C.16. Chiudiamola qui

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Il professor Miller non fu molto chiaro, tutto quello che mi disse fu che avrei dovuto raggiungerlo subito nel suo ufficio. Così, anche se riluttante, lasciai Riley da sola a casa a svuotare le valige e corsi il più velocemente possibile lungo il campus, ansiosa di capire cosa stesse succedendo. Come arrivai davanti alla facoltà, però, mi resi conto di non essere sola.

«Che ci fai tu qui?» domandai acida non appena i miei occhi incontrarono quelli nocciola del ragazzo seduto sulle scalinate.

Lui aveva ancora un'espressione spaventata stampata sul volto, come se avesse paura che da un momento all'altro Riley sarebbe saltata fuori da un cespuglio pronta a picchiarlo.

E come dargli torto...

Che vuoi dire?

No dico, ma l'hai vista? Quella ragazza fa veramente venire i brividi, certe volte.

Il ragazzo si guardò attorno per un paio di secondi ma poi, quando si rese conto che ero sola, tirò un sospiro di sollievo e si alzò in piedi.

«Ti stavo aspettando.» rispose ovvio.

Io alzai un sopracciglio e rimasi a distanza di sicurezza da lui.

«E... per quale motivo mi stavi aspettando?» domandai scettica.

Lui accennò un sorriso e iniziò a salire i gradini, facendomi segno di seguirlo.

«Il signor Miller e Jordan vogliono vederci entrambi.» spiegò entrando nella facoltà.

Ok Cassie, fai finta di sapere chi sia questo Jordan.

Esitai un attimo, ma alla fine sbuffai e lo seguii all'interno della facoltà. Iniziammo a camminare lungo i i corridoi deserti e per tutto il tempo io non feci altro che torturarmi le labbra con i denti, cercando di rimanere il più possibile distante da lui.

Ok lo ammetto, ero nervosa. Ero nervosa e non riuscivo dannatamente a capirne il motivo. Forse era per quello che il mio professore voleva dirmi, oppure per ciò che Cameron aveva fatto a Riley.

Insomma, come aveva potuto? Nonostante quello che era successo fra me e lui Riley rimaneva sempre una sua amica, se sapeva quello che Blake le stava facendo perché non glielo aveva semplicemente detto?

Ad un tratto una voce familiare mi risvegliò dai miei pensieri.

«Ehi amore!»

Mi voltai di colpo, giusto in tempo per vedere i riccioli biondi di Peter corrermi incontro. Gli sorrisi e andai verso di lui ma, prima che potessi ricambiare il saluto, il ragazzo poggiò le sue mani sui miei fianchi e mi trascinò verso di se, facendo scontrare le nostre labbra. Spalancai gli occhi sorpresa e provai a staccarmi da lui, ma le sue mani mi strinsero forte contro il suo petto. Lo guardai confusa e lui, in tutta risposta, fece un cenno verso Cameron dietro di noi, così capii. Ricambiai il bacio leggermente impacciata e, dopo alcuni secondi, ci staccammo entrambi con il fiatone. Sentivo le guance andarmi a fuoco mentre sul volto del ragazzo era stampato un sorriso soddisfatto. Lo guardai confusa ma prima che potessi dire qualcosa notai il suo sguardo divertito puntato dietro di me. Mi voltai di colpo e, come i miei occhi incontrarono quelli di Cameron, per poco non mi venne un infarto.

Quelle bellissime perle nocciola che avevo tanto amato si erano trasformate completamente, diventando due pozze quasi nere. La sua mascella era serrata, i muscoli erano tesi e le mani erano chiuse in pugni talmente stretti che le nocche erano diventate bianche.

Incapace di reagire razionalmente feci un passo in avanti allungando una mano verso il suo braccio, ma lui si sottrasse subito dalla mia stretta fulminandomi con lo sguardo. Passò lo sguardo da me a lui un paio di volte e scosse la testa deluso. Mi lanciò un'ultima occhiata e, prima che potessi fermarlo, corse via lungo il corridoio.

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