C.35. La Rowling mi invita al matrimonio Percabeth

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(Amo questo titolo, capitemi😂)

La mattina seguente mi accorsi subito che c'era qualcosa di strano nell'aria.

La casa era troppo silenziosa: niente urla di mia madre e niente tv accesa.

Tutte le camere affianco alla mia erano vuote. Mamma, papà e Nahan erano già seduti a tavola a fare colazione e di Cameron nemmeno l'ombra.

-Buongiorno tesoro, vuoi un pancake?- domandò mia madre con tono allegro non appena mi vide.

Io la guardai sospettosa e annuii leggermente. Mi sedetti al tavolo accanto alla vecchia Nahan che, dal canto suo, mi rivolse un sorriso da dietro la tazza di thè che stava sorseggiando.

-Dormito bene, cara?- chiese mio padre senza staccare lo sguardo dal giornale che stava sfogliando.

Annuii di nuovo e lanciai un'occhiata alla donna che si muoveva tranquilla fra i fornelli.

Era tutto tranquillo.

Troppo tranquillo.

-Ehm... qualcuno ha visto Cameron?- chiesi guardandomi attorno.

Nahan scrollò le spalle e mio padre continuò a sfogliare il giornale.

-È uscito.- rispose mia madre poggiandomi un piatto di cialde fumanti davanti.

-È uscito?- ripetei scettica.

Dove poteva essere andato da solo?

Prima che potessi replicare ancora la donna si avvicinò di nuovo ai fornelli dandomi le spalle e canticchiando fra se e se.

Guardai di nuovo mio padre in cerca di una qualche reazione.

Voglio dire... la sera prima consoli tua figlia dopo una litigata con il suo ex-fidanzato e il giorno dopo fai finta di niente?

Non che mi stessi lamentando, sia chiaro. Era solo... strano.

Ad un tratto la porta dell'ingresso si spalancò e Cameron entrò nella stanza come nulla fosse.

-Buongiorno.- salutò educatamente.

-Buongiorno Cameron, tutto bene?- chiese mia madre poggiando un'altro piatto di pancake sul tavolo.

Il ragazzo annuì sorridente e si sedette di fronte a me, avvicinandosi lo sciroppo d'acero.

Mi voltai nuovamente verso mio padre che, contro ogni aspettativa, tenne nuovamente lo sguardo abbassato.

-I Chicago Wolves sono passati ai quarti di finale.- commentò leggendo la pagina sportiva.

Cameron mandò giù il boccone e si voltò verso di lui.

-Si, ma non hanno alcuna speranza contro i New York Islanders.

L'uomo ridacchiò e si sitemò gli occhiali sulla punta del naso.

-Oh ragazzo, ne hai di cose da imparare...

A quel punto lasciai cadere la forchetta sul piatto, attirando l'attenzione di tutti quanti.

-No ok, che sta succedendo?

Mio padre e Cameron si scambiarono un'occhiata e si voltarono di nuovo verso di me.

-Sta sera ci sono i quarti di finale di hokey sul ghiaccio. Sai, quello sport in cui...

-So cos'è l'hokey- lo interruppi- Non mi riferivo a quello.

Nessuno disse niente. Per un attimo ebbi come la sensazione che tutti sapessero qualcosa di cui io ero all'oscuro e questo non mi stava affatto bene.

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