C.27. Ripetizioni

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Non appena mettemmo piede nel bar iniziai a guardarmi attorno.

Ok, nessuno aveva ancora provato a stuprarmi. Era un buon segno, no?

-Ti va bene quel tavolo?- domandò Alex indicando un punto in fondo alla sala.

Annuii distrattamente e la seguii facendo bene attenzione a non imbattermi nel ragazzo dagli occhi neri.

-Allora...- iniziò la ragazza non appena ci fummo sedute.

Io sorrisi e rilassai leggermente i muscoli delle spalle.

-Come sta andando con l'articolo?- chiese ricambiando il sorriso.

Io feci una smorfia e lei ridacchiò.

-Andiamo, non può essere così male!- ribattè teatralmemte.

Ripensai a ciò che era successo nelle ultime settimane. A tutto i momenti che avevo passato da sola a casa di Cameron, allo studio di registrazione, nella doccia...

Non ero in grado di definirli. Erano stati dolcemente strazianti o schifosamente piacevoli?

-Tu piuttosto, come va?- domandai cercando di cambiare argomento.

Lei scrollò le spalle con non-chalance.

-Il solito.

Proprio in quel momento qualcuno mi poggiò una mano sulla spalla e subito mi irrigidii.

-Cosa vi porto?- domandò il ragazzo che era appena comparso dietro di me.

Non ci fu bisogno di girarmi, avevo già capito a chi appartenesse quella voce.

Maledetta me e quando mi ero lasciata convincere ad andare a quello stupido bar.

La mia amica sorrise al ragazzo dagli occhi neri.

-Per me un thè caldo al mirtillo.- rispose gentilmente.

Il ragazzo si voltò verso di me e io abbassai il volto.

-E per te, bambolina?

Notai che Alex mi lanciò un'occhiata strana, ma feci finta di niente.

-Io... Io...

-Per lei una cioccolata calda con extra panna.- rispose qualcuno al posto mio.

Alzai nuovamente lo sguardo e incontrai gli occhi chiari di Peter che mi osservavano sorridenti.

Il cameriere gli lanciò un'occhiata che non riuscii a decifrare e poi se ne andò come se niente fosse.

Io rimasi imbambolata per alcuni secondi, ma alla fine riuscii a darmi una calmata.

Lo sguardo di Peter si posò distrattamente su Alex e, proprio in quel momento, i suoi occhi si spalancarono.

-Oh.. S-scusa, pensavo fossi sola.- balbettò.

Io mi voltai verso la mia amica e sorrisi.

-Oh si scusa. Lui è il mio amico Peter, mentre lei è...

-Alex.- mi interruppe lui prima che potessi finire di parlare.

Passai lo sguardo fra i due confusa.

-Voi vi conoscete?- domandai senza sapere che altro dire.

La ragazza lo guardò aggrottando le sopracciglia e Peter iniziò a boccheggiare.

-Si cioè, ci siamo visti un paio di volte. Io... Io abitavo nella sua stessa città.- disse lui cercando di riprendersi dallo shock.

A quel punto quella sorpresa ero io.

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