21. Simon

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Appena arrivarono all'interno della casa, il corvino rimase stupefatto, era molto diversa dal palazzo in cui era cresciuto certo era lussuosa ma così diversa, non vedeva geroglifici sui muri ed essi erano bianchi non colorati, i pavimenti non erano d'oro ma di pietra e lui non capiva il perché.

Isabelle continuava a camminare senza dire una parola, ed Alec la ringraziò mentalmente, non credeva di riuscire a sostenere una conversazione, si sentiva così stordito, stanco, sporco ma soprattutto affamato.

Quando arrivarono a quelle che Il corvino dedusse essere le cucine, un ragazzo si avvicinò con passo spedito verso di loro, Lo schiavo lo guardò un attimo, poi distolse lo sguardo posandolo su una ciotola colma di frutti rossi che al corvino parvero decisamente più interessanti.

Mentre fissava quei frutti dall'aspetto delizioso sentí Isabelle discutere con il ragazzo di prima;

"È lui?"

"Naturalmente"

"Sembra distrutto..."

"Sarei stupita se non lo fosse! Non immagino neanche le cose che ha dovuto subire..."

Il corvino, a quel punto, sentendo gli occhi dei due puntati addosso si voltò e ricambiò l'occhiata, il ragazzo di prima gli sorrise presentandosi:

"È un piacere conoscerti Alexander io sono Simon"

"Come conosci il mio nome?"

Era stato un sussurro quello del corvino, abbastanza forte perché lo sentisse ma abbastanza Roco affinché non fosse udibile ad orecchie indiscrete. Il giovane Simon non rispose alla sua domanda ma si limitò a lanciare uno sguardo ad Isabelle per poi voltarsi andando via lasciando il corvino perplesso.

Venne poi trascinato verso un piccolo tavolo e dopo essersi seduto, la ragazza gli posò davanti due ciotole, una delle quali conteneva proprio i frutti che il corvino si era ritrovato ad ammirare solo pochi istanti prima, aveva già visto quei frutti ad Alessandria ma non li aveva mai assaggiati, poi guardò la seconda ciotola dove si potevano vedere delle fette di pane e formaggio*,

"Tu non mangi?"

Chiese con voce roca, voleva rifarsi dalla brutta figura che aveva fatto poco prima e voleva dimostrare alla corvina di essere migliore di come sembrava, sentí la delicata risata di Isabelle precedere la risposta di quest'ultima:

"Non preoccuparti per me, non sono io che non mangio da giorni"

Alec avrebbe voluto ribattere ma la fame lo spinse ad annuire per poi cominciare a mangiare, stavolta con più calma, il cibo che Isabelle gli aveva portato.

*Qui vi ho elencato alcuni dei classici cibi che si mangiavano all'epoca.

Prossimo aggiornamento alle 15:00.

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Cupido

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