Quanto può sconvolgere una partenza? Quanto può essere difficile guardare una persona negli occhi e sussurrargli "Addio"?
Ve lo dico io, è un dolore straziante.
Quindi meglio evitarlo, no? Non dire addio ad una persona implica il non soffrire, vero?
Sbagliato.
Seduta a un tavolino del bar, mi portai la tazza di cioccolata alle labbra. Gli occhi mi facevano ancora male, gonfi dalle lacrime infinite che avevo versato quella notte.
Ad un tratto il cellulare iniziò a squillare e, non appena mi resi conto che era Clover, lo portai lentamente all'orecchio. Presi un respiro profondo e premetti il pulsante verde.
«E' partito?» chiesi subito.
«Si.» rispose la ragazza con tono addolorato.
Ecco, questo è quello di cui parlavo. Niente addio, tanto dolore.
«Ha chiesto di te, svariate volte.» disse la mia amica, con un pizzico di rimprovero nella voce.
Io lasciai i soldi sul tavolino e mi alzai dalla sedia, per poi uscire dal bar. Il sole era ormai sparito da un pezzo e le luci dei lampioni illuminavano a tratti la strada deserta.
«E' stato meglio così, Clover.» mormorai.
Lei sospirò.
«Quante volte dovrai ancora ripeterlo, prima di riuscire a convincere te stessa?»
Attraversai il marciapiede, stringendomi nel mio cappotto.
«Come stava?» chiesi, ignorando la sua domanda.
«Come qualunque ragazzo che ha dovuto abbandonare l'amore della sua vita. Che, per inciso, è stata l'unica a non venire a salutarlo in aeroporto.»
Alzai gli occhi al cielo, anche se lei non poteva vedermi.
«Dove sei, a proposito?» chiese, cambiando discorso.
Mi guardai attorno per alcuni secondi, per assicurarmi che non ci fosse nessuno in giro a parte me. Insomma, le mie ultime esperienze mi avevano insegnato che non era saggio andare in giro di notte da sola.
«Vado a casa di Cameron a prendere le mie cose e torno all'appartamento con voi.» risposi.
La ragazza non disse niente, probabilmente contrariata. Alla fine sospirò, sapendo che sarebbe stato impossibile farmi cambiare idea.
«Okay, fra mezz'ora dovremmo essere di ritorno. Fai attenzione.» si raccomandò.
Io le promisi che avrei tenuto gli occhi aperti e, dopo un ultimo saluto, chiusi la chiamata.
Non appena fui di nuovo sola mi strinsi nel cappotto che indossavo e attraversai velocemente il marciapiede, diretta verso la fermata dell'autobus.
Cameron era partito, definitivamente. Se n'era andato e io non gli avevo dato neanche un bacio d'addio. Ma era meglio così, ne ero sicura.
Scusa, ma mi sento di dissentire.
Ma che strano, io e te siamo sempre così d'accordo su tutto.
Senti, tu gli hai promesso che non sarebbe cambiato niente. Eppure non fai niente per dimostrarlo. Cosa pensi che accadrà quando Cameron ripenserà al vostro ultimo momento insieme e si renderà conto che tu non gli hai neanche detto che lo ami?
Arrivai fino alla cancellata d'ingresso del campus e ci poggiai la schiena contro.
Okay, hai ragione.
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Ti ricordi di noi?
Teen FictionSequel di "Quello che non ti ho detto di noi." Dopo alcuni mesi dalla fine dell'estate Cassie sta cercando in tutti i modi di lasciarsi Cameron alle spalle. Sta cercando di godersi l'arrivo al college nel miglior modo possibile. E, in un modo o nell...