72. Ricordi d'infanzia

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Dopo aver udito le parole della moglie, il faraone corse come una furia lontano da quella stanza maledetta, dirigendosi verso gli appartamenti del suo consigliere.

Quando vi arrivò la rabbia lo aveva accecato, i suoi occhi sembravano emanare fiamme e scintille infuocate, la sua espressione avrebbe fatto piegare al suo volere anche il padre degli Dei*.

Entrò in quella stanza come una furia, ma Raphael sembrò non accorgersene dato che non si mosse dal suo letto.

Il moro sgualcì le tende del lussuoso baldacchino che ricopriva il letto dell'amico, e lo trovò lì, immobile a fissare il vuoto come se sapesse che lui sarebbe arrivato, e soprattutto perché fosse lì.

"Prima che tu dica o faccia qualunque cosa...dammi la possibilità di giustificarmi, se devo morire, voglio farlo con la coscienza pulita"

Era stato un sussurro, ma in quelle poche parole dette a voce appena udibile si poteva leggere tutto il coraggio e la disperazione che attanagliavano il cuore del consigliere.

Il moro rimase impassibile, lo fece alzare gettandolo a terra con la faccia sul pavimento, prese la prima arma che gli capitò a tiro, una spada, e la puntò proprio sul collo del corvino.

"Parla"

Raphael prese un grosso respiro tentando di farsi coraggio, non voleva morire così, ci aveva sperato in una vita migliore non appena tutta quella brutta situazione fosse finita.

"Ti ricordi quando eravamo bambini? Ti ricordi le giornate al fiume? Le notti insonni passate a far disperare gli schiavi?"

"Non osare tentare di farmi pietà viscida serpe! Quei giorni sono finiti!"

Il corvino iniziò a sudare freddo, pregando tutti gli Dei, invocandoli in suo soccorso.

"Rammenta Magnus...ti ricordi quel bambino, lo schiavo che portavo sempre con me?"

Il cuore del Faraone smise di battere per un secondo, la testa gli faceva male, ma piano piano mise a fuoco quella terza figura che era solita giocare con lui nel palazzo in cui era cresciuto, era un bambino sempre vestito di stracci, ma che all'epoca era un suo caro amico, nonché suo primo amore.

"Simon mi sembra si chiamasse..."

Raphael sorrise, ma cercò di non darlo a vedere per paura della reazione che avrebbe scaturito in quello che un tempo era stato il suo più caro amico.

"Ti ricordi quando a quindici anni, litigammo per quel ragazzo? Io ti dissi che non accettavo il tuo amore per uno schiavo...ma la realtà era un altra, mi ero innamorato anch'io di quel ragazzo così umile ma che mi abbagliava con un suo semplice sorriso"

La presenza della spada sul suo collo si fece più forte, tanto da ferirlo superficialmente.

"Quando tu ti dichiarasti e lui ti respinse..."

"Lo fece per te"

La confusione, la rabbia, la gelosia questi erano i sentimenti e le emozioni provate dal Faraone, che ormai vedeva tutto color del sangue, stava odiando Raphael voleva tagliargli la testa per un amore passato che gli aveva rubato, ma la curiosità di capire cosa c'entrasse quel ragazzo con il suo Alexander era tanta, forse troppa per ignorarla.

*angolo informazione* con padre degli Dei si intende Orus o Osiride.

Scusatemi per il piccolo ritardo e per eventuali errori, oggi non ho scuola a causa di un all'erta meteo così potrò dedicarmi alla scrittura senza problemi ^-^.

Prossimo aggiornamento: oggi alle: 16:00/19:00.

Votate e commentate ^-^

Cupido

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