C.30. Un sogno

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Gli alberi correvano veloci accanto a noi e io fissavo il sole tramontare da dietro le motagne. Poggiai la testa contro il finestrino e iniziai a passare le dita lungo il cruscotto impolverato della macchina.

-Scusa, so che non è proprio come la Ferrari di Apollo.- disse Cameron spezzando il silenzio.

Io ritrassi subito la mano. Non pensavo mi vedesse, credevo fosse troppo occupato a guardare la strada per fare caso a me.

Mi voltai verso di lui e notai che sul suo volto era stampato un sorriso divertito, il che mi fece rilassare leggermente.

-Maserati Spyder decapottabile rossa, non Ferrari.- lo corressi riportando lo sguardo sulla strada.

Lo sentii ridacchiare e questo fece sorridere anche me d'istinto.

-Quindi... Si può sapere cos'hai contro gli scoiattoli?- chiese con lo stesso tono.

Lo guardai confusa e lui ridacchiò.

-Prima hai detto "È solo uno stupido scoiattolo". Cosa ti aveva fatto di male, per essere stupido?- chiarì.

Io scrollai le spalle con non-chalance.

-Non lo so, forse è perché sono così agili. Cioè, ti sembra giusto che loro possano arrampicarsi dove vogliono e io non riesca neanche ad arrivare allo scaffale più alto del supermercato? Questa cosa è altamente ingiusta.

Cameron scoppiò a ridere e io lo ignorai.

-Vuoi mettere un po' di musica?- domandò ancora.

Alla parola "musica" i miei occhi si illuminarono.

-Hai della musica?- esclamai drizzandomi subito a sedere.

Lui ridacchiò di nuovo e fece un gesto del capo verso il cruscotto davanti a me. Lo aprii subito e una valanga di CD mi cadde addosso.

-Oh mio Dio, perché non me lo hai mai detto?

Lui scrollò le spalle e io iniziai a scorrere i vari titoli cercandone uno che mi piacesse. Alla fine trovai un album degli One Republic e subito estrassi il disco senza esitare.

Le prime note di Apologize iniziarono a rimbombare nell'abitacolo e io mi rilassai sul sedile, lasciandomi cullare da quella melodia dolce.

Il sole era ormai scomparso oltre la linea dell'orizzonte e il cielo si era tinto di indaco, rendendo l'atmosfera quasi magica.

Mi lasciai sfuggire uno sbadiglio e Cameron se ne accorse.

-Principessa, perché non dormi un po'?

Scossi la testa e mi rannicchiai di più sul sedile di pelle.

-Non chiamarmi principessa.- risposi in un altro sbadiglio.

Lui sorrise e scosse la testa.

-Va bene, Cassie. Perché non dormi un po'? Ieri sera siamo andati a letto tardi.- ripetè con fare insistente.

Scossi di nuovo la testa, ma i miei occhi stavano diventando pesanti da sostenere.

-Non lascerò la mia vita nelle tue mani, Cooper.- lo presi in giro.

La verità era che, per qualche motivo, non volevo lasciarlo da solo per tutta la notte.

-Cassie, taci e dormi. Se i tuoi genitori ti vedono arrivare in modalità zombie sono sicuro che mi uccidono.

Esitai un attimo, ma alla fine mi dissi che un po' di sonno non mi avrebbe fatto male.

-Ok, ma fra mezz'ora svegliami.- borbottai.

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