C.18. Sempre fragole con la panna

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LEGGETE LA NOTA AUTRICE PLEASE⚠

Non è difficile. Devi solo allungare il dito e premere quello stupido pulsante. Non ci vuole tanto. Dai, dai, dai, su, muoviti.

Ma la vuoi piantare?

Sospirai amaramente e, dopo quasi venti minuti di esitazione, premetti quel maledetto pulsante.
Non feci neanche in tempo a prendere un respiro profondo che le porte dell'ascensore si spalancarono e Cameron comparve davanti a me con un sorriso nervoso stampato sul volto.

Wow, che velocità. Scommetto che era qui davanti da un'ora che aspettava solo il tuo arrivo.

Dico sul serio, dovresti piantarla.

Lui mi fece un segno impacciato con la mano e io forzai un sorriso.

Si, quella situazione era decisamente imbarazzante.

-Vuoi... vuoi entrare?- farfugliò.

A meno che tu non voglia farmi dormire nell'ascensore.

Mi morsi il labbro cercando di evitare uno dei miei soliti commenti cinici ed entrai nella stanza trascinandomi dietro la pesante valigia che mi ero preparata.

-Vieni, ti mostro la tua stanza.- disse facendomi segno di seguirlo lungo il corridoio.

Io feci come richiesto e iniziai ad osservare incantata tutti quei dischi in vinile che avevo visto la prima volta che avevo messo piede li.

Li ascolterò tutti, è una promessa.

Ti ucciderò, è una promessa.

-Qui c'è il bagno, questa è camera mia e quella di fianco è la tua. Dentro ci sono lenzuola pulite, asciugamani e tutto quello di cui potresti avere bisogno. Fai pure con comodo, io ti aspetto in salotto.- disse tenendo la testa bassa.

Aspettarmi? Aspettarmi per cosa?

Lo guardai con un sopracciglio alzato e lui subito scosse la testa.

-Voglio dire... io sarò in salotto, se hai bisogno di qualcosa.- si corresse.

Forzai un sorriso imbarazzato e lo osservai allontanarsi lungo il corridoio. Poi, non appena fu fuori dal mio campo visivo, entrai di corsa nella stanza. Chiusi subito la porta dietro di me e ci appoggiai le spalle contro, premendomi la testa sui palmi delle mani.

Il cuore mi batteva all'impazzata. Perché? Perché batteva così forte? Cosa diamine mi stava succedendo?

Sul serio non l'hai ancora capito?

Ho detto che la devi smettere!

Lanciai la valigia sul letto e presi un respiro profondo.

Ok Cassie, puoi farcela, devi solo resistere il tempo per finire l'articolo, no?

Se mi ascoltassi anche solo per un secondo io...

No! Voglio che tu te ne vada! Subito!

Perfetto, ero arrivata al punto di pregare la mia coscienza di andarsene. Ero decisamente impazzita.

Presi un altro respiro profondo e iniziai a guardarmi attorno nella vana speranza di distrarmi. Ma, come i miei occhi riuscirono a mettere a fuoco la stanza attorno a me, il mio cuore perse un battito.

Era dannatamente bellissima.

Le pareti, al contrario di quelle scure del resto della casa, erano bianche e sopra erano state appese decine di cornici antiche. Alcune erano vuote, mentre altre contenevano disegni, stampe sbiadite e fotografie in bianco e nero. La scrivania e l'armadio erano di un legno molto chiaro mentre il letto era in ferro battuto. E infine, sul muro al fondo della stanza, si trovava un enorme finestra con davanzale interno, proprio come quelle nei film. Ne avevo sempre desiderata una, mi ero sempre chiesta come fosse stare li per delle ore a leggere. La vista poi era meravigliosa, mi dava una panoramica completa di tutta la città e dalle tende passava una luce stranamente calda e accogliente.

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