C.41. "Se"

4.6K 250 160
                                    

La tavola era imbandita con le migliori prelibatezze che avessi mai visto. C'era di tutto, dico sul serio, mia madre si era impegnata davvero tanto per preparare tutti i piatti preferiti della famiglia Smith.

Eppure non avevo fame. E la cosa, fidatevi, era davvero strana. Ma era più forte di me. Attorno al grande tavolo erano sedute dieci persone e, tutte loro, tenevano lo sguardo puntato su Cameron che, d'altra parte, cercava di sembrare il meno in imbarazzo possibile. Per tentare di mascherare la cosa aveva fatto in modo di finire seduto fra me e Bianca, così da poter giocare con la bambina e cercare di sviare l'attenzione da se stesso.

Bella mossa Cooper, peccato che tu non conosca gli Smith.

«Allora Cameron, vai anche tu a Standford?» chiese zio Paul prendendo una porzione di arrosto.

Il ragazzo si voltò verso di lui con un sorriso educato e si schiarì la gola nervosamente.

«In parte. Ho lasciato l'università tempo fa, ma ora tengo una specie di stage presso la classe di giornalismo.» rispose.

Mi voltai di nuovo verso mio zio in attesa di un qualche commento che avrebbe potuto mettere entrambi in imbarazzo ma, fortunatamente, si limitò a sorridere.

«È così che hai conosciuto Cassie?» chiese zia Mag.

Per poco non mi strozzai con il pollo. Iniziai a tossire cercando di far andare giù il boccone. Tutti mi guardarono confusi e io bevvi un sorso d'acqua nel vano tentativo di distrarre l'attenzione dalle mie guance visibilmente rosse.

«No. Cioè, ci conoscevamo già. Quest'estate, quando sono andata a lavorare da zio Albert. Cameron abita li.» cercai di spiegare.

Mia zia annuì con fare saccente e alzò gli occhi al cielo.

«Oh non parlarmi di quell'uomo. Quest'anno non è venuto a cena qui perché, indovinate un po', è andato in vacanza alle Canarie con la sua nuova fidanzata!»

Fortunatamente il discorso deviò velocemente e, in poco tempo, tutti sembravano aver dimenticato me e Cameron. Mi passai nervosamente una mano fra i capelli e sospirai cercando di darmi una calmata. Perché ero così nervosa? Quella era la mia famiglia! Loro facevano sempre domande imbarazzanti!

Ad un tratto Camero rise per qualcosa che aveva detto Oliver e io non potei fare a meno di voltarmi ad osservarlo. Guardai quelle labbra che solo fino a pochi mesi prima non facevo che baciare. Osservai quegli occhi castani che mi avevano fatto innamorare e mi soffermai sul modo buffo in cui giocava con Bianca. Guardai la maniera in cui rispondeva educatamente a tutte le domande che mia zia e mia nonna gli facevano e perfio mio padre e mio zio iniziarono a parlare con lui della finale di hockey che ci sarebbe stata di li a pochi giorni.

E, inevitabilmente, iniziai a fare quello che mi ero ripromessa più volte di evitare: iniziai a pensare al "se".

Cosa sarebbe successo se Cameron non mi avesse cacciata bruscamente dalla sua vita?

Magari mi avrebbe convinta a scappare insieme dopo gli esami per una fuga romantica a Parigi. Magari anche li mi avrebbe portata a Disneyland. O forse saremo comunque venuti a passare le vacanze dalla mia famiglia. Magari ci saremmo trovati in questa stessa situazione, con lui che scherza e gioca con mia nipote e parla di sport con mio padre. Ma magari mi avrebbe tenuta per mano, sotto al tavolo. Forse avremmo raccontato a tutti di come ci eravamo conosciuti, di come ci eravamo messi insieme. Poi magari, dopo cena, lui avrebbe aiutato mia madre a sparecchiare e poi ci saremmo seduti in salotto, io in braccio a lui davanti al camino. Ci saremmo scambiati i regali, lui avrebbe tenuto le labbra premute contro il mio collo e io avrei riso nel guardare quella piccola bimba di un anno cercare di aprire il piccolo libro che le avevo comprato. E lui avrebbe riso con me, solleticandomi con il suo fiato a contatto con la mia pelle. Poi avremmo salutato tutti e, mano nella mano, saremmo risaliti al piano di sopra. A quel punto lui non sarebbe entrato nella camera degli ospiti, no, lui avrebbe dormito con me. Forse mio padre non ne sarebbe stato entusiasta, ma alla fine avrebbe capito. Ci saremmo messi i pigiami, senza timore di spogliarci l'uno di fronte all'altro, memori dalle notti d'amore che avremmo avuto nei mesi precedenti. E poi lui mi avrebbe baciata e io avrei baciato lui, senza timore di stare facendo la cosa sbagliata. Ci saremmo addormentati abbracciati, l'uno con il calore dell'altro. Al posto di un "buonanotte" mi avrebbe sussurrato un "ti amo" e io avrei sorriso, accucciandomi sempre di più contro il suo petto. E avrei dormito tranquilla, con il suo dolce profumo di caramello ad avvolgermi e senza la paura di svegliarmi, il giorno dopo, in un letto vuoto. Mi sarei fidata di lui, avrei saputo che ci sarebbe sempre stato per me e mai avrebbe cercato di abbandonarmi.

Ti ricordi di noi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora