Se non avete mai passato il Natale con la famiglia Smith, non potete dire di aver assaporato realmente l'essenza di questa festa.
Dico sul serio, in confronto a noi Babbo Natale è un dilettante.
Ogni anno, il giorno della vigilia, quattro generazioni di Smith si riunivano sotto ad un unico tetto e, il più delle volte, la cosa finiva con il degenerare.
Già, non siamo mai stati una famiglia come le altre.
-Tesoro! Porta giù lo scatolone dalla soffitta!- gridò mia madre dal piano di sotto.
Io sbuffai e, controvoglia, mi alzai dal letto.
Questa era la prima fase del Natale in casa Smith: gli addobbi.
Mia madre si considerava una specie di guru degli addobbi natalizi e, ogni anno, intraprendeva un concorso tacito con le altre case del vicinato. Nella nostra soffitta c'era di tutto, da una renna con gli occhiali da sole a un babbo natale che mostrava il sedere con un sorriso delirante stampato sul volto.
Già, poi uno si chiede perché io ero cresciuta disturbata.
Uscii nel corridoio e per poco non andai a sbattere contro Cameron che stava uscendo a sua volta dalla camera di fronte alla mia.
Mi guardò negli occhi per alcuni secondi, ma io abbassai subito lo sguardo.
-Scusa.- mormorai.
Lui abbozzò un sorriso tirato e, senza dire niente, scese al piano di sotto.
Sospirai amaramente e salii in soffitta a prendere lo scatolone.
Da quando eravamo scesi dalla casetta sull'albero, nel bosco delle prime volte, Cameron non mi aveva più rivolto la parola.
Notavo come avesse iniziato a evitare il mio sguardo, come si tenesse sempre ad una distanza di sicurezza da me e come parlasse con tutti i membri della mia famiglia, perfino con mio padre, tranne che con me.
Assurdo!
Portai lo scatolone fino al salotto e lo depositai ai piedi dell'albero.
Cosa gli avevo detto di male? Avevamo già discusso prima, non ci trovavo niente di brutto o offensivo in quello che gli avevo detto. Quindi perché evitarmi? Perché starmi distante?
-Gli zii e i nonni saranno qui per le otto, mentre Abbie e Oliver arriveranno forse un po' più tardi. Dipende da quando arriva il treno.- avvisò mia madre entrando nella stanza.
Aveva i capelli castani raccolti in una bandana rossa e indossava la sua salopette da addobbi.
Non fate domande.
Si guardò attorno per qualche secondo e poi fece un sorriso allegro portandosi le mani sui fianchi.
-Voglio tutta la famiglia Smith e Cameron a raccolta! Subito!
In meno di tre secondi mio padre, la vecchia Nahan e Cameron ci raggiunsero in salotto.
-Allora, dobbiamo organizzare un piano di attacco efficace. Alan, tu dovrai andare sul tetto a montate gli addobbi esterni. E vedi di non cadere, quest'anno. Non ci tengo a fare un altro giro al pronto soccorso.- disse la donna con fare serio.
Mio padre fece un gesto solenne con il capo, afferrò la scatola degli attrezzi e uscì dalla stanza.
-Nahan, tu invece dovrai occuparti della cena. Fai una lista di cose che ti serviranno per cucinare e poi inizia a preparare la cucina.
La donna annuì e afferrò un taccuino li accanto.
-Cameron, tu prendi la lista di cose da comprare e vai al supermercato qui dietro a fare la spesa.
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Ti ricordi di noi?
Teen FictionSequel di "Quello che non ti ho detto di noi." Dopo alcuni mesi dalla fine dell'estate Cassie sta cercando in tutti i modi di lasciarsi Cameron alle spalle. Sta cercando di godersi l'arrivo al college nel miglior modo possibile. E, in un modo o nell...