96. Tre Notti

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Mentre ai piani superiori del grande palazzo dei Tolomei si svolgevano incessanti ricerche, nei sotterranei più nascosti, da tempo ormai dimenticati, un povero schiavo era stato soggiogato, preso con studiata astuzia, ed eliminato per sfamare quella che un tempo era stata la compagna del Faraone.

In quell'antro desolato  e puzzolente, giacevano molti cadaveri ormai in putrefazione, in quella strana area di morte e desolazione, nessuno si sarebbe mai aspettato di trovare una ricca e rispettabile Matrona, eppure lei era lì, nascosta come un serpente, ad aspettare il momento giusto per strisciare fuori dal proroio nascondiglio andando a mordere la sua vittima.

"Il tuo consorte ti ha ormai sostituita Camille"

La voce alle sue spalle la costrinse a girarsi lontana dall'unica fonte di luce, una torcia a muro, inchinandosi rispettosamente al cospetto della donna che aveva davanti.

Maryse sorrise compiaciuta avvicinandosi alla sua sottoposta, guardandola quasi con disgusto.

"hai rovinato tutto, inutile schiava, dovrei eliminarti! Ma non porrò fine alle tue sofferenze con tanta facilità"

Camille non ebbe il coraggio di  ribattere, la donna aveva ragione, in un impeto di rabbia e gelosia aveva rovinato tutto il suo duro lavoro, tuttavia non si pentiva minimamente del suo gesto, anzi, più ci pensava più era soddisfatta di se stessa.

"Ti Conviene ottenere quante più energie possibile le tue vittime iniziano a non essere più inosservate, e lo schiavo ha trovato il tuo esperimento fallito"

La bruna capì subito che la sua padrona si stava riferendo al bambino che aveva portato al mondo nella speranza di conquistare Magnus, bambino che però fin da subito le aveva dato problemi, sembrava possedere una forte energia, troppo forte per un neonato, troppo pericolosa per rischiare tenendolo con se.

"hai tempo tre notti prima che il Faraone prenda coscienza di tutto, dovrai distruggere lo schiavo e il Re stesso, prima che il tempo ti si ritorca contro"

"Tre notti... Mia signora è impensabile! Mi ucciderebbero!"

Ma la donna non volle sentire scuse, la guardò con uno sguardo raggelante,   e le si avvicinò con aria minacciosa.

"Tu hai sprecato tempo! Il figlio di Iside si sta fortificando, ben presto prenderà il suo posto fra gli Dei, e allora si che sarà la nostra fine!"

Non aggiunse altro, si allontanò da Camille tornando lentamente, senza farsi sentire o vedere da occhi e orecchie indiscrete, verso le proprie stanze, il loro destino sarebbe stato segnato se la Mora avesse fallito.

Vi chiedo immensamente scusa per l'assenza di questi giorni, ma ho veramente molti impegni ultimamente, spero comunque che il capitolo vi piaccia, e sì, purtroppo, stiamo giungendo alla fine... Ma infondo la fine è solo un nuovo grande inizio.

Prossimo aggiornamento: martedì ad un orario indeterminato

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Cupido

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