C.50. Tradita, di nuovo

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-Sei sicura di essere pronta?

Mi voltai verso Clover e alzai gli occhi al cielo.

-Clover ho solo avuto un po' di febbre, ora sto bene.

Bugia.

-Lo so, ma sei ancora pallida e sembri sul punto di sgretolarti. Puoi permetterti di stare a casa ancora un giorno.

Sospirai e scossi la testa.

-No, ho già perso troppe lezioni. Sto bene, posso farcela.

Bugia bugia.

Clover mi lanciò un'occhiata esitante, ma alla fine si arrese.

-Okay, come vuoi. Per qualunque cosa chiamami.

Mi lasciò un bacio sulla guancia e scomparve in mezzo alla folla dei ragazzi che stavano entrando nella facoltà di letteratura.

Presi un respiro profondo, mi sistemai meglio la spallina dello zaino e mi incamminai lentamente verso l'altro lato del campus.

Okay, forse avevo mentito. Non stavo bene proprio per niente, ma non volevo che lei e gli altri si preoccupassero.

Era passata esattamente una settimana da quella sera. Una settimana passata in camera ad avere paura. Una settimana senza mettere piede giù dal letto. Una settimana da quando io e Cameron avevano parlato per l'ultima volta.

Da allora non l'avevo più visto. Lo sentivo rientrare di notte tardi, ma ormai non provavo neanche più a cercare un contatto.

Nella mia testa era impressa l'espressione che aveva fatto quella sera, il suo volto pallido, gli occhi stanchi. Tutto di lui mi diceva una cosa sola: Io ci rinuncio.

Cameron si era arreso. Non mi cercava più, non provava più a riconquistarmi. Io gli avevo portato via anche l'ultimo barlume di speranza.

E questa cosa mi distruggeva.

Senza accorgermene ero arrivata davanti alla facoltà di giornalismo. Iniziai a salire la gradinata ma, quando sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla, feci letteralmente un salto in avanti.

Ricorda di fare attenzione all'ombra...

Mi voltai di colpo con il cuore a mille, ma il mio respiro si bloccò quando, al posto di due occhi di ghiaccio, incontrai quelli di un ragazzo dai riccioli biondi.

Strinsi le labbra cercando di non scoppiare a piangere e, senza dargli tempo di dire niente, iniziai a salire i gradini più velocemente.

-Cassie, ti prego aspettami...

-Vattene Peter! Non ho intenzione di parlare con te!

Feci per entrare nell'edificio, ma il ragazzo mi si parò davanti.

-Cassie ti prego, lasciami spiegare...

-Cosa c'è da spiegare, Peter? Tu sapevi che Cameron era l'ex di tua sorella e non hai detto niente! Lo sai quello che è successo tra loro due?

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