12. Alessandria o Roma?

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Alessandria due mesi dopo.

"Vostra altezza il senatore Acilio è arrivato"

Disse a gran voce il più fidato consigliere del Faraone annunciando l'arrivo di uno dei senatori più prestigiosi di tutta Roma.

Il figlio di Iside, che intanto stava ascoltando i rapporti delle guardie sulle tasse date dal popolo,comodamente seduto sul suo trono, scrutò il consigliere e annuí soddisfatto.

Prima ancora che potesse dare l'ordine di far accomodare il Romano, le porte della sala del trono si spalancarono, e un uomo in armatura fece il suo ingresso con passo militare, scortato da due soldati.

"Magnus è un piacere rivederti"

Ghignò Acilio facendo un inchino, che somigliava di più a una buffonata che a un segno di rispetto verso un sovrano, tanto che le guardie a scorta del Faraone si prepararono a scagliarsi contro l'uomo che aveva, apparentemente, mancato di rispetto al figlio di Iside.

Quest'ultimo li bloccò con un pigro gesto della mano, e scendendo dal suo trono si avvicinò al senatore sorridendo,

"Il piacere è tutto mio "

Continuò, prese sotto braccio il senatore e lo condusse nella stanza adiacente alla sala del trono, dove Il faraone era solito svolgere i suoi affari lontano da occhi indiscreti, fece accomodare il Romano su una sedia davanti ad un tavolo e gli offrí una coppa di vino che non venne rifiutata.
Dopo pochi convenevoli il senatore si fece serio

"Voglio arrivare al dunque Magnus, non sono qui per una visita di cortesia"

"Lo avevo supposto"

Ghignò il Figlio di Iside alludendo all'alta uniforme con cui Si era presentato in casa sua, il senatore sbuffò una risata prima di tornare serio

"Il popolo Romano è in rivolta, sembra che siano tutti fuori controllo e al senato gira voce che la colpa sia tua"

"Mia?!"

Scattò in piedi il Faraone non capendo dove l'amico volesse andare a parare, quest'ultimo si alzò e camminando in circolo per la stanza, continuò il suo discorso

"Il popolo si lamenta, non c'è più nessuno al comando di Roma da anni, io e i miei colleghi siamo stanchi di essere trattati come sostituti"

"Acilio arriva al dunque"

Sbuffò il più giovane spazientito.

"Devi venire a Roma. Devi far vedere al popolo che ci sei che il loro denaro non va gettato nel Nilo! Che noi non stiamo facendo loro una truffa! Devi far tornare al popolo la fiducia nel Senato Romano e in te!"

Il Re sbiancò.

"SEI FORSE IMPAZZITO?! Come pretendi che io abbandoni le mie terre?? Chi rimarrà a guidare l'Egitto?!"

"E CHI GUIDERÀ ROMA?! NOI SIAMO STUFI! COSA DIREBBE TUO PADRE SE TI VEDESSE?!? STAI ABBANDONANDO CIÒ CHE CESARE TI AVEVA LASCIATO! STAI ABBANDONANDO CHI TI HA MESSO AL MONDO!"

A quelle parole il Faraone non poté fare altro che zittirsi, era vero, non poteva abbandonare Roma, ma non poteva di certo abbandonare Alessandria.
Sospirando si sedette nuovamente sulla sedia vicino al tavolo alla ricerca di una qualsiasi soluzione.

"Mi dispiace Magnus ma se non prenderai una decisione per il bene di Roma sarò costretto a trovare un condottiero che possa guidare il paese al posto tuo, ma non aspettarti che se un giorno accetterai le tue responsabilità , qualcuno ti tratterà come un sovrano"

Non aveva scelta.

-Ho modificato un tantino la storia qui, in realtà il popolo Romano avrebbe potuto continuare la propria crescita anche senza un "leader".

-mi sono in oltre presa una piccola libertà eliminando Cesare Ottaviano Augusto(primo imperatore di Roma) e  il suo scontro con Cleopatra e MarcAntonio

Scusatemi  l'assenza di questi giorni ma ho avuto gli esami scritti.

E scusate anche se il capitolo non è dei migliori ma sono stanca e triste per un problema personale.

Spero comunque che vi sia piaciuto votate e commentate ^-^

(Vorrei ringraziavi di cuore per le 319 visualizzazioni Mi avete migliorato la giornata quando ho letto i progressi della storia <3)

Cupido

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