C.6. Non ti conosco

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Quel bacio fu... strano.
Non strano tipo brutto, strano tipo "cosa diamine sta succedendo?".
Inizialmente Peter rimase immobile, con gli occhi spalancati e un'espressione sorpresa dipinta sul volto. Ma, non appena si fu ripreso dallo shok, mi cinse i fianchi con le mani e io feci lo stesso con il suo collo.
Tutto questo sotto lo sguardo sconvolto di Cameron.

E non è l'unico! Come diamine è possibile che tu abbia baciato Peter? Sei uscita di testa?

Ignorai la mia coscenza e mi godei gli ultimi secondi di quel bacio, per poi staccarmi e osservare divertita la faccia sconvolta del ragazzo di fronte a noi.

-Contento?- sussurrai con aria innocente. Lui mi lanciò un'occhiata veloce, per poi spostare il suo sguardo sul mio amico biondo.

-Devi stare lontano dai lei.- sussurrò a denti stretti.

Peter alzò un sopracciglio divertito ma io non ci trovavo proprio niente di divertente.

-Piantala! Hai perso il diritto di fare il ragazzo super protettivo nel momento in cui mi hai lasciata, ok?

-Cassie tu non puoi stare con questo tizio.- disse senza staccare lo sguardo dal ragazzo. Sguardo che, d'altra parte, era completamente ricambiato.

Che gli prendeva a quei due?

-Dobbiamo andare.- disse ad un tratto Cameron prendendomi per il polso, ma senza mai staccare lo sguardo dal mio amico.

-Togli le mani dalla mia ragazza.- rispose quello prendendomi per l'altro polso.

Nel momento in cui Peter pronunciò quelle parole provai una strana sensazione. Il modo in cui aveva pronunciato "la mia ragazza"... non lo so, mi sembrava sbagliato.

Mi staccai da entrambi con uno strattone e presi un respiro profondo.

Che pasticcio avevo combinato?

-Io e Cameron dobbiamo finire il giro del campus. Tu finisci pure di studiare, ci sentiamo stasera.- dissi avvicinandomi al ragazzo.

Gli schioccai un bacio sulla guancia. Probabilmente sarebbe stato meglio dargliene uno sulle labbra, in modo da non far insospettire Cameron, ma non mi sembrava il caso.
Mi voltai verso di lui e gli feci cenno con lo sguardo di seguirmi. Ci allontanammo dalla biblioteca senza dire una parola e io non respirai fino a quando non fui certa di essere abbastanza lontana.

-Cassie...

La voce di Cameron mi richiamò, ma io non avevo intenzione di ascoltarlo. Sentivo i suoi passi dietro di me, ma non volevo girarmi per poi dovermi sorbire la sua inutile scenata di gelosia.

Che poi parliamone: gelosia?
Come poteva essere geloso? Era stato lui a cacciarmi dalla sua vita e, in quel modo, aveva perso tutto il diritto di fare il geloso.
No, questa non era gelosia, era possessività. Gli dava fastidio vedermi con un altro per il semplice motivo che non poteva più avere il diritto di definirmi sua. Si stava comportando come un cane viziato e mi trattava come se io fossi il suo giocattolino. Ma io ero stufa di questo gioco.
Arrivai davanti al bar del campus e poggiai una mano sulla maniglia della porta ma, prima di avere anche solo il tempo di mettere un piede dentro, sentii una mano afferrarmi per il polso. In meno di tre secondi mi trovai nel vicolo accanto al locale con la schiena schiacciata contro il muro. Cameron teneva entrambe le mani poggiate alla parete accanto alla mia testa e gli occhi nocciola scrutavano dentro ai miei.
La distanza che ci separava era minima e, in quel momento, lo sentii di nuovo.

Quel dolce profumo di caramella Mou.

Mi morsi il labbro e iniziai a trattenere il respiro. Quel profumo, il modo in cui quegli occhi nocciola scrutavano dentro ai miei, il suo viso così vicino al mio, non fecero altro che farmi tornare alla memoria tutti i momenti che avevamo trascorso insieme quell'estate.

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