Reeve

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- Mi aspettavo di vederti quasi subito. Eppure, sei ancora qui-

Non c'era rimprovero nel tono di voce della dea Artemide, solo curiosità. Entrò nella casa a lei dedicata al campo e si sedette con Reeve sul tappeto di pelle animale davanti al camino, stranamente spento. Il giovane fissava il vuoto, pensieroso.

- E' davvero quello il mio posto, madre?- domandò, guardandola.

- Devi decidere tu- rispose dolcemente lei, toccandogli delicatamente una guancia- tu sei la cosa più inaspettata e al contempo bella che potesse capitarmi, Reeve. Malgrado tutto, io sono molto fiera di te e sarei lieta di averti per sempre al mio fianco. Tuttavia... vorrei che fossi tu a decidere-

- Ovviamente non posso restare qui- fece lui, abbassando gli occhi argentei.

- No, questo è certo- assentì lei, facendo scivolare via la mano- hai parlato con Ariana?-

La domanda lo sorprese. Sua madre sapeva? Ma certo, che sciocco, gli dei sapevano tutto. Alzò la testa e annuì appena.

- E' venuta da me, sì- confermò- mi ha detto che il mio posto è al tuo fianco e che in realtà non è mai stata innamorata di me, ma dell'idea di me. All'inizio non capivo cosa intendesse dire, ma poi ci sono arrivato. Alle volte, quando non conosciamo davvero qualcuno, lo mettiamo involontariamente su un piedistallo... e a volte, da quel piedistallo si può cadere-

Gli occhi della dea lo fissarono intensamente per qualche istante. Malgrado desiderasse avere il figlio con sé, non poteva tacere.

- Certamente non potrei mai fare di te il mio luogotenente- fece, alzandosi- voglio dire, Talia è a capo delle mie Cacciatrici e tu non dovresti avvicinarti a loro, saresti una distrazione. Ma c'è sempre un posto per te, sull'Olimpo, anche se inizio a credere che non sia il meglio per te-

Reeve la guardò a sua volta, confuso.

- Non capisco- ammise, alzandosi e mettendosi di fronte a lei. La sovrastava in altezza di almeno dieci centimetri- prima mi dite tutti che non è questo il posto cui appartengo, poi adesso tu mi dici che nemmeno al tuo fianco dovrei stare! Madre, cos'è che vuoi da me?-

- Che tu scelga liberamente la tua strada- rispose lei, sincera- figlio mio, mio unico, amato figlio... ciò che Ariana Valdez ti ha confessato, non era la verità, non tutta almeno. Era il dolore a parlare, ha pensato fosse il meglio per te, ma credo abbia travisato le mie parole, povera fanciulla! Lei ti ama, Reeve, ti ama davvero-

Spalancando gli occhi, Reeve rimase a fissarla come intontito. Credeva che Artemide non approvasse unioni tra mortali e dei, eppure ora gli stava dicendo quello quasi per spingerlo tra le braccia di Ariana. No, lo stava facendo perché era giusto, ovviamente giusto per lui e per la stessa Ariana. Provò a mettersi nei panni della ragazza e capì che, al suo posto, probabilmente avrebbe fatto lo stesso, perché entrambi avevano uno spirito molto altruista. Artemide gli strinse una mano con fare affettuoso e materno.

- Non è né qui, né con me la tua strada, Reeve- gli sussurrò- devi trovarla da solo, temo-

Sorrise e gli lasciò molto lentamente la mano, uscendo senza fare il minimo rumore dalla capanna. Le sue parole non erano state dette a caso, pareva sapere quale fosse quel destino, ma evidentemente non poteva o voleva dirglielo; lo avrebbe capito da solo, come probabilmente era giusto che fosse.

Con la testa colma di pensieri, Reeve uscì e decise di andare a passeggiare nel folto della foresta, dove solitamente si trovava a suo agio. S'inoltrò quasi per caso nella radura dove si riuniva il Consiglio dei Satiri Anziani e trovò Sam seduto a terra a cercare di consultare le sue piccole ghiande. Sorrise e lo raggiunse.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo 2 [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora