89. Sangue Innocente

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Rabbia, un sentimento forte e devastante, spesso esso è la causa di cattive azioni, di parole sbagliate, di avvenimenti nefasti.

Gelosia, il mostro dagli occhi verdi, quel crampo allo stomaco che fa ribollire il sangue, quel sentimento che fa commettere spietate azioni spesso irriparabili.

Vendetta, il desiderio di fare del male a qualcuno che ha commesso un torto, un sentimento carico d'ira, incontrollabile e spietato.

Questo era ciò che provava Camille in quel preciso istante, nulla sembrava più avere un senso nella sua mente, aveva solo un obbiettivo, quello di vendicare se stessa, di riprendersi ciò che si era guadagnata, di estirpare il suo problema alla radice.

Con questi pensieri in testa, ignorò il suo buon senso che le suggeriva di fermarsi e riflettere bene prima di compiere un atto tanto imprudente, si diresse a passo svelto verso l'ala degli schiavi ordinando a tutte le guardie di allontanarsi.

Esse ubbidirono e ben presto si ritrovò sola, cerco in ogni cella quale potesse essere quella giusta, finché non entrò in una piccola stanza, più dimessa e malandata delle altre, priva di qualsiasi bene materiale, costituita solo da un piccolo pagliericcio, sul quale, vi era appoggiato un fagottino di stracci.

La donna ghignò malefica, prese il fagotto e osservò attentamente il viso del pargolo addormentato, lo guardò con un cipiglio di disgusto sul volto e, come presa da una strana allegria dettata dalla pazzia, appoggio il bambino sul pavimento, estrasse dalle sue vesti un pugnale, e squarciò a metà il corpicino, il bimbo non ebbe neanche il tempo di urlare, né di piangere, tutto era accaduto in pochi istanti, la sua vita da poco iniziata si era già brutalmente conclusa.

Camille iniziò a ridere soddisfatta infilando il pugnale nel cuore di quello che era stato il figlio del Faraone, lo estrasse dal corpo, lo portò alla bocca, e lo morse bevendone il sangue, in preda ad una pazzia incontrollabile.

Passato quel suo momento di follia, Camille si allontanò dalla stanza, portando con se l'arma del delitto, e andò a ripulirsi per non lasciare prove del suo gesto crudele.

Ma c'era un dettaglio che le era sfuggito, un dettaglio poco più alto di un vitellino, dai capelli color miele e gli occhi castani, e fu proprio quel dettaglio a correre da Harry e Louis che, dopo essersi allontani dal banchetto prima che la situazione degenerasse, avevano convinto Simon a seguirli per distrarsi un po', assicurandogli che non sarebbe accaduto nulla a Shai, se solo avessero saputo.

Non uccidetemi.

Pubblico oggi perché domani forse non ne avrei avuto il tempo e in oltre volevo chiedervi questo, vi piacerebbe se in contemporanea a questa storia ne scrivessi un altra ispirata al film Stardust?

Ecco la trama:

"Quante volte ci perdiamo ad osservare le stelle? Ma vi siete mai chiesti se anche loro si perdano ad osservarci? Cosa accadrebbe se una stella si innamorasse di un giovane uomo?

Alexander: stella del nord caduta dal cielo

Magnus: giovane ragazzo che presto capirà cosa sia davvero l'amore."

Se la scrivessi vi potrebbe piacere? Perché mi ispira davvero tantissimo come idea.

Prossimo aggiornamento: martedì alle 13:00

Votate e commentate ^-^

Cupido

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