63. Casa?

441 41 24
                                    

Mille domande gli ronzavano in testa, vedeva tutto appannato a causa delle lacrime che continuavano a scendergli imperterrite sulle guance, e i modi crudeli delle guardie che lo strattonavano non miglioravano la sua situazione.

I polsi gli bruciavano a causa della corda stretta troppo forte intorno ad essi, continuava a guadarsi intorno ad ammirare tutte le bellezze della sua patria, ma non era felice.

E dire che solo fino a pochi mesi prima avrebbe desiderato essere lì, voleva solo tornare a casa sua nella sua bella Alessandria, ora però tutto sembrava diverso forse per il pensiero che non aveva nessuno, forse la paura di essere abbandonato o magari il timore di non vedere più il padre di suo figlio, chissà, infondo questo poteva saperlo solo lui.

Una grande rabbia gli trapassò il cuore al pensiero del moro, solo quella che, per lui era stata la notte prima, egli gli aveva fatto intendere che non lo avrebbe abbandonato, e ora era lì da solo, nelle mani di gente sconosciuta e potenzialmente pericolosa.

Ad interrompere il suo flusso di pensieri fu la voce del suo unico accompagnatore che non aveva l'espressione da assassino.

"Perché piangi?"

Alec scosse la testa senza rispondergli, e abbassò il capo nella speranza che il castano smettesse di fargli domande.

"Dovresti essere felice di essere qui, è la tua terra no?"

Il corvino alzò lo sguardo sul suo, fissandolo come a volergli leggere nella mente e nel cuore.

"Tu sei felice?"

Simon parve pensarci un momento, prima che il suo volto fosse contornato da un sorriso amaro.

"Sì...sono felice di essere tornato a casa"

Lo schiavo rimase un po' stupito, era convinto che quel ragazzo dal viso bambinesco fosse Romano, niente in lui dava segni di appartenenza alla terra del Nilo.

"Dovresti esserlo anche tu"

Il ragazzo stava per ribattere ma la voce di una delle guardie lo fece trasalire, alzò lo sguardo dalla sabbia e lo rivolse davanti a se, alla vista del palazzo dei Tolomei rimase sconvolto, era più che sicuro che sarebbe stato venduto a qualche nobile o peggio dato in pasto a qualche pervertito, invece era di nuovo a casa, solo che questa volta non la sentiva davvero casa sua.

I due schiavi vennero scortati lungo tutta quella ricca abitazione, fino ad entrare in una sala immensa, ad Alec molto conosciuta: il salone del trono.

Nonostante davanti a se ci fossero ancora quei mostri, Alec riuscì a scorgere il viso di una donna accomodata sul trono.

Le guardie e Simon si inchinarono a lei, mentre lui rimase fermo guardandola con aria di sfida che fece ridacchiare la nobile infastidita.

Ella scese lentamente dall'immensa poltrona, e si avvicinò con passo lento, quasi seducente, verso Alec.

Gli prese il viso fra le mani e lo guardò negli occhi, occhi improvvisamente mutati da un delicato Ambra ad un Rosso sangue, appoggiò le labbra sulla sua guancia vicino all'orecchio e sussurrò:

"Non permetto a nessuno di mancarmi di rispetto, chiaro ragazzino?"

Con uno spintone lo costrinse ad inginocchiarsi ai suoi piedi, calpestandogli la testa.

"Sarà bene per te impararlo se vuoi vivere ancora a lungo"

Scusatemi per eventuali errori, come vedete alcuni personaggi che sembravano lì solo per fare scena, stanno assumendo una loro identità più definita e spero di avervi incuriositi anche sulla vita di Simon ^-^.

Alla fine avete scelto per un aggiornamento settimanale in più, ditemi preferite il sabato, la domenica o un doppio aggiornamento il mercoledì?

Prossimo aggiornamento: da decidere.

Votate e commentate ^-^

Cupido

Il Dominio dei Re||malec||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora