40. Un dono speciale

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Alec era distrutto, aveva provato in tutti modi a convincere Jace che lui non aspettava un bambino, ma il biondo se ne era andato lasciandolo lì.

"Volevi incastrarmi vero puttana?! Ti è andata male"

Gli aveva gettato odio addosso, e se ne era andato, lasciandolo lì da solo, a versare lacrime amare, ancora una volta, poi si era guardato intorno, si era alzato, e, rivestendosi, si era diretto verso la domus.

Aveva inventato una scusa a Poblilia, dicendo che aveva perso la merce a causa di una rissa avvenuta per le strade.

La donna non era convinta, anzi, era proprio sicura che il corvino le stesse mentendo, ma, nonostante la curiosità di scoprire cosa fosse successo allo schiavo, fosse tanta, si limitò ad annuire mandando un altro ragazzo a fare le spese necessarie.

Quando varcò la soglia della sua camera, Alexander si appoggiò ad un muro, lasciandosi scivolare su di esso, si portò le ginocchia al petto, e si abbracciò da solo, come a volersi rassicurare.

Si ritrovò a chiudere gli occhi, lasciandosi cadere in un sonno profondo.

Riaprì lentamente gli occhi, si ritrovò in un luogo che aveva già visto, era un giardino coloratissimo, davanti a se la figura di una donna.

"Madre"

Si alzò di Scatto abbracciandola stretta, con la paura che da un momento all'altro potesse scappare.

"Vieni bambino mio, cammina con me"

Il giovane annuì seguendo la madre, e, fianco a fianco, si diressero alla scoperta di quel giardino.

"Sei così bello Alexander, mi ricordi tuo padre"

"Me lo avevate detto"

Sussurrò il corvino, senza però nascondere un dolce sorriso.

"Non mi stancherò mai di ripetertelo, sei coraggioso come lo era lui, sarebbe così fiero di te"

"Madre ma se mio padre è morto, perché voi non potete ricongiungervi con lui?"

"Vedi tesoro mio, lui è nell'ade e io nel regno di Anubi"

Il corvino annuì comprendendo i motivi della separazione dei due regni. La conversazione con la madre continuò, lei gli parlò del padre, di come fosse un soldato forte e valoroso, gli parlò della sua gravidanza, e di come fosse felice quando venne alla luce.

Si fermarono solo quando raggiunsero la fine del giardino, che si concludeva con un dirupo alto migliaia di metri, e la madre le spiegò che cadendo in quel dirupo si entrava nel regno degli Dei.

"Vedi piccolo mio, quando io ti aspettavo, parlavo spesso con la regina e lei mi disse che tu avevi un grande dono, un dono che gli Dei concedono a pochi, tu puoi portare in grembo una nuova vita"

E Alec questo lo sapeva, lo aveva capito a undici anni, quando per la prima volta aveva avuto dei forti crampi all'addome e aveva visto del sangue scendergli lungo le cosce, si ricordava bene che corse da una delle schiave più anziane ed ella, ridendo per la tragica reazione del bambino, gli aveva spiegato quale dono gli Dei avevano deciso di concedergli.

"Ma il tuo dono è tanto speciale quanto maledetto"

La madre lo guardò con le lacrime agli occhi, per poi abbracciarlo, e accarezzargli la pancia leggermente gonfia.

"Prenditi cura di lui bambino mio"

Perdonatemi il ritardo ma Wattpad mi sta cancellando tutte le bozze e sono disperata, è già capitato a qualcuno di voi? Se sì, sapete dirmi come risolvere la situazione?

Scusate per eventuali errori.

Prossimo aggiornamento: oggi, ora: da decidere.

Votate e commentate ^-^

Cupido

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