C.28. La sfortuna ci vede benissimo

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-NON CI POSSO CREDERE!

Riley si gettò di schiena sul letto senza smettere di ridere.

-Hai finito?- domandai scocciata.

La ragazza continuò a rotolarsi sul materasso in preda ad una risata isterica, senza degnarmi neppure di uno sguardo.

-Sei fottuta, tesoro!- biascicò fra una risata e un'altra.

A quel punto la porta si aprì e Clover entrò nella stanza con le sopracciglia aggrottate.

-Cosa sta succedendo?- domandò passando lo sguardo fra me e la ragazza che ancora non riusciva a smettere di ridere.

Prima che potessi aprire bocca Riley si tirò su a sedere e mi indicò con il pollice.

-Cassie ha invitato Cameron a casa sua per Natale!- esclamò tutto d'un fiato.

La fulminai con lo sguardo e subito mi voltai verso Clover per darle delle spiegazioni, ma lei non c'era più.

-Dylan vieni qui! Cassie ha invitato Cameron a casa sua per Natale!- urlò dal corridoio.

In meno di tre secondi entrambi furono davanti alla porta della camera e, dietro di loro, c'era anche Alex.

-Perché siete tutti qui?- domandò confusa.

-Cassie ha invitato Cameron a casa per Natale.- spiegò Dylan cercando di non scoppiare a ridere.

Ad un tratto Nash e Hunter comparvero dietro tutti gli altri con una faccia sconvolta.

-Oh mio Dio, sul serio?- domandò il mio migliore amico con espressione euforica.

-Già.- rispose Alex ridacchiando.

A quel punto afferrai il cuscino che era poggiato li di fianco e me lo premetti contro il viso, cercando di soffocare un urlo disperato.

Ok, il piano "Sii discreta e andrà tutto bene" aveva fallito.

-Si può sapere perché dovete farvi sempre tutti i fatti miei? Fatevi una vita, gente. E poi perché siete tutti qui? Di solito non c'è mai nessuno a quest'ora. Tu non dovresti essere al bar?- domandai indicando Hunter ancora in piedi sulla soglia della porta.

Lui scrollò le spalle e infilò le mani nelle tasche.

-Riley deve aiutarmi ad aggiustare la cassa elettronica, sono venuto a prenderla.- spiegò con non-chalance.

Guardai la mia amica accanto a me, ma ancora non aveva smesso di ridere.

Alzai gli occhi al cielo e riportai la mia attenzione sui miei "amici".

E dico "amici" perché non credo che avrebbero continuato a frequentarmi dopo che li avrei presi a schiaffi tutti quanti.
Perché, di questo passo, questo è quello che sarebbe successo.

-Ok Smith, vogliamo i particolari.- disse Nash come se il mio discorso sul "fatevi i cazzi vostri, razza di impiccioni" non l'avesse neanche sfiorato.

Sospirai amaramente e, anche se controvoglia, raccontai loro tutto ciò che era successo la sera prima.

Non appena ebbi finito di parlare ci fu un attimo di silenzio ma, prima che potessi aggiungere altro, tutti scoppiarono a ridere.

-Come diamine hai fatto?

-Cassie sei in guai grossi!

-Solo tu potevi esserne capace.

Davvero confortanti, dico sul serio.

Mi alzai dal letto e feci per uscire dalla stanza, ma loro mi fermarono subito.

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