C.32. Plomeek

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-Non ho intenzione di cenare con quella... quella razza di... di sehlat! Quella lurida le'matya, horta, plomeek!

Eravamo in salotto da quasi mezz'ora, ma la situazione non era cambiata. Cameron mi guardava con espressione interrogativa, mentre il resto della mia famiglia sembrava completamente indifferente. Mio padre stava lucidando il suo fucile da caccia, la vecchia Nahan lavorava a maglia e mia madre teneva distrattamente gli occhi su una rivista.

Cameron passò un paio di volte lo sguardo da me alla mia famiglia, come se stesse cercando di capire se stesse impazzendo o se fossimo noi quelli pazzi.

-Una... che cosa?

-Oh non preoccuparti caro, è tutto normale. Cassie insulta sempre tutti in vulcaniano, quando è arrabbiata. Non farci caso.- lo rassicurò mia madre sorridendo leggermente.

Lui annuii, ma sembrava ancora abbastanza confuso.

-Mamma!- mi lagnai per l'ennesima volta.

La donna si decise finalmente ad alzare gli occhi dal giornale e mi guardò con fare sofferente.

-Ascolta tesoro, neanche a me va a genio l'idea di dover passare tutta la serata con quella donna, ma mica potevo dirle di non venire.

Io alzai le braccia al cielo esasperata.

-Si che potevi!- esclamai.

Lei sospirò, si alzò dal divano e si avvicinò a me.

-Cassie Marie Elizabeth Smith. Ora tu andrai di sopra, ti metterai qualcosa di carino, sorriderai in modo cordiale e gentile e tornerai giù in tempo per accogliere i nostri ospiti, ok?

-No.

-Perfetto, ci vediamo fra un'ora. Cameron caro, hai bisogno di farti una doccia?

Prima che il ragazzo potesse rispondere mio padre spalancò gli occhi e si alzò di scatto dal divano.

-Non ho intenzione di lasciare che un ragazzo in piena crisi ormonale giri nudo per casa mia mentre mia figlia è nella stanza accanto, ci siamo chiariti?

Mia madre lo fulminò con lo sguardo e Cameron si alzò dal divano con fare cauto, tenendosi bene a distanza dal fucile che mio padre teneva ancora fra le braccia.

-Non si preoccupi signora Smith, sto bene così.- rispose con tono cordiale.

Mia madre sorrise con uno sguardo che sembrava gridare "sei un ragazzo adorabile, prendi mia figlia e fanne tutto quello che vuoi, oppure ti sposo io", quindi decisi di filarmela prima che decidesse di dare voce ai suoi pensieri.

Afferrai Cameron per un braccio e, dopo aver lanciato un ultimo sguardo contrariato a mia madre, raggiunsi il piano di sopra.

-Allora Cassie Marie Elizabeth, mi puoi dare delle spiegazioni?- chiese non appena fummo abbastanza lontani dalla portata d'orecchio dei miei genitori.

Io sbuffai ed entrai in camera mia, ovviamente subito seguita da lui. Aprii la valigia cercando qualcosa di lontanamente decente da indossare e il ragazzo si sedette sul letto.

-Amelie De la Gare, sposata con Huge Hutson. Hai presente quando ti ho raccontato che mia madre veniva da un paesino sperduto vicino a New York? Ecco, Amelie e la sua famiglia vengono da li ed erano "amici" di mia madre.

Tirai fuori una gonna a pois dalla borsa, ma decisi che non era il caso.

-E perché la odi tanto?

Sbuffai di nuovo e scartai anche una camicia color prugna.

-Perché è una riccona pignola con la puzza sotto al naso. Suo marito è un imprenditore abbastanza importante e quindi lei si crede la regina dell'avocado. Da quando la conosco non fa altro che sminuire tutto quello che faccio. Passa il tempo a mettermi in competizione con sua figlia Clare NonHoUnaPersonalità Hutson.

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