandosi l'impatto durissimo con l'acqua.
Usando tutta la propria forza di volontà, Percy cercò di addolcire le acque sotto di loro. La macchina atterrò in orizzontale con un boato, sollevando un muro d'acqua e poi affondando. Mentre i compagni trattenevano il fiato, Percy uscì dall'abitacolo e creò una bolla attorno alla carcassa dell'auto, permettendo loro di respirare sott'acqua.
- Tutto bene?- chiese loro.
- Ho perso lo stomaco di sopra, ma sì- borbottò Alabaster, sospirando di sollievo.
- Non rifacciamolo mai più- protestò Amanita, pallida e sudata.
Luke era troppo stanco e debole per protestare qualcosa e si limitò ad un mezzo sorriso. Jordan fece un fischio.
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Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo 2 [CONCLUSA]
Fanfic#1 in AVVENTURA Seguito della lunghissima, infinita fanfiction "Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo", dovevo snellirla prima mi sa, troppi capitoli. Continuate a seguirmi per favore! [CONCLUSA]