C.1. Parallele incidenti

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Mi sono sempre chiesta quante emozioni sono in grado di provare gli esseri umani contemporaneamente. Era una strana domanda, eppure era una cosa che mi aveva sempre incuriosito.
Bhe, in quel momento la mia testa stava facendo a pugni col mio cuore che, a sua volta, prendeva a calci lo stomaco.
Ma infondo, mi dissi, non è niente di che. Giusto?

Con tutta la forza che avevo in corpo riuscii a superare Alex e ad entrare nella stanza. Corsi verso il televisore cercando di mettere un po' di ordine nella mia testa. Rilessi nuovamente il titolo, più e più volte, cercando di capire se quello fosse uno scherzo o cosa.

Cameron Cooper, nuovo astro nascente della musica globale.

No, non era uno scherzo.
Mi lasciai cadere a peso morto sul divano, tenendo lo sguardo fisso sul televisore.
Sentii il tessuto muoversi accanto a me, segno che qualcuno si era seduto. La ragazza mi guardava dispiaciuta da dietro la montagna di capelli rossi che si ritrovava.

-Mi dispiace, non volevo che lo scoprissi così.

Mi girai verso di lei sgranando gli occhi.

-Vuol dire che tu... tu lo sapevi?

Lei annuii e lanciò un'occhiata a Dylan e Clover che, a loro volta, fissavano il pavimento.

-Lo sapevamo tutti.

Ci fu un attimo di silenzio in cui i miei pensieri cominciarono a vorticare nella mia testa. La ragazza mi poggiò una mano sulla spalla cercando di tradurre la mia espressione.

-Sei arrabbiata?

Alzai nuovamente lo sguardo fino a incrociare i suoi occhi. Scossi la testa cercando di riprendermi.

-No, voglio dire. Sono contenta per lui.

Mi morsi un labbro.

Bugia.

-Solo... perché non me l'avete detto?

Lei abbassò nuovamente lo sguardo.

-Finalmente eri tornata ad essere normale, per quanto tu possa essere normale. Non volevamo che il sentire parlare di lui di facesse di nuovo male.

Scossi la testa con un sorriso amaro.

-L'ho superata. Non avrei fatto niente anzi...

Bugia bugia.

-Mi fa un sacco piacere che sia riuscito a far avverare i suoi sogni.

Non ti prude il naso? Credo si stia allungando leggermente.

I miei amici mi guardarono confusi, come se non si aspettassero una risposta del genere. Poi, dopo un interminabile ed imbarazzante silenzio, mi alzai dal divano.

-Credo che andrò in camera mia.

Dylan lanciò un occhiata indecisa a Clover per poi sorridermi.

-Allora se è tutto a posto noi andiamo. Sicura di non voler venire alla festa?

Scossi la testa decisa, ma senza smettere di sorridere. I due ragazzi uscirono dalla stanza dopo averci salutato e io e Alex rimanemmo sole. Mi avvicinai alla porta di camera mia ma, prima di entrarci, lanciai un ultimo sguardo ad Alex. Lei mi guardò con un sopracciglio alzato.

-Sei sicura di non essere arrabbiata?

Io annuii leggermente per poi entrare in camera sbattendo la porta.

***

-Non sono arrabbiata, sono incazzata nera!

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