C.36. Il bosco delle prime volte

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-A destra! Ti ho detto che devi girare a destra e... l'abbiamo persa.

Guardai la strada che avremmo dovuto prendere allontanarsi sempre di più dietro di noi e presi un respiro profondo cercando di placare i nervi.

-Cameron, amore mio bello, se ti dico "gira a destra" voglio proprio dire che devi girare a destra, non voglio dire "vai pure dritto come se io non esistessi".- borbottai sarcastica voltandomi verso di lui.

Il ragazzo imprecò qualcosa sottovoce e accostò al lato della strada, per poi fare retromarcia.

-Ma tu sei sicura di sapere dove stiamo andando?- chiese guardandomi con la coda dell'occhio.

Alzai gli occhi al cielo e poggiai la testa al finestrino.

-Ho passato diciotto anni della mia vita in questo posto. Fidati, so quello che faccio.

Lui sembrò poco convinto, ma non ribattè oltre e io lo ignorai.

Ero sicura, la strada era quella giusta.

Per un po'  di tempo nessuno dei due disse niente e la cosa, sotto un certo punto di vista, mi fece sentire sollevata.

Non sapevo per quale motivo Cameron avesse deciso di trascinarmi praticamente fuori di casa ma, conoscendolo, probabilmente avrei dovuto preoccuparmi.

Ma mi dissi che, finché non avesse tirato nuovamente fuori l'argomento della litigata della sera prima, potevo stare più o meno tranquilla.

-Come sta andando con l'articolo?- chiese lui ad un tratto.

Gli lanciai un'occhiata con la coda dell'occhio e gli indicai con la mano una stradina in cui voltare.

-Bene.-mentii.

La verità? Ultimamente avevo pensato a tutto meno che l'articolo.

Sul mio computer c'era un documento salvato "Articolo SMC", ma avevo scritto forse solo il mio nome.

Si, facevo grandi passi.

-Non hai intenzione di scrivere qualche cattiveria su di me, vero?- domandò ridacchiando nervosamente.

Io ridacchiai a mia volta e mi rilassai contro il sedile.

-No, non ho intenzione di...

Mi bloccai di colpo.

Cameron aveva paura che io potessi scrivere qualcosa contro di lui.

Questo spiegava tutto.

Spiegava perché nelle ultime settimane fosse stato così apparentemente gentile e premuroso. A lui non importava niente di riallacciare i rapporti con me, a lui importava solamente di se stesso.

Aveva senso. Come potevo aver creduto anche solo per un minimo istante che il vecchio Cameron fosse ancora li?

Ero stata una stupida, probabilmente quel Cameron non era neanche mai esistito.

-Ehi, tutto ok?- mi chiese lui ad un tratto con espressione preoccupata.

Io mi sedetti più composta e tenni lo sguardo fisso davanti a me.

-Si.- risposi fredda.

Ok Cameron, non sei l'unico a poter giocare con i sentimenti delle persone.

-Cassie io...

-Siamo arrivati.- lo interruppi.

Senza dargli tempo di replicare scesi dalla macchina sbattendomi la portiera dietro.

Sospirai pesantemente cercando di darmi una calmata e aspettai che lui mi raggiungesse.

-Sei sicura di stare bene?- chiese infilando le chiavi della jeep in tasca.

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