Adam

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Sarebbe stato logico dormire o almeno sentirsi stanchi, ma Adam aveva ancora l'adrenalina in corpo e non gli fu possibile riposare. Salì sul tetto della casa di Ares, per non disturbare i compagni che invece cercavano di dormire. Senza farsi vedere, prese anche con sé patatine e cola, le classiche cose bandite.

- Ne posso prendere una? Sono secoli che non mangio una patatina al formaggio cheddar!-

Voltandosi, Adam vide un uomo alto e atletico sedersi comodamente accanto a lui e sorridergli con fare cortese. Lo riconobbe subito, malgrado gli abiti mortali.

- Certo, accomodati pure, divino Ermes- rispose.

- Oh, grazie, sei davvero gentile- fece il dio, gustando una patatina e leccandosi anche le dita. Sembrava soddisfatto- ah, ottima! Adoro il fatto che questa roba ti lasci tutta la polverina più saporita sulle mani-

Guardandolo con aria incuriosita, Adam stappò una seconda lattina di cola e gliela passò. Ermes sorrise di nuovo.

- Sei molto generoso, non è tipico dei discendenti di Ares. Se mi permetti di dirlo e non ti offendi-

- A me piace dividere le cose. Ci sono abituato- rispose con tranquillità Adam, facendo spallucce- ultimamente poi, sono sempre qui al campo e qui, indipendentemente da chi sei figlio o nipote, devi imparare a condividere-

Mentre beveva dalla lattina, Ermes lo osservò con interesse.

- Sì- fece lentamente e Adam non capì se perché stava pensando o assaporando la bevanda gassata e zuccherosa- credo che i vostri genitori abbiano ragione a pensare che voi siate più speciali di qualunque semidio! Inizio a crederlo io stesso. Tu sei davvero in gamba, Adam, anche se ammetto di essere un po' offeso per il fatto che non mi chiami mai in tuo aiuto-

Ecco, dopo i complimenti, ora le strigliate. Adam temette per un momento che il dio, malgrado l'aria tranquilla, fosse realmente contrariato. Aveva ragione, Adam spesso quasi dimenticava di essere nipote del dio dei ladri e dei messaggeri, non trovava molte cose in comune con lui.

- Ok, mi dispiace- offrì, grattandosi una guancia, un po' imbarazzato- hai ragione, eccome, ma vedi, io sono una testa calda, prendo fuoco con niente! Ho tante cose in comune con Ares, ma con te...-

Ermes gli lanciò un'occhiata furba.

- Ne sei davvero convinto?- lo interruppe- Pensaci bene. Pensi davvero di essere solo un guerriero forte e basta?-

- Di sicuro non sono particolarmente intelligente-

- Forse no, ma sei sveglio e capace. Non sarai un geniaccio, ma non sei stupido, dico bene? I tuoi amici non ti vorrebbero bene, diversamente-

- Ai miei amici non importa e nemmeno a me-

Ermes posò la lattina vuota su una tegola e rise appena, stiracchiandosi come se fosse indolenzito.

- Ecco, la risposta che mi hai appena dato la dice lunga!- esclamò- Ad Ares importa solo della forza e di come appare agli altri. A te, invece, non interessa, come a me: tu sei così e basta. A te non interessa essere forte per dimostrare qualcosa, vuoi farlo per proteggere i tuoi amici e la tua famiglia. E quando sbagli, lo ammetti-

Adam sorrise.

- Papà mi ha insegnato che tutti commettiamo degli errori, l'importante è fare del nostro meglio per rimediarli- replicò.

- Parli poco di lui, Adam, mentre è il contrario per tua madre. Clarisse la conosciamo tutti!-

Il nipote di Ares ci riflettè un momento.

- Voglio bene a mio padre, è una brava persona- rispose infine- è che mamma è casinista, è come me, insomma, a noi ci noti a distanza, facciamo sempre baccano, ci facciamo riconoscere subito! Ma ho sempre invidiato la capacità di mio padre di starci vicino in silenzio, sempre presente e mai pressante. In passato, la gente l'ha presa per debolezza, ma non è così! E' una cosa straordinaria, essere una presenza costante, perché sai che c'è anche se non lo vedi o non lo dice-

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo 2 [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora