C.40. Natale in famiglia

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-Abbie sono pronta, lasciami stare.- borbottai cercando di scansarmi dalla presa di mia cugina.

La ragazza sbuffò e riavvicinò il mascara al mio viso.

-Per l'amor di Dio Cassie, sta ferma! Così ti caverò un occhio.

Alzai gli occhi al cielo, ma smisi di muovermi.

-Non capisco quale sia il tuo problema. Non posso mettermi un caldo maglione natalizio e le mie amate pantofole con gli alpaca?- chiesi speranzosa.

Lei mi guardò quasi come se fossi pazza.

-Cosa? Sei fuori? Devi per forza andare in giro come una barbona?

Finalmente si allontanò da me e io potei alzarmi dal letto.

-Ma tanto chi mi deve vedere? La nonna? La vecchia Nahan? Mio padre?- rimarcai le ultime due parole.

La ragazza mi ignorò e tirò fuori dalla borsa un arriccia capelli.

Oh bontà divina.

-Beh... La nonna, tuo padre e un dio greco mancato.

Io ridacchiai fra me e me mentre la ragazza iniziò a piastrmi i capelli.

-Si beh, mi ha vista in situazioni peggiori...

-Quindi ti importa.- fece lei maliziosa.

Io spalancai gli occhi.

-Cosa? No! Cioè... no. Non mi importa. Credo.

-Credi?

Sbuffai infastidita e le lanciai un'occhiataccia da dietro la mia spalla.

-Taci.

Abbie ridacchiò e, quando finalmente ebbe finito di sistemarmi i capelli, mi avvicinai allo specchio.

-Allora? Che ne pensi?- chiese mettendo tutto a posto.

Osservai l'immagine riflessa davanti a me. Abbie mi aveva costretta ad indossare un paio di jeans aderenti scuri e una camicetta bianca semplice leggermente aperta sul davanti. I capelli castani mi ricadevano mossi sulle spalle e gli occhi chiari erano contornati da un sottile strato di eyeliner. Le labbra, invece, non le aveva neanche sfiorate.

-Perché niente rossetto?- chiesi passandoci un dito sopra.

Lei si avvicinò a me con fare malizioso e mi poggiò entrambe le mani sulle spalle.

-Così quando tu e il Finnik Odair dei poveri inizierete a slinguazzarvi nessuno dei due avrà segni.- sussurrò.

Io la spintonai bruscamente e mi avvicinai alla porta della stanza.

-Sei volgare! E ti sbagli, io e Cameron non ci slinguazzeremo, ne ora ne mai!

Spalancai la porta e, non appena misi un piede fuori dalla stanza, andai a sbattere contro qualcosa.

O meglio, qualcuno.

Alzai lo sguardo pronta a scusarmi con chiunque fosse ma, non appena i miei occhi incontrarono un paio di perle nocciola, mi bloccai.

Ecco, avete presente le gioie della vita?

Bene, io no.

Cameron mi guardava con la bocca spalancata e io sentii il forte bisogno di scavarmi una fossa e rinchiudermi sotto terra per il resto dei miei giorni.

Era un po' che non facevo figure di merda, in effetti mi mancava.

Il ragazzo iniziò a boccheggiare leggermente imbarazzato e io mi chiusi la porta alle spalle cercando inutilmente di coprire le risate di Abbie dietro di me.

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