Adam

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Quando quel rombo scosse l'intero Labirinto, Adam alzò la testa, pensando venisse da sopra, ma poi capì che proveniva da qualche parte all'interno.

- Che cos'era?- chiese.

- Non ne ho idea, ma non era Cotto, al momento non sembra voler emergere- rispose Jordan, tenendo d'occhio la voragine.

Qualcosa suggeriva ad Adam che erano i suoi amici a darci dentro. Si spostò fino al bordo del baratro, affiancando Jordan. Il braccio non gli faceva più male, però era comunque inutilizzabile e questo lo faceva arrabbiare da morire, come poteva essere stato così stupido da lasciarselo spezzare? Nemmeno fosse stato una ragazzina fragile e insicura.

Jordan sembrò leggere correttamente l'ombra che gli balenava costantemente negli occhi.

- Non è colpa tua- gli ricordò- Cotto non è un avversario da sottovalutare, ha una potenza incredibile. I nostri corpi sono mortali, ricordalo-

- Già, ma il solo che si è rotto le ossa sono io- brontolò Adam- forse avrei dovuto chiedere come dono agli dei di diventare indistruttibile!-

Accennando un sorriso, Jordan gli appoggiò la mano sulla spalla. Di nuovo, l'intera caverna dove si trovavano iniziò a tremare. Si spostarono entrambi alla svelta dal baratro, che eruttò terra e roccia, per lasciare poi spazio a Cotto. Il gigante balzò su dalla voragine come se niente fosse, atterrando con un tonfo che incrinò il pavimento di pietra.

- Maldetti mortali!- ululò, furibondo.

Mosse tutte le sue infinite mani, cercando di pizzicarli in mezzo come due insetti. Non ci riuscì, ma lo spostamento d'aria fu simile ad un uragano che li mandò gambe all'aria loro malgrado. Adam atterrò malamente sul braccio rotto, gridando di dolore. Cotto capì che era l'elemento più debole, essendo ferito, quindi marciò verso di lui. Jordan fu svelto ad intervenire, mettendosi in mezzo e affettando una mano al gigante con la sua spada. Cotto gridò e impattò con violenza contro il suo scudo, rompendolo. Imprecando, Jordan dovette a quel punto limitarsi a schivare e colpire, le sue difese erano molto scarse. Ma doveva tenere Cotto lontano da Adam.

Scuotendo il capo, il nipote di Ares cercò di mettere a fuoco, ma aveva la vista appannata dal dolore. Vide una montagna contro il povero Jordan. Per quanto il figlio di Ares fosse forte, Cotto aveva troppe mani e quindi troppi modi per colpirlo, prima o poi non sarebbe più riuscito a schivare. Era già incredibile come riuscisse a tenergli testa.

- Ah, per Zeus!- esclamò Adam, strisciando verso la propria spada- Faccio schifo a combattere con la sinistra, ma...-

Raggiunse l'elsa e, nello stesso momento, sentì il rumore di qualcosa di duro che si spaccava. Si voltò di scatto, appena in tempo per vedere Cotto che spezzava la lama della spada di Jordan. La punta schizzò in alto, il gigante la prese e la conficcò nel fianco del semidio, che si piegò in due per il dolore. Poi, con un paio di smanacciate, lo mandò dritto contro una roccia, di potenza. Un essere umano normale si sarebbe rotto il collo, ma Jordan, anche se stordito, era ancora vivo.

Una rabbia incontrollata invase Adam. Incurante del dolore, prese la spada con la destra e si alzò in piedi, ma si rese conto che il braccio rotto non reggeva nemmeno il peso dell'arma, figurarsi lottare.

- No, io non posso perdere e non posso lasciare che Jordan muoia- si disse, col batticuore.

Mise la mano sinistra in tasca, alla ricerca di qualcosa per legargli le dita alla spada, quando trovò un oggetto leggermente appuntito, che gli ferì i polpastrelli. Con sorpresa, tirò fuori dai pantaloni quella specie di anello a forma di drago attorcigliato che gli aveva dato Ermes. Ricordò che il dio gli aveva detto che avrebbe potuto aiutarlo, se ne avesse fatto buon uso.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo 2 [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora